Utente:Quarantena/Reliquia

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Scala Santa, Roma. Sul 2°, 11° e 28° gradino vi sono le reliquie del sangue di Gesù

Il termine reliquia[1] indica i resti corporali di persone canonizzate dalla Chiesa. In senso più lato si chiamano tali anche gli oggetti che ne furono a contatto, poiché ne hanno quasi assorbito le virtù[2].

Alle reliquie viene tributato il culto di venerazione dovuto ai santi.

Nella Chiesa cattolica

Le reliquie oggetto di maggiore venerazione sono quelle relative alla Passione di Gesù: la croce, i chiodi, la corona di spine, la spugna, la lancia e gli strumenti della flagellazione.

L'autenticità di questi oggetti è tuttavia molto discussa. La Chiesa cattolica, considerandole soltanto segni di un evento certo ne permette la venerazione, principalmente in considerazione del fatto che possono essere mezzi per favorire la meditazione sugli avvenimenti che esse ricordano.

Alcune reliquie relative alla crocifissione di Gesù e alla sua passione sono venerate dai fedeli, a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Alle reliquie è prestato il relativo culto di dulia: la venerazione, l'esposizione, il trasporto in processione.

Questa, tuttavia, previene i fedeli contro i pericoli di idolatria e di superstizione.

Possono essere venerate con culto pubblico soltanto quelle reliquie la cui autenticità è provata da un documento ufficiale rilasciato dall'ordinario.

La compravendita delle reliquie è interdetta dalla Chiesa cattolica e giudicata attività simoniaca.

Rubare le reliquie invece è considerato sacrilegio e la loro falsificazione comporta la scomunica

Concilio di Trento

La "riforma" protestante contestò la venerazione delle reliquie, e là dove prevalse furono innumerevoli e ben documentati gli scempi di tombe di santi e beati[3].

Contro questo atteggiamento di ripugnanza verso le reliquie, tipico del pensiero razionalismo, il Concilio di Trento espresse l'unanime testimonianza della Tradizione con una definizione che riassume le ragioni teologiche del culto reso dalla Chiesa alle reliquie dei Santi:

« I fedeli devono venerare i corpi dei Martiri e degli altri Santi, che vivono con Cristo. Essi furono suoi membri vivi e tempio dello Spirito Santo e risusciteranno per la vita eterna e per la gloria. Dio accorda per mezzo loro molti benefici agli uomini e perciò quelli che dicono che le reliquie dei Santi non meritano di essere venerate e sono inutilmente onorate dai fedeli, che si visitano invano le memorie e i monumenti dei Santi per ottenere il loro aiuto, sono assolutamente meritevoli di condanna e, come già da molto tempo, la Chiesa li ha condannati[4], di nuovo li condanna. »
(Sess. XXV)

Nel Diritto Canonico

Il fondamento legislativo in materia di conservazione e venerazione delle reliquie è costituito dal titolo IV del Codice di Diritto Canonico, relativo al culto dei Santi, delle Sacre Immagini e delle Reliquie.

In particolare i Cann. 1186-1190 stabiliscono quanto ad essi relativo.

Anche Denzinger 1822 [5] e 1867 [6] afferma che la venerazione delle reliquie non deve essere respinta a priori. Ciò non esclude che le forme concrete in cui essa si manifesta siano condizionate dal gusto del tempo e dalle attitudini dei fedeli.

Bibliografia

Note

  1. In greco sono dette λείψανα, leípsana, "ciò che resta".
  2. Nicola Turchi (1953) p. 749.
  3. La stessa cosa si ripeté durante la rivoluzione francese e durante quella russa.
  4. Nel Concilio di Nicea II.
  5. Denzinger-Schonmetzer, Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum editio XXXV (pag.419)
  6. ibid.(pag. 426)

Voci correlate