Sant'Annibale Maria Di Francia
Sant'Annibale Maria Di Francia Presbitero | |
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Santo | |
Età alla morte | 75 anni |
Nascita | Messina 5 luglio 1851 |
Morte | Messina 1º giugno 1927 |
Ordinazione presbiterale | Messina, 16 marzo 1878 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 7 ottobre 1990, da Giovanni Paolo II |
Canonizzazione | 16 maggio 2004, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 1º giugno |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 1º giugno, n. 20:
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Sant'Annibale Maria Di Francia (Messina, 5 luglio 1851; † Messina, 1º giugno 1927) è stato un sacerdote e fondatore italiano. Di nobile famiglia Messinese, rinunciò a tutti i beni e trascorse molto tempo nel degradato quartiere Avignone aiutando poveri e malati.
Biografia
Nacque a Messina il 5 luglio 1851, terzogenito del cavaliere Francesco, marchese di Santa Caterina dello Ionio, Vice Console Pontificio e Capitano Onorario della Marina reale Borbonica e dalla nobildonna Anna Toscano dei Marchesi di Montanaro, Annibale divenne orfano di padre il 10 ottobre 1852, ancor prima di compiere il secondo anno di vita e, forse, da questo luttuoso evento personale, nacque in lui quella particolare sensibilità verso gli orfani che contraddistinse tutta la sua opera.
Il piccolo orfano, conobbe anche il distacco dall’affetto materno, venendo affidato ad una anziana zia, ma nel 1859, quando un’epidemia di colera, colpì la città dello stretto, anche la zia venne a mancare ed Annibale Maria, ritornò nella casa materna.
A sette anni iniziò gli studi presso il Collegio dei Gentiluomini dai monaci cistercensi del convento di San Nicolò di Messina ove insegnava lo zio paterno Raffaele Di Francia. Intelligente e di chiarissime capacità umanistiche ad appena diciotto anni sentì fortissima la chiamata del Signore e, completati gli studi, il 16 marzo 1878 fu ordinato sacerdote.
Il cieco Zancone
Qualche mese prima della sua ordinazione sacerdotale, un incontro particolare segnò per sempre la vita terrena del Padre Di Francia. Il religioso era sicuramente aduso all’incontro con i diseredati ed i bisognosi, ma quel povero che aveva davanti gli aprì una nuova visione della carità Cristiana, questi era il Cieco Zancone. Quell’uomo lo mise a contatto con la triste realtà sociale e morale del quartiere periferico più misero di Messina, le cosiddette « case Mignuni» (Case Avignone) di proprietà dei Marchesi Avignone.
Al di là del ponte Zaera, Padre Annibale si inoltrò nella miseria reale dei bassifondi cittadini, dove avrebbe dovuto trovare le case dei marchesi Avignone, trovò solo un quartiere di baracche addossate l’una all’altra, sporcizia, squallore e tanta disperazione e li ebbe inizio il cammino dell’opera pia di Sant’Annibale Maria.
Con la paterna benedizione del suo vescovo, Monsignor Guarino, andò a vivere in quel «ghetto» ed impegnò tutte le sue forze morali e materiali, per affrancare a tutti i costi quei derelitti e, soprattutto i loro bambini da quella condizione di miseria materiale e morale ed approntò per loro, alle Avignone, una scuola per i maschietti e un asilo per le bambine.
Non fu un'esperienza facile; incomprensioni, ostilità e minacce, caratterizzarono quell’embrione di carità Cristiana, ma egli superò ogni ostacolo con l’aiuto della sua grande fede, per realizzare quella che definiva:
« | ...doppia carità: l'evangelizzazione e il soccorso dei poveri » | |
(Annibale Maria Di Francia)
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Fu un sacerdote zelante, poeta prolifico, giornalista battagliero e predicatore dalla parola facile e convincente. Padre Annibale nella sua vita terrena ha saputo conciliare in un unico termine il binomio azione-contemplazione, mostrando la sua completezza di uomo spirituale, attivo ed instancabile, ma dotato di una intensa capacità contemplativa. Coltivò e predicò l’amore per la parola di Dio, per l’Eucaristia, per la Vergine Maria, per i Santi e la Chiesa, manifestando verso il Papa ed i Vescovi uno spirito di obbedienza e di particolare rispetto fino alla venerazione.
Il Rogate (la preghiera per le vocazioni) divenne il programma della sua vita, "idea-risorsa e chiodo fisso" per tutte le sue opere. Attratti dal suo carisma, uomini e donne si unirono a lui. Padre Annibale fondò le due Congregazioni delle Figlie del Divino Zelo (1887) e dei Rogazionisti (1897), che esprimono con un quarto voto l’impegno di pregare e di agire in attività specifiche per le vocazioni con centri di spiritualità, di discernimento e di promozione vocazionale, con attività editoriali e con seminari.
All’inizio del Novecento incontrò la mistica Luisa Piccarreta di cui fu confessore straordinario e censore dei suoi scritti, che venivano regolarmente esaminati ed approvati dalle autorità ecclesiastiche. Sant'Annibale curò la pubblicazione dei suoi vari scritti, tra i quali ebbe successo il libro "L’orologio della passione", stampato in cinque edizioni.
Logorato dalle fatiche e pieno di meriti, si spense a Messina il 1 giugno 1927, confortato dalla visione della Vergine Maria, sempre da lui amata, lodata e venerata. L’espressione più ricorrente, ascoltata durante e dopo i funerali, fu: "E’ morto il Santo".
Culto
La Chiesa onora Annibale Di Francia con il titolo di "insigne apostolo della preghiera per le vocazioni". Giovanni Paolo II, che lo ha proclamato Beato il 7 ottobre 1990, lo ha dichiarato "autentico anticipatore e zelante maestro della moderna pastorale vocazionale", e il 16 maggio 2004 lo ha iscritto nell’albo dei Santi.
Il miracolo per la canonizzazione
In generale, ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di sant'Annibale Maria Di Francia, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Charisse Nicole Diaz, guarita nel 1993 da meningite batterica resistente agli antibiotici.
Charisse Nicole Diaz, nata il 28 gennaio 1993 presso il "St. Paul’s Hospital" di Iloilo City (Filippine), durante la degenza in ospedale si ammalò di meningite batterica da pseudomonas, con idrocefalo e atrofia della corteccia cerebrale. Il batterio risultò resistente agli antibiotici utilizzati e i genitori, entrambi medici, sapevano che, se fosse sopravvissuta, cosa improbabile, avrebbe riportato esiti invalidanti.
Grazie all'intervento di un parente Rogazionista, familiari e amici iniziarono una novena per ottenere l'intercessione di padre Annibale, allora beato, ponendo inoltre una sua reliquia sul corpicino della piccola.
La bambina fu dimessa, dopo 36 giorni di degenza, completamente guarita.
Il caso, dopo il processo diocesano, fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che, il 15 ottobre 2003, promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando l'inspiegabilità della guarigione e dell'assenza dei postumi previsti[1].
Note | |
Bibliografia | |
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