Vergini sagge e vergini stolte (Parmigianino)

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Parma ChMadSteccata Parmigianino DecorazioneArcoTrionfale part.VerginiSagge 1530-39.jpg
Parmigianino, Decorazione dell'arco trionfale (part. Vergini sagge), 1530 - 1539, affresco
Vergini sagge e vergini stolte
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Emilia Romagna
Regione ecclesiastica Emilia
Provincia Parma
Comune

Parma

Località
Diocesi Parma
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Chiesa della Madonna della Steccata, arco trionfale, intradosso
Uso liturgico quotidiano
Comune di provenienza Parma
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto dipinto murale
Soggetto Vergini sagge e vergini stolte, Eva, Aronne, Adamo, Mosè, motivi decorativi vegetali, ignudi, fregio con vasi, libri ed oggetti di culto
Datazione 1530 - 1539
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Parmigianino (Francesco Mazzola)
detto Parmigianino

Altre attribuzioni
Materia e tecnica affresco
Misure
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi stemma di Bartolomeo Montini
Note

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Collegamenti esterni
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13«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo. 14Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute; 15le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell'olio; 16mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell'olio nei vasi. 17Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono. 18Verso mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!" 19Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade....
20E le stolte dissero alle avvedute: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". 21Ma le avvedute risposero: "No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene!" 22Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa. 23Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, Signore, aprici!" 24Ma egli rispose: "Io vi dico in verità: Non vi conosco". 25Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
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Le Vergini sagge e vergini stolte è un dipinto murale, eseguito tra il 1530 ed il 1539, ad affresco, da Francesco Mazzola, detto Parmigianino (1503 - 1540), ubicata originariamente sull'intradosso dell'arco trionfale nella Chiesa della Madonna della Steccata a Parma.

Descrizione

Parmigianino, Decorazione dell'arco trionfale (part. Vergini stolte), 1530 - 1539, affresco

Soggetto

La decorazione murale, realizzata sull'intradosso dell'arco trionfale, è composta di:

  • quattordici lacunari ornati da rosoni in rame dorato.
  • fastose cornici, attorno ai rosoni, dipinte con conchiglie e arieti.
  • decorazione su sfondo rosso di grottesche dorate, in cui si vedono aragoste, rane e altro, variamente associabili ai quattro elementi.
  • festoni (con melograni, alloro, carciofi, test d'aglio, cipolle), granchi (guardando dall'ingresso verso l'altare, a sinistra), colombi (a destra).
  • Vergini sagge e vergini stolte della parabola di Gesù rappresentate come tre fanciulle per lato, idealmente in piedi sulla linea d'imposta, delle quali quella centrale con le braccia distese, le due laterali con un braccio disteso in avanti ed uno alzato lungo il profilo dell'arco. Esse, vestite a festa, tengono in mano, con un elegante ritmo nei gesti, due lampade accese (destra) e due spente (sinistra) e portano sulla testa vasi ricolmi di gigli per accogliere lo sposo che viene nel cuore della notte. Le vergini sagge hanno volti severi, quasi crucciati, mentre quelle stolte sono sorridenti, forse perché spensierate nella loro sventatezza.
  • decorazioni geometriche dorate, lungo l'arco su sfondo blu intenso e due coppie di finte nicchie per lato, contenenti figure bibliche a monocromo:

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • La Confraternita della Steccata si occupava di fornire la dote alle giovani povere, ma oneste, per questo fu scelto il soggetto della parabola evangelica, a sfondo nuziale, che si adattava perfettamente. Le giovani dovevano ricordare le dieci ragazze, indicate dai confratelli, alle quali ogni anno erano donate le elemosine per costituirne la dote e che sfilavano in processione, vestite di bianco, per le vie cittadine.
Parmigianino, Decorazione dell'arco trionfale (part. Vergine stolta), 1530 - 1539, affresco
  • Il numero delle Vergini, sei invece di dieci, non corrisponde a quello citato nel Vangelo, poiché probabilmente per problemi di spazio non furono realizzate.
  • Nella composizione iconografica, l'artista si è forse ispirato al trattato di liturgia Rationale Divinorum Ufficium di Guillaume Durand (1230 ca. – 1296), vescovo di Mende (Francia), che contiene un rito di consacrazione delle Vergini e ne spiega le modalità d'esecuzione. Infatti, esiste una stretta correlazione tra le parole e le immagini dipinte, rafforzata anche dai libri a natura morta, disegnati nel fregio dell'affresco, sulla copertina di uno dei quali si leggono le iniziali "R. D...
  • Il complesso decorativo s'ispira ai dipinti murali della Domus Aurea e a quelli realizzati dal Correggio nella Chiesa di San Giovanni Evangelista di Parma, mentre le Vergini, slanciate ed eleganti, riprendono le canefore presenti nel dipinto murale dell'Incendio di Borgo (1514) di Raffaello Sanzio nell'Appartamento di Giulio II.
  • Le Vergini rappresentano il modello femminile ideale dell'artista, dai corpi allungati e rilucenti di bagliori freddi, incisi quasi nel metallo, frutto di una sensibilità e di un linguaggio manierista. I monocromi poi, così dinamici e anticlassici, rappresentano la summa delle esperienze romane e bolognesi dell'artista[1].
  • Le grottesche e le decorazioni figurate perfezionano il genere, con una freschezza viva, data dagli effetti atmosferici e luminosi che fanno sembrare gli oggetti fluttuanti nell'aria. In queste, si nota un gusto per la sontuosità che si traduce in dettagli raffinati, trompe l'oeil e virtuosismi spesso gratuiti, poiché invisibili dal basso. Se ne ricava così una ricerca di perfezione estrema e di bellezza assoluta e sublime, in grado di dialogare con le più grandi imprese pittoriche del secolo.

Stemmi

Parmigianino, Decorazione dell'arco trionfale (part. Vergine saggia), 1530 - 1539, affresco

Nella decorazione compare, sulle estremità dell'arco trionfale, per due volte un blasone identificabile come:

Notizie storico-critiche

Nel 1530, il Parmigianino tornò nella sua città per decorare l'abside maggiore della Chiesa della Madonna della Steccata, costruita nel 1521 in ringraziamento per la sconfitta dei Francesi. I fondi per l'impresa erano stati messi a disposizione per lascito testamentario da Bartolomeo Montini.

Quella che sembrava una felice opportunità, in realtà si rivelò poi una vera e propria tragedia professionale ed umana per l'artista, che lo impegnò dieci lunghi anni e che, stando alla testimonianza di Giorgio Vasari, lo debilitò fino a condurlo ad una prematura morte. Nel contratto si erano stabiliti diciotto mesi per il completamento dell'opera, ma i lavori si protrassero a lungo sia per problemi finanziari, sia per i profondi contrasti ed incomprensioni con la committenza, che l'estrema lentezza operativa dello stesso pittore. Furono anni difficili per l'artista, che Giorgio Vasari descrisse profondamente trasformato:[1]

« [da] delicato e gentile, fatto con la barba e le chiome lunghe e malconce, quasi un uomo salvatico, un altro da quello che era stato. »

Un documento del settembre 1539 dimostra che l'artista aveva terminato solo l'arco trionfale: centonove giornate di lavoro effettivo (circa cinque mesi) spalmati nel corso di quasi dieci anni rendono bene l'idea di quanto esasperante, per entrambe le parti, si rivelò l'impresa.

Ottenuto questo primo risultato, i confratelli pensarono bene di liberarsi dello scomodo artista, ed a niente servì il progetto di una splendida Incoronazione di Maria Vergine da affrescare nell'abside, abbozzata in un disegno, oggi conservato nella Galleria Nazionale di Parma.

Il 19 dicembre 1539, la confraternita congedò il pittore con un atto notarile, nel quale si determinava che:

« Maestro Francesco Mazzolo pictore non si abbia più per modo alcuno intromettersi né impaciare de la pictura de la Capella grande de la giesa nova de la Madonna de la Steccata. »

Inoltre, la vicenda si avviò verso un epilogo tragico, con l'arresto e l'imprigionamento per due mesi dell'artista per inadempienza, e per il risultato finale che era talmente innovatore stilisticamente da non essere compreso dai membri della confraternita, ancora un po' provinciali, proprio come era avvenuto al Correggio, qualche anno prima.

Appena rilasciato, Parmigianino approfittò per fuggire oltre il confine dello Stato, a Casalmaggiore (Cremona), dove morì il 24 agosto 1540.

Galleria fotografica

Note
  1. Giorgio Vasari, Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri (1568)
Bibliografia
  • Anna Coliva, Parmigianino, col. “Art Dossier”, Giunti Editore, Firenze 1993
  • Luisa Viola, Parmigianino, Editore: Grafiche Step, Parma 2007, pp. 59 - 106
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, p. 232 ISBN 9788843582594
Voci correlate
Collegamenti esterni