Chiesa Cattolica in Vietnam

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Anno 2009
Cristiani
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7,2%
Cattolici 8 milioni (6,7%)
Ebrei
Protestanti 0,5%
Anglicani
Luterani
Pentecostali/carismatici
Ortodossi
Mussulmani sunniti 0,1%
Mussulmani sciiti
Altri Cao Dai 1,1% ,
Hoa Hao 1,5%
Animisti
Buddisti 9,3%
Induisti
Lamaisti
Scintoisti
Taoisti
Sikh
Atei & agnostici 80,8% (censimento 1999)
Popolazione 90,550 milioni
(stime CIA del luglio 2011[1])
Parrocchie
Presbiteri
Seminaristi
Diaconi Permanenti
Religiosi
Religiose
Primate
Presidente della Conferenza Episcopale Pierre Nguyên Van Nhon
Nunzio apostolico vacante
Rappresentante apostolico non residente Leopoldo Girelli
Codice
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classifica - nazione su Catholic Hierarchy


La Chiesa Cattolica in Vietnam è parte della Chiesa cattolica universale, sotto la guida spirituale del Papa e della Santa Sede.

La confessione cattolica è la seconda componente religiosa del Vietnam (dopo il Buddhismo), con i suoi quasi 8 milioni di battezzati, cioè il 9% della popolazione. I battesimi sono 100 000 l'anno[2].

A livello continentale, la comunità cattolica vietnamita è la seconda dell'Asia continentale per numero di fedeli, dopo quella dell'India. Il Vietnam, da quando è diventato "Repubblica Socialista del Vietnam", nel 1976, non ha ancora allacciato rapporti diplomatici stabili con la Santa Sede.

Storia

Diffusione del cristianesimo

I primi contatti con la cristianità avvennero nel 1533. I primi significativi passi nell'evangelizzazione del Paese furono opera dei domenicani, dei francescani e dei gesuiti.

Nel 1627 entrò in Vietnam il padre gesuita Alexandre de Rhodes, francese. Fondò nel nord del Paese l'istituto per catechisti "Casa del Signore dei Cieli" (Nha Duc Chua Troi) per formare dei laici che potessero aiutare i sacerdoti e che potessero sostituirli nelle funzioni che non erano riservate agli ordini sacri.

Nel 1630 la diffusione del cristianesimo in Vietnam venne proibita. Ma la Chiesa continuò a sopravvivere di nascosto. Anche le congregazioni più note, come gli "Amanti della Santa Croce", rimasero attive, seppure in maniera clandestina; i loro membri continuarono la loro attività sotto il costante pericolo di essere scoperti ed incarcerati.

Nel 1659 vennero istituiti i vicariati apostolici del Tonchino e della Cocincina. Nel 1670 si tenne il primo sinodo dei Vescovi vietnamiti, a Nam Dinh; la risoluzione più importante fu l'approvazione della regola dell'istituto fondato da de Rhode. Nel 1673 papa Clemente X concesse l'Apostolatus Officium: la Santa Sede riconobbe ufficialmente "Casa del Signore dei Cieli".

Durante l'Ottocento i cristiani in Vietnam furono oggetto di persecuzioni. Ma la chiesa continuò a crescere. Nel 1933 fu eletto il primo Vescovo vietnamita di nascita.

Nel 1950, su una popolazione di circa 19 milioni di abitanti, c'erano circa 1.400.000 cristiani.

Con il ritiro definitivo della Francia dal Paese, dopo la sanguinosa guerra d'indipendenza, il paese fu diviso in due parti: il nord sotto influenza comunista e il sud sotto l'influenza occidentale. Si verificò allora una fuga in massa dei cristiani verso il sud: si calcola che abbandonarono le loro case circa 800.000 profughi, in maggioranza cattolici[3]. Emigrarono intere parrocchie e intere Diocesi con i loro Vescovi. Intanto al nord il regime attuò il suo programma di scristianizzazione: tutti i missionari stranieri vennero espulsi, i seminari chiusi, le scuole nazionalizzate. Il culto fu ammesso solamente all'interno dell'associazione dei "Cattolici patriottici e amici della pace", un organismo "indipendente", in realtà uno strumento creato dal governo per irregimentare i cristiani.

La Guerra tra il Sud e il Nord, con l'intervento degli U.S.A, infuriò fino al 1976, quando tutto il paese venne riunificato sotto il dominio comunista.

Dal 1976 ad oggi

Da quando è stata instaurata la "Repubblica Socialista del Vietnam", il partito comunista esercita sui cristiani una dura repressione. Si è ripetuto al sud quanto era già successo nei primi anni cinquanta al nord: i missionari e il clero straniero vennero espulsi, furono poste grosse limitazioni alla libertà di culto dei cristiani, molti sacerdoti vennero internati nei campi di concentramento. Il caso di Nguyen Van Ly è emblematico.

Il regime ha bloccato le nuove ordinazioni di Vescovi, nei seminari è stato imposto un numero chiuso.

Particolarmente colpita è la comunità dei Montagnard, un gruppo etnico minoritario. Essendo di religione cristiana, sono stati sempre sospettati dai comunisti di aver militato con gli Stati Uniti durante la guerra. Da decenni i gruppi montagnard, protestanti e cattolici, subiscono la persecuzione da parte del governo vietnamita.

La Costituzione vietnamita (del 1982) predica che "i cittadini del Vietnam hanno diritto alla libertà religiosa. Tutti hanno la facoltà di seguire o non seguire una religione". Ma tale diritto rimane solo sulla carta. A tutt'oggi è vietato importare nel Paese la Bibbia per diffonderla. Inoltre, la Chiesa cattolica lamenta la sottrazione delle sue proprietà e dei suoi terreni. Fin dal 1954 la repubblica del Nord (a guida comunista) aveva incamerato i beni ecclesiastici; nel 1976, con l'unificazione del Paese, l'esproprio è continuato al Sud.

Lo Stato ha requisito alla Chiesa vietnamita 2.250 proprietà[4]. Tra queste vi sono la sede dell'ex Delegazione Apostolica e il convento di suore di Vinh Long.

L'8 gennaio 2009, il governo vietnamita ha posto una pietra tombale sulla questione annunciando che non restituirà le proprietà requisite alle organizzazioni religiose.

Un caso emblematico è quello della chiesa di Tam Toa.

Costruita nella prima metà del XVII secolo, cioè agli albori dell'evangelizzazione, fu restaurata nel 1887. Ritenuta una delle più belle chiese del Paese, rimase semidistrutta dai bombardamenti durante la Guerra del Vietnam. Ne sono rimasti in piedi solo la facciata e il campanile. Ciononostante, le cerimonie religiose hanno continuato a svolgersi con regolarità sul sagrato e nelle aree circostanti. Nel 1996 il Comitato locale del popolo l'ha confiscata. Da allora i fedeli combattono una battaglia contro le autorità per revocare il provvedimento di confisca. Il 20 luglio 2009 la polizia è intervenuta con la forza per interrompere l'avvio dei lavori di restauro dell'edificio: poliziotti in borghese hanno aggredito i preti e i fedeli presenti. Contro le intimidazioni e la repressione i cristiani hanno saputo reagire: a fine luglio si è svolta davanti alla chiesa la più grande manifestazione di ispirazione religiosa della storia del Vietnam[5].

Da diversi anni il governo esercita, di fatto, un'ingerenza sulle nomine dei Vescovi, attraverso l'uso del potere di veto sui nomi dei candidati scelti dalla Santa Sede. Nel 2009 queste pressioni sembrano essersi allentate ed il Papa ha potuto procedere alla nomina di cinque nuovi Vescovi senza subire l'ingerenza del governo vietnamita. Sono stati nominati i Vescovi per le Diocesi di Ban Mê Thuôt, Phát Diêm, Thái Binh, Than Pho e Xuân Lôc.

Intanto prosegue il lavoro diplomatico tra il Vaticano ed il governo per il riallacciamento delle relazioni diplomatiche. Nel febbraio 2009 una delegazione ufficiale della Santa Sede si è recata nel Paese asiatico a colloquio con le autorità vietnamite. A novembre 2009 è avvenuta la visita a Roma di una delegazione del Vietnam[6].

Contributi del cristianesimo alla cultura nazionale

  • Padre Alexandre de Rhodes studiò la lingua del Paese. De Rhode fu autore della traslitterazione in caratteri latini della lingua vietnamita (come Cirillo e Metodio avevano fatto con il russo). Ancora oggi il sistema alfabetico in uso nel Paese è quello ideato da de Rhodes. I numerosi missionari che operarono nel Paese, anche durante le persecuzioni dell'Ottocento, portarono a termine l'opera di completamento della grammatica vietnamita, fino alla comparsa di una vera e propria letteratura nazionale. Andrea di Phu Yen, un suo allievo nella Maison de Dieu, divenuto da adulto catechista, martire della fede, è stato riconosciuto beato.
  • Nguyen Truong To (1828-1871), erudito e riformatore nel campo del diritto.
  • Le Van De (1906-1966), riconosciuto come uno dei massimi pittori vietnamiti del XX secolo.

Organizzazione

La Chiesa cattolica in Vietnam conta 3 Arcidiocesi e 23 Diocesi, con 6 Seminari. Sul territorio sono disseminate 2.200 parrocchie.

Le vocazioni alla vita religiosa ed al sacerdozio si mantengono su quote stabili ed abbondanti. Le vocazioni sono cresciute del 50% negli anni 2005-2009, portando a 1.500 il numero dei seminaristi[7].

Nel 2004 vi erano 2.927 sacerdoti cattolici, 1.833 membri di congregazioni maschili, 11.421 suore e 52.513 catechisti.

Delegazione apostolica

La delegazione apostolica dell'Indocina è stata istituita il 20 maggio 1925 con il Breve Ex officio supremi di papa Pio XI.

Il 17 giugno 1964, in forza del Breve Quemadmodum muneris di papa Paolo VI, essa assunse il nuovo nome di Delegazione Apostolica del Vietnam e della Cambogia.

Note
  1. CIA WORLD FACTBOOK: Vietnam - People & Society
  2. Avvenire, 24 gennaio 2010.
  3. Andrea Riccardi, Il secolo del martirio, Mondadori, 2009, pag. 258.
  4. Avvenire, 9 gennaio 2009.
  5. Osvaldo Baldacci, Liberal, 29 luglio.
  6. Avvenire, 26 luglio 2009.
  7. Stefano Vecchia, Avvenire, 24 gennaio 2010.
Voci correlate
Collegamenti esterni