Santa Chelidonia di Subiaco

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Santa Chelidonia di Subiaco, O.S.B.
Religiosa
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al secolo
battezzata
Santa
Eremita
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Affresco del Magister Conxolus, inizi del XIII secolo
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa S anni
Nascita Cicoli
1º ottobre 1077 ca.
Morte Subiaco
13 ottobre 1152
Sepoltura
Appartenenza Benedettine
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Professione religiosa 12 febbraio 1122
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerata da Chiesa cattolica
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 13 ottobre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di Subiaco
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 13 ottobre, n. 11:
« Presso Subiaco nel Lazio, santa Chelidona, vergine: si tramanda che per cinquantadue anni abbia condotto vita solitaria e di estrema austerità servendo Dio solo. »

Santa Chelidonia di Subiaco, chiamata anche Cleridona o Chelidona (Cicoli, 1º ottobre 1077 ca.; † Subiaco, 13 ottobre 1152), è stata una religiosa ed eremita italiana dell'Ordine di San Benedetto.

Vita

Nacque a Cicoli, nell'Abruzzo, verso il 1077 da famiglia del popolo. Il suo nome di battesimo pare fosse Cleridona ("dono della sorte"), come risulta anche da un affresco del Sacro Speco di Subiaco, opera del Magister Conxolus, inizi del XIII secolo; quello di Chelidonia ("rondinella") si cominciò a usare dopo il Rinascimento.

Verso il 1092, desiderosa di dedicarsi a Dio, abbandonò la casa paterna e si ritirò a vita eremitica in una spelonca dei monti Simbruini, due miglia a nord-est di Subiaco. Il luogo era ed è noto col nome di Mora Ferogna che, secondo alcuni, conserverebbe il ricordo di un santuario della dea Feronia. Lì visse per quasi cinquantanove anni in solitudine e preghiera, sopportando le inclemenze delle stagioni, dormendo sulla nuda roccia, sfidando la ferocia dei lupi, nutrendosi delle offerte dei fedeli, che furono ben presto attratti dalla fama delle sue virtù e dei suoi miracoli.

Una sola volta interruppe la lunghissima solitudine compiendo, tra il 1111 e il 1122, un pellegrinaggio a Roma. Tornata a Subiaco, nella basilica di Santa Scolastica, il 12 febbraio, giorno sacro alla santa sorella di san Benedetto, ricevette dal cardinale Conone, vescovo di Palestrina, l'abito benedettino. Riprese quindi la vita eremitica, che non abbandonò più fino alla morte, avvenuta nel 1152, la notte tra il 12 e il 13 ottobre.

Culto

Il corpo della santa fu sepolto dall'abate Simone in Santa Scolastica nella cappella di Santa Maria Nuova. Ma nove anni dopo (per espresso ordine della santa, si disse), le spoglie furono riportate alla grotta, presso la quale l'abate Simone edificò poi un monastero di religiose e una cappella dedicata a lei e a santa Maria Maddalena. Il monastero è ricordato già in un documento del 4 ottobre 1187.

Nel 1578, ormai abbandonato il monastero, il corpo della santa fu di nuovo traslato in Santa Scolastica dall'abate Cirillo di Montefiascone, con solennissime feste e collocato nella cappella del braccio destro del transetto. La cerimonia fu riportata in una relazione del monaco Guglielmo Capisacchi che stese anche una biografia della santa ricavato da una Vita manoscritta, redatta da un anonimo contemporaneo di Chelidonia e andata più tardi perduta.

I festeggiamenti per la traslazione risvegliarono il culto della santa in tutta l'abbazia sublacense, cosicché la Sacra Congregazione dei Riti il 21 ottobre 1695 la proclamò patrona principale di Subiaco. Fu sempre la solenne traslazione del 1578 a richiamare sulla santa l'attenzione del Baronio che la introdusse nel Martirologio Romano. In onore di Chelidonia si celebrano due feste in Subiaco: il 13 luglio per la traslazione e il 13 ottobre per il transito.