Annunciazione (Piero della Francesca)

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Arezzo BaSFrancesco PieroFrancesca Annunciazione 1452-66.jpg

Piero della Francesca, Annunciazione (14521466), affresco
Annunciazione
Opera d'arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Arezzo
Comune Arezzo
Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Ubicazione specifica Basilica di San Francesco, cappella maggiore, parete di fondo
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Arezzo
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto dipinto murale
Soggetto San Gabriele arcangelo annuncia a Maria la nascita di Gesù
Datazione 1452 - 1466
Ambito culturale
Autore Piero della Francesca (Piero di Benedetto de' Franceschi)
detto della Francesca
Materia e tecnica affresco
Misure h. 329 cm; l. 193 cm
Virgolette aperte.png

26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine"....
34 Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei. 39
Virgolette chiuse.png

L'Annunciazione è un dipinto murale, eseguito tra il 1452 ed il 1466, ad affresco, da Piero di Benedetto de' Franceschi, detto Piero della Francesca (1420 ca. - 1492), ubicato nella parete di fondo del cappella maggiore nella Basilica di San Francesco ad Arezzo.

L'opera è parte del celebre ciclo formato da dodici dipinti murali con le Leggenda della Vera Croce (14521466), capolavoro della pittura rinascimentale, ma è l'unica scena raffigurata, apparentemente, non legata alla storia della croce.

Descrizione

Soggetto

La scena dell'Annunciazione si svolge al riparo di un sontuoso loggiato classicheggiante, dove compaiono:

  • Maria Vergine, con in testa un velo bianco, vestita con la tunica rossa (simbolo della regalità) ed un ampio mantello blu, che richiama il cielo (simbolo della trascendenza e della spiritualità), è sorpresa dall'Arcangelo, mentre sta leggendo il libro delle Sacre Scritture, che tiene appoggiato sul fianco con un gesto di grande naturalezza Maria vi tiene dentro un dito per non perdere il segno. Le palpebre abbassate la caratterizzano nella posa della cogitatio (riflessione).
  • San Gabriele arcangelo sta inchinandosi devotamente davanti alla Madonna, con la mano destra compie il gesto della benedizione e con la sinistra tiene una palma, simbolo della passione di Gesù Cristo.
  • Dio Padre (in alto a sinistra) a mezzo busto, appare tra le nuvole, inviando lo Spirito Santo, sotto forma di raggi di luce, che scaturiscono dalle sue mani, diretti alla Madonna, attraverso la quale si realizza il progetto salvifico. Infatti, è per opera dello Spirito che la Vergine concepisce il Figlio di Dio.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

Piero della Francesca, Annunciazione (part. Madonna annunciata), 14521466, affresco
  • L'Annunciazione, che si trova nel registro inferiore sulla parete centrale, a sinistra della vetrata, fa da pendant al Sogno di Costantino sull'altro lato, poiché in entrambi un angelo, inviato da Dio, porta un messaggio che decide le sorti dei protagonisti e dell'umanità intera.
  • Sullo sfondo, entro le specchiature marmoree, si trovano delle tarsie lignee dipinte (un portale traforato, un seggio intarsiato, un gioco di cubi tridimensionali sulla parete ripreso dall'opus scutulatum romano), che dimostrano la conoscenza di Piero della Francesca di questo tipo di produzione artistica: egli stesso produsse forse dei cartoni per le tarsie dello Studiolo di Federico da Montefeltro o per altre corti.
  • La posizione delle colonne separa verticalmente la scena in due metà, come avviene in altre rappresentazioni simili del Rinascimento: da un lato era un retaggio dei tradizionali scomparti di polittico, dall'altro simboleggiava il contatto tra mondo divino e umano. La diagonale dell'architrave, che prosegue nel profilo del cornicione aggettante, unisce le mani del Dio Padre con il volto di Maria e suggerisce l'andamento dello Spirito Santo. La prospettiva è quindi, in questo caso, messa al servizio del tema cristiano.
  • La luce proviene con incisività da sinistra (ombra della pertica in alto, ombra del loggiato dietro l'Arcangelo), e rispetta l'illuminazione naturale della cappella (la finestra è, infatti, in questo caso a destra), ma sembra anche suggerire che la luce proviene dal centro della stessa, dove è appeso un Crocifisso ligneo: un simile uso mistico della luce si ritrova anche nella Flagellazione (post 1459).
Bibliografia
  • Marco Bussagli, Piero della Francesca, Editore Giunti, Firenze 1992, pp. 32 - 33 ISBN 9788809761674
  • Tatjana Pauli, Piero della Francesca. Il compasso e il pennello: l'anima razionale del Quattrocento italiano, Editore Leonardo Arte, Milano 1999, pp. 64 - 65
  • Timothy Verdon, La bellezza nella Parola. L'arte a commento delle letture festive. Anno B, Editore San Paolo, Milano 2008, pp. 328 - 331 ISBN 9788821563904
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 agosto 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.