Arsenale della Pace

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Coordinate: 45°04′52″N 07°41′01″E / 45.08111, 7.68361

L'ex Arsenale militare, vicino l'ingresso dell'attuale Arsenale della Pace.
« Era un'antica fabbrica di armi in disuso. Dal 1983 il lavoro gratuito di tanti, soprattutto giovani, lo ha trasformato in una profezia di pace, un monastero metropolitano aperto 24 ore su 24.
È un punto di incontro tra culture, religioni, schieramenti diversi per conoscersi, dialogare, camminare insieme.
È un riferimento per i giovani che hanno voglia di dare un senso alla propria vita.
È una casa aperta a chi cerca un soccorso: madri sole, carcerati, stranieri, persone che hanno bisogno di cure, di casa, di lavoro.
È un luogo di preghiera dove chiunque può sostare, incontrare il silenzio e Dio.
È un luogo dove ognuno può restituire qualcosa di sé: tempo, professionalità, beni spirituali e materiali.
Il risultato? Milioni di persone aiutano milioni di persone. »
(da www.sermig.org)

L'Arsenale della Pace, a Torino in piazza Borgo Dora, è il complesso di edifici che rappresenta la sede principale del Sermig. Originariamente vi trovava sede l'Arsenale militare di Torino.

Storia

Storia dell'Arsenale militare

La facciata dell'Arsenale della pace, aprile 2010.

Edificato nel 1867, nacque inizialmente come arsenale militare, la più grande fabbrica di armi d'Italia.

Le prime testimonianze che indicano la volontà da parte dei Savoia di edificare una fabbrica di armi in città risalgono alla fine del XVI secolo: nel 1580 infatti Emanuele Filiberto di Savoia decise di convertire le segherie alimentate ad acqua utilizzate per il taglio di legname in macine per la produzione di polvere da sparo: fino ad allora infatti questo prodotto veniva quasi totalmente importato dall'estero. Nacque così la Regia Fabbrica delle Polveri e Raffineria dei Nitri.

I macchinari subirono importanti ammodernamenti (1673, 1717), accompagnati da significativi ampliamenti della struttura (1754, 1767, 1775-1788, 1815). Nella prima metà del XIX secolo l'edificio misurava 308 metri di lunghezza per 170 di larghezza e contava tredici mulini e quarantamila chilogrammi di polvere da sparo conservati in ottocento barili.

Il 26 aprile del 1852 un incendio spontaneo fu la causa dell'esplosione di venticinquemila chili di polvere da sparo, la quale provocò ventitré morti e sedici feriti e la distruzione quasi totale del complesso e dei suoi macchinari.

L'incidente inoltre provocò danni alle abitazione dell'intero quartiere, abitato all'epoca da circa 24.000 persone. Un quartiere, quello di Borgo Dora, tra i più degradati della Torino dell'epoca, e che per questo fu frequentato abitualmente da grandi santi come san Giovanni Bosco, san Giuseppe Cafasso, san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Danni furono segnalati anche alla stessa Piccola Casa della Divina Provvidenza e al Cimitero di San Pietro in Vincoli.

La sciagura spinse Vittorio Emanuele II a trasferire altrove il deposito pirico, mentre il complesso di Borgo Dora venne destinato a diventare arsenale di costruzione, fabbrica d’armi, fonderia e laboratorio pirotecnico, officina di riparazione artiglieria, con altre sedi dislocate in altri quartieri cittadini. Il nuovo edificio, quello in stile neomedioevale con un porticato e una torretta visibile ancor'oggi, fu realizzato dal Genio Civile tra il 1862 e il 1867[1]: in tutto copre un area di sessantamila metri quadrati.

Da allora all'inizio della prima guerra mondiale, l'Arsenale viaggiò al ritmo produttivo di 600-800 veicoli al giorno, 180 ruote alla settimana, con ottocento operai, tecnici, ufficiali militari guidati da un colonnello. Durante la grande guerra l'Arsenale raggiunse il massimo della produzione storica, mantenendola anche negli anni del fascismo.

Durante la seconda guerra mondiale l'Arsenale ebbe a contare 1.377 dipendenti, i quali non si fermarono nemmeno dopo i bombardamenti alleati del 28 novembre 1942. Il 25 aprile 1945 l'edificio venne occupato dai partigiani.

Nel dopoguerra iniziò il lento declino della struttura, fino al suo più totale abbandono[2].

Da fabbrica di armi a fabbrica di pace

L'atrio dell'Arsenale della pace, aprile 2010.

Dopo anni di abbandono, il 2 agosto 1983 due dei tre edifici che costituivano l'arsenale furono ceduti dal Comune di Torino al Sermig di Ernesto Olivero: in cambio il gruppo missionario si sarebbe accollato l'intera spesa per la sua sistemazione, valutata all'epoca intorno ai cento miliardi di lire.

Negli anni a seguire gli edifici sono stati splendidamente restaurati grazie alle offerte e alla manodopera gratuita di migliaia di persone. Ora è di fatto un "monastero di laici", sede di quella che è una vera e propria congregazione di uomini e donne consacrate riconosciuta dalla Chiesa cattolica, congregazione della quale Ernesto Olivero è fondatore e capo.

Due nuovi arsenali in Brasile e Giordania

Dal 1996 la fraternità del Sermig opera anche in Brasile con l'Arsenale della Speranza per l'accoglienza del popolo della strada di San Paolo, mentre dal 2003 in Giordania è attiva con l'Arsenale dell'Incontro, luogo di accoglienza per giovani portatori di handicap e di incontro e dialogo fra persone di diversa provenienza, affinché "insieme possano vivere la pace che nasce dalla giustizia".

Statistiche

Arsenale della Pace - Torino

  • 32.000 presenze ai corsi di formazione per i giovani, ai laboratori musicali e ai corsi della Scuola Artigiani Restauratori
  • 9.400 studenti di 350 classi di scuole elementari, medie e superiori nei progetti di educazione alla pace e alla mondialità
  • 230.000 presenze agli incontri di formazione, di preghiera e di sensibilizzazione

per questi servizi sono stati necessari euro 267.000 e 43.620 ore di volontariato valutate, unitamente ai materiali donati, euro 789.600

  • 62.520 presenze nelle accoglienze notturne e residenziali di persone in difficoltà
  • 8.630 visite nell' ambulatorio medico

per questi servizi sono stati necessari euro 824.000

  • 88.440 ore di volontariato valutate, unitamente ai materiali donati, euro 3.550.800
  • euro 459.000 per la ristrutturazione, l'arredo, la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici dell'Arsenale
  • euro 539.000 per la gestione ordinaria (utenze, spese alimentari, assicurazioni, ecc.)

sono state necessarie 186.430 ore di volontariato valutate, unitamente ai materiali donati, euro 3.584.500

Arsenale della Speranza, San Paolo, Brasile

  • 1.550 persone al giorno, per un totale di 566.000 notti
  • 3.500 pasti al giorno, per un totale di 1.282.000 pasti
  • 513.800 docce e 12.400 visite mediche
  • 41.000 presenze nei corsi di formazione e alfabetizzazione
  • 73.000 contatti per il servizio di assistenza sociale e offerta/ricerca lavoro

sono state necessarie 98.600 ore di volontariato valutate euro 1.120.000

Arsenale dell'Incontro, Madaba, Giordania

È iniziata la ristrutturazione dei nuovi spazi che accoglieranno bambini e ragazzi disabili cristiani e musulmani (il servizio è iniziato nel luglio 2007) unita ad una paziente attività di sensibilizzazione della società al rispetto dei diritti umani dei diversamente abili

  • euro 47.200 è la spesa sostenuta; sono state necessarie 11.648 ore di volontariato, valutate euro 189.500
  • Tre case nel mondo: Madaba (Arsenale dell'Incontro), San Paolo (Arsenale della Speranza), Torino (Arsenale della Pace)

Chi aiuta

  • Gente comune per il 93,3 %
  • Enti pubblici in Italia per il 2,7% (di cui il 2% in aerei e camion per spedizioni umanitarie)
  • Enti pubblici in Brasile per il 2,3%
  • Enti privati per il 0,1%
  • Banche e fondazioni bancarie per il 1,6%
Note
  1. Quest'ultima data è anche riportata sulla facciata dell'edificio.
  2. Arsenale Militare - Piazza Borgo Dora, 3 su istoreto.it. URL consultato il 23-04-2010
Collegamenti esterni