Ernesto Olivero

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Ernesto Olivero
Laico
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Fondatore del Sermig
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Età attuale 84 anni
Nascita Mercato San Severino
24 maggio 1940
Morte
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Ordinato diacono
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Ernesto Olivero merita il Nobel per la Pace perché è buono, un uomo qualunque, buono nel profondo, da sempre. Una bontà talmente grande da diventare forza, da spingere a battersi dentro le ingiustizie sociali. Una bontà così disarmante da incutere rispetto anche ai più forti, anche ai più feroci. Così disarmante da trasformare, grazie all’aiuto dei soci-collaboratori e di migliaia di volontari, un Arsenale di guerra in un Arsenale che produce pace, "bombe" di pace. "Bombe" da lanciare nei momenti di guerra più sanguinari: Iraq, Libano, Somalia, Ruanda... "Bombe" da lanciare in Paesi nei quali la pace esiste ma solo per chi se la può permettere. Come in Brasile.
Se un uomo qualunque, partendo da solo, con la sola forza della sua bontà è riuscito ad aiutare milioni di persone, che traguardi potrebbe prefiggersi con l’aiuto dell’eco del Nobel?
Ernesto Olivero merita il Nobel per la Pace per lanciare più in grande, nei mondo, le onde della pace del suo potente Arsenale.
Virgolette chiuse.png
(Madre Teresa di Calcutta, lettera all'Accademia Reale Svedese delle Scienze)

Ernesto Olivero (Mercato San Severino, 24 maggio 1940) è un attivista, scrittore e "costruttore di pace" italiano. Autodefinitosi "un innamorato di Dio", è noto per essere il fondatore del Sermig di Torino.

Biografia

La giovinezza

Ernesto Olivero nacque a Pandola (frazione di Mercato San Severino in provincia di Salerno), "per caso" in quanto lì si era trasferita la famiglia per lavoro. Era l'ultimo di nove figli, con il padre cuneese nativo di Boves e la madre originaria di Avellino. In Campania iniziò una carriera scolastica molto faticosa.

Nel 1952 la sua famiglia tornò al nord, a Chieri, dove, racconta Ernesto, finì per essere chiamato il meridionale a causa delle sue origini, mentre fino ad allora veniva definito il piemontese. Poco dopo ebbe i primi contatti col mondo delle missioni iscrivendosi alla Lega Missionaria Studenti, quindi entrò negli Scouts e iniziò a insegnare catechismo.

A quindici anni entrò nell'organizzazione delle Giornate Missionarie Mondiali, prima a Chieri, poi a Torino ed in giro per l'Italia, proponendo con la sua compagnia di amici nuovi metodi di sensibilizzazione sui problemi del Terzo Mondo: fu in una di queste occasioni che conobbe la futura moglie Maria Cerrato[1].

Ottenuto faticosamente il diploma, Olivero iniziò a lavorare in alcune industrie della zona e quindi presso una filiale della Banca San Paolo di Torino, dove rimase fino alla pensione.

Le origini del Sermig

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Servizio Missionario Giovani
« Tutti i gruppi di cui facevo parte (...) erano parte della mia vita. Tutti mi avevano permesso di conoscere i drammi dei più poveri; mi era quindi difficile sceglierne uno solo. E così, nel dubbio, decisi di fondarne uno nuovo. A dire il vero non sapevo cosa volesse dire fondare un gruppo... »

Al momento di sposarsi già lavorava in banca e collaborava con una decina di gruppi missionari: sua moglie gli chiese di sceglierne soltanto uno, nel quale sarebbe entrata anche lei. Lui invece decise di fondarne uno nuovo.

I due, con il chiaro obbiettivo di "combattere, se non sconfiggere, la fame nel mondo" esposero la propria idea al responsabile dell'Ufficio Missionario Diocesano di Torino. Dopo la sua approvazione, i due lanciarono un appello, a cui risposero sei persone: gli otto iniziarono ad incontrarsi settimanalmente a casa dei due giovani sposi, e il 23 maggio 1964 si diedero un nome: Servizio Missionario Giovani, abbreviato in Sermig. All'epoca Olivero aveva ventiquattro anni.

Il gruppo crebbe velocemente di numero, pur se tra mille difficoltà e colpi bassi: tra queste lo sfratto del gruppo dalla propria sede, avvenuto nel 1969 su volontà della Curia diocesana. A questo fatto seguì un mese di preghiera e l'incontro tra Olivero e il vescovo della città, monsignor Michele Pellegrino il quale, venuto a conoscenza dei fatti, dopo qualche tempo concesse al gruppo la chiesa dell'Arcivescovado come nuova sede.

Negli anni '70 da Olivero e i suoi uscirono una fucina di iniziative a favore dei poveri vicini e lontani, in particolare raccolte fondi tramite mostre, mercatini e concerti con il progressivo coinvolgimento di artisti di maggior fama, e serate di sensibilizzazione sulle tematiche della mondialità e dei problemi del terzo mondo grazie a personalità di varia fede religiosa o anche del mondo laico.

Il 13 maggio 1973 in particolare, al Palazzetto dello Sport di Torino, Ernesto per la prima volta vinse la timidezza accettando di parlare in pubblico: sarà il primo di una lunghissima serie di incontri pubblici fatti col desiderio di raccontare la propria esperienza di vita e portare il proprio messaggio di pace e speranza a più persone possibili. Per questi motivi negli anni strinse amicizia e coinvolge nei propri progetti in vari modi gente comune, imprenditori giovani, coppie, famiglie ma anche politici di ogni schieramento, atei, credenti, preti, vescovi, cardinali, importanti rappresentanti di altre religioni: tra questi vanno ricordati, solo rimanendo nei primi anni di vita del gruppo, Giulio Andreotti, Norberto Bobbio, dom Helder Camara, Giorgio La Pira, dom Luciano Mendes, Sandro Pertini, Benigno Zaccagnini...

Nel 1976 Olivero pubblicò per le Edizioni Paoline il suo primo libro, Costruire con la speranza; due anni dopo invece fu promotore della nascita del mensile del Sermig Nuovo Progetto, del quale divenne anche direttore, carica che ricopre ancor'oggi.

Gli anni dell'Arsenale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Arsenale della Pace

Dopo anni di insistenti richieste alle istituzioni e centinaia di ore di preghiera, il 2 agosto 1983 Olivero e la Fraternità della Speranza del Sermig riuscirono ad ottenere in gestione una parte delle strutture del vecchio Arsenale militare, situato in Borgo Dora, uno dei quartieri malfamati della città. Con l'aiuto volontario di migliaia di giovani e numerose offerte, negli anni compiranno un vero miracolo portando lentamente a compimento il recupero del complesso, che divenne l'Arsenale della Pace[2], una struttura che attualmente si estende in circa quarantamila metri quadri.

Negli anni '90 i giovani dell'Arsenale diedero poi vita al movimento Giovani della Pace, il quale oggi promuove grandi iniziative di solidarietà e raduni con e per i giovani del mondo. Poi arrivarono le aperture di due nuovi Arsenali nel mondo: l'Arsenale della Speranza a San Paolo del Brasile nel 1996 e l'Arsenale dell'Incontro a Madaba, in Giordania, nel 2003.

Da anni l'Arsenale, definito "un monastero di laici", porta assistenza a immigrati, tossicodipendenti, alcolizzati, malati di AIDS, senza tetto nell'ordine delle centinaia di migliaia persone.

L'attività di Ernesto Olivero

Tantissime persone (carcerati, tossicodipendenti, ecc..) sono state reinserite in società grazie ad Ernesto Olivero ed il suo movimento: tra questi anche alcuni famosi ex brigatisti rossi come Pietro Cavallero, personalmente conosciuto da Olivero negli anni '70[3]. Furono incontri come questi che gli fecero venire l'idea di realizzare, per primo in Italia e nel pieno degli "anni di piombo", una cooperativa tra carcerati e liberi[1]. In seguito Olivero e i suoi hanno accolto tra le mura anche ragazzi protagonisti di brutte storie di bullismo[4].

Con gli anni Olivero si è fatto anche una reputazione di mediatore e di grande uomo di pace super partes: per questo motivo nel 1987 fu incaricato dall'allora Ministro di Grazia e Giustizia Giuliano Vassalli di fare da mediatore durante la rivolta del carcere di Porto Azzurro, nell'Isola d'Elba[5]. Ricevette lo stesso incarico a Betlemme nel 2002 in occasione dell'assedio alla Basilica della Natività.

Nel 1988 invece, invitato dal Pariarca maronita Nasrallah Pierre Sfeir e spronato dall'amico fraterno dom Luciano Mendes, fu il primo civile che ebbe la possibilità di entrare in Libano dopo anni di guerra civile, per una missione di pace con lo scopo dichiarato di portare aiuto alle popolazioni di entrambe le fazioni coinvolte[6].

Amico personale di personalità come Madre Teresa di Calcutta e di Giovanni Paolo II, ha potuto contare nel corso degli anni sull'aiuto di un numero sempre maggiore di persone: tra i volti noti si aggiunsero nomi come Oscar Luigi Scalfaro, Enrico Berlinguer, Lech Walesa e tanti altri[7]. Con gli anni ha potuto portare avanti avanti le sue cause davanti ai potenti del mondo, anche in occasione di importanti appuntamenti come per esempio il celebre G8 di Genova del 2001[8].

Tra tanti giovani che dedicano la propria vita a questa causa, molti optano per il celibato, scegliendo l'Arsenale come propria dimora: questi oggi costituiscono un ordine religioso riconosciuto ufficialmente dall'Arcidiocesi di Torino ed in attesa di riconoscimento da parte della Chiesa cattolica.

Un suo nuovo progetto è affidato alle parole di una canzone che lui stesso ha scritto nel 2005, sul tema della mortalità infantile: ogni tre secondi nel mondo un uomo muore di fame. Olivero vorrebbe affidarla a Bono degli U2 e organizzare con lui e altri cantanti un grande concerto di sensibilizzazione con milioni di potenziali spettatori.

Riconoscimenti

Va ricordato infine che Madre Teresa, Giovanni Paolo II ed altre note personalità italiane (come Norberto Bobbio e Giovanni Agnelli) e straniere, religiose e laiche, lo hanno ripetutamente ma finora inutilmente proposto per la candidatura al Premio Nobel per la Pace[12].

Opere

« I diritti della vendita di questo libro saranno interamente devoluti dall'autore a progetti di aiuto per i poveri che varcano ogni giorno la soglia dell'Arsenale della Pace. L'autore ha scoperto da tempo che non c'è affare più redditizio. »
(Frase stampata alla fine dei libri di Ernesto Olivero)
  • Costruire con la speranza, Edizioni San Paolo, Alba 1976
  • Costruire con la Pace, Sermig, Torino 1976
  • Lotta attiva e contemplazione, LDC, Rivoli 1977
  • Guardarsi in faccia, LDC, Rivoli 1979
  • Domande difficili: la morte, la fede, il senso della vita, Città Nuova Editrice, Roma 1980
  • Uomo, chi sei?, Città Nuova, Roma 1982
  • Aprimi gli occhi, Edizioni Paoline, 1983
  • Camminare con Dio, Città Nuova, Roma 1983
  • Sulle orme di Dio, Città Nuova, Roma 1986
  • 687 Km di speranza, Edizioni San Paolo, Alba 1988
  • Il Sogno di Dio, Città nuova ragazzi, 1989
  • Riedizione, Città Nuova, 2000
  • Nel paese che conosco solo io, Città Nuova Ragazzi, Roma 1989
  • L'Amore amato, Città Nuova, Roma 1990
  • Nel paese del tesoro nascosto, Città Nuova Ragazzi, Roma 1990
  • Ti racconto la creazione, Città Nuova Ragazzi, Roma 1990
  • Nel paese della pace, Città Nuova Ragazzi, Roma 1991
  • Nel paese della fantasia, Città Nuova Ragazzi, Roma 1991
  • Vivere da Vivo, Città Nuova, Roma 1991
  • Uniti per la pace, Città Nuova, Roma 1991
  • Preghiere metropolitane, Piemme, Casale Monferrato 1994: raccolta di 366 poesie dell'autore scelte, su un totale di 1127, da Giulio Andreotti[1].
  • Le favole di Ernesto Olivero, Raccolta, Città Nuova, Roma 1994
  • Amare con il cuore di Dio, Piemme, Casale Monferrato 1994
  • Dio non guarda l'orologio, Mondadori, Milano 1996, ISBN 88044146863: forse il suo libro più celebre, con racconti di vita in ordine sparso. Il titolo si riferisce ad un episodio accaduto all'autore durante l'incontro con un detenuto in carcere.
  • Meditazioni per il nuovo millennio, Mondadori, Milano 1998
  • Non bussate: è già aperto, Mondadori, Milano 1998
  • Il lungo cammino verso Dio, Mondadori, Milano 1999
  • Dialoghi con Norberto Bobbio, Mondadori, Milano 2001
  • Carolpapa, Mondadori, Milano 2002
  • Dio dirige il mio cuore, Mondadori, Milano 2003
  • Nuovo Progetto Scuola – Letture e riflessioni sull'attualità, SEI, Torino 2003
  • La gioia di rispondere sì. La regola del Sermig, Portalupi Editore, 2004
  • Aprimi gli occhi. Pensieri senza tempo sulla strada di Dio, Riedizione, Edizioni San Paolo, Alba 2004
  • L'amore ha già vinto, Edizioni San Paolo, Alba 2005
  • Grazie, Carolpapa, Mondadori, Milano 2006
  • Pace, Con Flaminia Morandi, Editrice La Scuola, 2007
  • Riedizione, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2010
  • Sogno che fra cent'anni. La gioia di rispondere sì, Effatà, 2008: la "Regola non regola" del Sermig, scritta da Ernesto Olivero nel 1996 spronato dall'amico dom Luciano Mendes de Almeida vescovo brasiliano, al quale aveva chiesto di scriverla[13].
  • Squarciamo il buio. Pensieri per la pace, Edizioni San Paolo, Alba 2010

È stato anche autore dei testi di un'opera musicale su papa Giovanni Paolo II, Dal basso della terra, pubblicato nel 2004 con le musiche di Mauro Tabasso.

Libri su Ernesto Olivero

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 Ernesto Olivero, Dio non guarda l'orologio, Mondadori, Milano, 1997
  2. Gianmario Ricciardi, Ernesto Olivero, il personaggio e la profezia, SEI 1996.
  3. Messaggero di Sant'Antonio
  4. SuperAbile
  5. Rai.it
  6. Sito ufficiale del Sermig
  7. I suoi incontri con questi personaggi, a volte rocamboleschi, sono raccontati da Olivero, nell'autobiografia Dio non guarda l'orologio.
  8. Comune di Torino
  9. Arcidiocesi di Gorizia
  10. Chiesa.espressonline
  11. Messaggero di Sant'Antonio
  12. Informusic
  13. http://www.sermig.org/ITA/fraternita/si.htm
Voci correlate
Collegamenti esterni