Appartamento di Giulio II (Musei Vaticani)
Appartamento di Giulio II (Musei Vaticani) | |
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Raffaello Sanzio, Scuola di Atene (1508 - 1511), affresco | |
Categoria | Musei pontifici |
Stato | Città del Vaticano |
Comune | Città del Vaticano |
Diocesi | Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Indirizzo | Viale Vaticano - 00165 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 69884676, +39 06 69883145 |
Fax | +39 06 69884019 |
Posta elettronica | musei@scv.va |
Sito web | [1] |
Proprietà | Santa Sede |
Tipologia | arte sacra, architettura |
Contenuti | dipinti murali |
Servizi | accoglienza al pubblico, audioguide, archivio storico, biblioteca, biglietteria, bookshops, caffetteria, didattica, fototeca, guardaroba, laboratorio di restauro, punti ristoro, visite guidate, organizzazione e sale per eventi e mostre temporanee, mediateca |
Sistema museale di appartenenza | Musei Vaticani |
Sede Museo 1° | Palazzo Pontificio, secondo e terzo piano |
Datazione sede 1° | (XIII - XV secolo) |
Sede Museo 2° | Palazzo Pontificio, Cappella Niccolina (quarto piano) |
Datazione sede 2° | (XIII - XV secolo) |
Fondatori | Giulio II, Niccolò V |
L'Appartamento di Giulio II, parte del percorso di vista dei Musei Vaticani, fu la residenza di Giulio II (1503 - 1513) e dei suoi successori fino a Gregorio XIII (1572 - 1585), posto al secondo e terzo piano del Palazzo Pontificio (XIII - XV secolo), in corrispondenza dell'Appartamento Borgia e comprendeva:
- Stanze e Loggia di Raffaello, la parte di rappresentanza;
- Sala degli Svizzeri (non visitabile), dove dimorava il corpo di guardia;
- Sala dei Chiaroscuri, prima anticamera, dove il papa Leone X, teneva il "concistoro segreto";
- Cappella Niccolina, oratorio privato del papa;
- Camera da letto di Giulio II (non visitabile), preceduta da una piccola anticamera.
Il Pontefice si stabilì in questo appartamento, fin dal 1507, non volendo risiedere negli ambienti dell'Appartamento Borgia, poiché come testimonia il cerimoniere Paris de Grassis:
« | Non volebat videre omni hora figuram Alexandri praedecessoris sui. » |
Stanze di Raffaello
Le cosiddette "Stanze" sono la parte ufficiale dell'appartamento del Papa, la cui decorazione fu realizzata da Raffaello Sanzio e dai suoi aiuti tra il 1508 e il 1524. L'opera segnò l'inizio della fortuna romana dell'artista che subentrava ad altri ben più celebri di lui, quali il suo maestro Perugino, Baldassare Peruzzi, il Sodoma, Bramantino e Lorenzo Lotto, le cui opere di furono parzialmente distrutte per far posto ai capolavori del pittore urbinate.
Le Stanze sono quattro e hanno tutte pianta rettangolare e copertura a crociera.
I - Sala di Costantino
La sala, destinata ai ricevimenti e cerimonie ufficiali, prende il nome da Costantino (306 - 337 d.C.), primo imperatore romano a riconoscere ufficialmente la religione cristiana concedendo la libertà di culto. È decorata con dipinti murali realizzati ad affresco tra il 1520 ed il 1524, dagli allievi di Raffaello Sanzio, Giulio Romano e Francesco Penni, sulla base dei disegni del maestro, morto prematuramente prima della fine dei lavori. Questi raffigurano:
- Storie della vita di Costantino, in particolare:
- Apparizione della croce a Costantino;[1]
- Battaglia di ponte Milvio;[2]
- San Silvestro battezza l'imperatore Costantino;[3]
- San Silvestro riceve in omaggio da Costantino le insegne imperiali detto Donazione di Roma.[4]
- Grandi pontefici in trono tra le figure allegorie delle Virtù.
L'originario tetto ligneo dell'epoca di papa Leone X (1513 - 1521) fu sostituito sotto Gregorio XIII (1582 - 1585) dall'attuale volta, la cui decorazione raffigura:
II - Stanza d'Eliodoro
La sala era l'anticamera "segreta" (privata) dell'appartamento e fu decorata da Raffaello Sanzio con l'intervento di alcuni allievi, fra il 1512 e il 1514, subito dopo la Stanza della Segnatura.
I dipinti murali di questa sala, realizzati ad affresco, considerati tra le opere più celebri dell'artista urbinate, rappresentano:
- San Leone Magno incontra Attila (1513 - 1514):[6] l'episodio forse realmente avvenuto nei pressi di Mantova nel 452, viene qui rappresentato a Roma. Infatti, sullo sfondo si vede il Colosseo, un acquedotto, una basilica e un obelisco; il papa Leone Magno ha i lineamenti di Leone X.
- Messa di Bolsena (1512):[7] l'affresco rappresenta il miracolo avvenuto nel 1263 nel borgo lacustre e che diede origine alla festa del Corpus Domini e fu motivo di costruzione del Duomo di Orvieto. Nel dipinto è raffigurato il papa Giulio II, che inginocchiato dinanzi all'altare, assiste alla scena.
- Cacciata di Eliodoro dal tempio (1512 - 1514):[8] il dipinto raffigura un episodio biblico (2Mac 3,23-34 ), dove si racconta che Eliodoro d'Antiochia, primo ministro di Seleuco IV, re di Siria (187 - 175 a.C.) ebbe l'ordine dal suo sovrano di impadronirsi del tesoro del Tempio di Gerusalemme, ma fu assalito e cacciato da un misterioso cavaliere (un angelo) e due giovani.
- San Pietro liberato dal carcere (1512 - 1514): nel dipinto l'Apostolo ha i lineamenti di Giulio II.[9]
Questi dipinti seguono un preciso programma politico che mira a documentare la miracolosa protezione di Dio sulla Chiesa minacciata nelle sue fondamenta:
- la fede: Messa di Bolsena;
- la persona del pontefice: San Pietro liberato dal carcere;
- la sede: San Leone Magno incontra Attila;
- il patrimonio: Cacciata di Eliodoro dal Tempio.
III - Stanza della Segnatura
La sala era lo studio e la biblioteca di papa Giulio II, affrescata da Raffaello tra il 1508 e il 1511. I dipinti murali raffigurano:
- Trionfo della Religione detto Disputa sull'Eucarestia:[10] in alto, al centro: Gesù Cristo risorto tra Maria Vergine e san Giovanni evangelista circondati dai giusti dell'Antico Testamento e dai santi in contemplazione del Vero (la Trinità); in basso, al centro: Un'altare su cui poggia un ostensorio, attorniato dai dottori e teologi della Chiesa militante, i quali assistono, grazie alla presenza dell'Eucarestia, all'Incarnazione del Verbo. Nel dipinto si riconoscono alcuni personaggi: Gregorio Magno con i tratti di Giulio II, Sisto IV, Dante Alighieri e Beato Angelico. Durante il Sacco di Roma (1527), i lanzichenecchi sfregiarono questo dipinto con alcuni graffiti inneggianti a Martin Lutero, a Carlo V d'Asburgo e al Carlo III di Borbone-Montpensier.
- Virtù cardinali raffigurate come donne:[11]
- Fortezza tiene in mano un ramo di rovere;
- Prudenza è bifronte e si guarda allo specchio;
- Temperanza ha in mano le redini.
- Virtù teologali rappresentate da amorini:
- Gregorio IX riceve da san Raimondo di Peñafort le Decretali (legge canonica), dipinto murale realizzato dalla bottega di Raffaello: nell'opera il Pontefice ha i tratti somatici di Giulio II.[12]
- Scuola di Atene: nel dipinto sono raffigurati all'interno di un'imponente basilica i filosofi e scienziati dell'antichità, a cui Raffaello ha dato in alcuni casi il volto di personaggi suoi contemporanei. Al centro: Platone (Leonardo) ed Aristotele; inoltre, si riconoscono tra gli altri: Socrate con il profilo da sileno, Alcibiade, Alessandro Magno con l'armatura, Diogene, Epicuro, Averroè, Pitagora che scrive sulla lavagna, Eraclito (Michelangelo), Euclide (Bramante) che disegna con il compasso, il Sodoma e lo stesso Raffaello.[13]
- Parnaso:[14] nel dipinto si notano, al centro, Apollo circondato dalle Muse con Omero, Dante Alighieri e Virgilio; inoltre, sono raffigurati alcuni letterati italiani, quali: Ludovico Ariosto, Giovanni Boccaccio, ecc.
Il programma iconografico si propone di illustrare le categorie dello spirito umano:
- Vero soprannaturale: la Disputa;
- Vero razionale: la Scuola di Atene;
- Bene: le Virtù cardinali e teologali;
- Bello: il Parnaso
IV - Stanza dell'incendio di Borgo
La stanza era la sala da pranzo ordinaria, infatti la cucina era situata nell'ambiente adiacente. È' questa l'ultimo ambiente a cui lavorò Raffaello, tra il 1514 e il 1517, ma che affidò ai suoi allievi la maggior parte della fase esecutiva. L'obiettivo del programma iconografico qui realizzato è quello di spiegare le ambizioni politiche di papa Leone X (1513 - 1521), attraverso il ciclo di dipinti murali con Storie della vita di Leone III e Leone IV: essi raffigurano:
- Incoronazione di Carlo Magno:[15] il re dei Franchi ha i tratti di Francesco I, mentre Leone III quelli di Leone X. Il dipinto allude al Concordato tra la Francia e la Chiesa, stipulato a Bologna nel 1515.
- Incendio di Borgo:[16] secondo il Liber Pontificalis, nell'847, Leone IV spense miracolosamente con il segno della croce un incendio divampato nel quartiere di Borgo Santo Spirito, che si sviluppava tra la Basilica di San Pietro ed il Tevere.
- Battaglia di Ostia:[17] il dipinto celebra la vittoria sui saraceni di Leone IV, che ha i tratti di Leone X, e si riferisce alla crociata voluta dal Pontefice contro i turchi.
- Giuramento di papa Leone III:[18] il dipinto raffigura il giuramento con il quale il Pontefice si difese dalle calunnie dei nipoti di Adriano I. L'affresco allude al Concilio Lateranense (1516) che stabiliva il principio che il quale papa dovesse rispondere dei suoi atti solo a Dio. Il volto di Leone III è quello di Leone X. L'esecuzione è in gran parte della bottega di Raffaello.
Loggia di Raffaello
La cosiddetta Loggia è situata al secondo piano dell'edificio a tre ordini di logge sovrapposte che Giulio II volle come prospetto del Palazzetto Pontificio. La costruzione fu affidata nel 1508 a Donato Bramante; alla morte di questi (1514), Leone X incaricò Raffaello di condurlo a termine nel 1519, realizzando, a partire dal 1518, anche la decorazione della loggia che da lui prende il nome, mentre quelle del primo e terzo piano furono eseguite da Giovanni da Udine.
Alla Loggia di Raffaello si accede dalla Sala di Costantino. Le finestre aperte sulla parete danno luce alla Sala dei Chiaroscuri ed alla Sala degli Svizzeri; al termine della loggia, una porta dà accesso alla "cordonata", la scala edificata originariamente per il transito dei cavalli.
La decorazione ad affresco e stucco della Loggia venne eseguita da Raffaello con la collaborazione di alcuni suoi allievi (Giovanni da Udine. Giulio Romano, Francesco Penni, Perin del Vaga, ecc.). Di grande interesse storico-artistico sono:
- Grottesche e stucchi con motivi chiaramente desunti dall'antichità classica, riferibili in particolare alla Domus Aurea, residenza imperiale di Nerone, che in quel periodo veniva riscoperta.
- Storie dell'Antico Testamento, tra cui spiccano:
- Storie del Nuovo Testamento, tra cui si notano:
Sala dei Chiaroscuri
La sala, detta anche dai Palafrenieri, prima anticamera dell'appartamento pontificio era la sala dove Leone X teneva il "concistoro segreto", cioè la riunione con i cardinali presenti in Roma, e le cerimonie pubbliche o private.
La sala aveva anche il nome di Sala del Pappagallo, perché sin dal medioevo vi si conservava una gabbia con un pappagallo, a ricordo di questa antica denominazione vi si trova un dipinto murale raffigurante:
- Due pappagalli (primo quarto del XVI secolo), affresco attribuito a Giovanni da Udine.
La decorazione attuale risale al XVI secolo e venne commissionata a Raffaello da papa Leone X. Le figure a chiaroscuro (da cui il nome della sala) degli Apostoli e santi, eseguite dagli allievi dell'artista urbinate su progetto del maestro andate distrutte in parte nel 1558, furono restaurate da Taddeo e Federico Zuccari nel 1560.
Cappella Niccolina
La cappella deve il suo nome a papa Niccolò V (1447 - 1455) ed è situata all'interno della Torre di Innocenzo III, che fa parte del nucleo più antico del Palazzo Pontificio.
Alla fine del XIII secolo, durante il pontificato di Niccolò III, la torre venne inglobata dalle aggiunte che venivano costituendo l'attuale palazzo. Niccolò V (metà del XV secolo) utilizzò l'ambiente al quarto piano per crearsi la cappella privata.
L'ambiente ha pianta rettangolare, è di piccole dimensioni, ed è coperto con una vola a crociera. La cappella venne decorata ad affresco dal Beato Angelico, tra il 1447 ed il 1449, su due registri:
- registro superiore: Storie di santo Stefano:
- parete settentrionale, Predica di santo Stefano e Disputa nel Sinedrio;[27]
- parete occidentale, Santo Stefano ordinato diacono da san Pietro[28] e Santo Stefano distribuisce le elemosine ai poveri;[29]
- parete orientale, Santo Stefano espulso dalla città di Gerusalemme e Lapidazione di santo Stefano.[30]
Per approfondire, vedi la voce Storie di santo Stefano (Beato Angelico) |
- registro inferiore: Storie di san Lorenzo:
- parete occidentale, San Lorenzo ordinato diacono da papa Sisto II;[31]
- parete settentrionale, San Lorenzo riceve da papa Sisto II i tesori della Chiesa[32] e San Lorenzo distribuisce le elemosine ai poveri;[33]
- parete orientale, San Lorenzo davanti all'imperatore romano Valeriano e Martirio di san Lorenzo.[34]
Per approfondire, vedi la voce Storie di san Lorenzo (Beato Angelico) |
I due cicli pittorici che raffigurano le Storie di santo Stefano e san Lorenzo[35] seguono un preciso programma politico che vuole celebrare il papato presente come erede della grandezza di Roma antica.
Inoltre, si possono ammirare:
- sulla volta del soffitto, Evangelisti e simboli;[36]
- Dottori della Chiesa:
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |