San Giuseppe Cafasso
San Giuseppe Cafasso Presbitero | |
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Santo | |
Età alla morte | 49 anni |
Nascita | Castelnuovo d'Asti ora Castelnuovo Don Bosco 15 gennaio 1811 |
Morte | Torino 23 giugno 1860 |
Sepoltura | Santuario della Consolata, Torino |
Ordinazione presbiterale | 1833 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1925, da Pio XI |
Canonizzazione | 1947, da Pio XII |
Ricorrenza | 23 giugno |
Santuario principale | Santuario della Consolata |
Patrono di | Carcerati e condannati a morte |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 23 giugno, n. 9:
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San Giuseppe Cafasso (Castelnuovo d'Asti ora Castelnuovo Don Bosco, 15 gennaio 1811; † Torino, 23 giugno 1860) è stato un presbitero italiano, canonizzato da papa Pio XII nel 1947.
Biografia
Nacque da una famiglia contadina modesta e profondamente religiosa, quattro anni prima di Giovanni Bosco e frequentò le scuole pubbliche del suo paese prima di frequentare il seminario di Chieri.
Difficile era prevedere un futuro di oratore: a scuola andava abbastanza male, e inoltre il suo parlare era sommesso, ma divenne presbitero nel 1833 a ventidue anni e quattro mesi dopo entrò nel Convitto ecclesiastico torinese del teologo don Luigi Guala, dove i neo-sacerdoti potevano approfondire le loro conoscenze secondo gli insegnamenti teologici e pastorali di Sant'Alfonso Maria de' Liguori e arricchirsi spiritualmente con gli esercizi di Sant'Ignazio. Entrato come allievo, Cafasso vi rimase prima come insegnante, poi come direttore spirituale e infine come rettore.
Nonostante la mancanza di una voce tonante venne chiamato a predicare. Il suo aspetto era gracile, la sua colonna vertebrale deviata lo faceva apparire gobbo.
Divenne amico di Don Bosco e lo consigliò, indirizzandolo ad aiutare i ragazzi poveri di Torino. Di lui Don Bosco diceva: "La virtù straordinaria del Cafasso fu quella di praticare costantemente e con fedeltà meravigliosa le virtù ordinarie."
Alcuni notabili gli proposero anche di candidarsi alla Camera dei Deputati; ma don Cafasso rinunciò rispondendo: "Nel Dì del Giudizio il Signore mi chiederà se avrò fatto il buon prete, non il buon avvocato".
Fu direttore spirituale di presbiteri, laici, politici, fondatori. Pio XI lo definì la perla del clero italiano. Don Cafasso sostenne anche materialmente don Bosco e la Congregazione salesiana fin dalle sue origini. Era popolare a Torino in particolare per l'aiuto offerto ai carcerati, anche col supporto morale alle loro famiglie. Venne definito "il prete della forca" perché spesso si presentava alle esecuzioni capitali seguendo il condannato a morte fino al patibolo.
Scritti
- Opere complete, Torino, Istituto-Collegio internazionale della Consolata per le missioni estere,
- 2. Sacre missioni al popolo, Torino, scuola tipografica missionaria, 1923;
- 2. Sacre missioni al popolo, Torino, scuola tipografica missionaria, 1925;
- 3. Meditazioni per esercizi spirituali al clero, Torino, scuola tipografica missionaria, 1925;
- 4. Istruzioni per esercizi spirituali al clero, Torino, Istituto-Collegio internazionale della Consolata per le missioni estere, 1925;
- Edizione nazionale delle opere di san Giuseppe Cafasso, Cantalupa, Effata,
- 1. Esercizi spirituali al clero. Meditazioni, a cura di Lucio Casto, 2003;
- 3. Missioni al popolo. Meditazioni, a cura di Pier Angelo Gramaglia, 2002;
- 4. Predicazione varia al popolo. Istruzionie discorsi, a cura di Renzo Savarino, 2005;
- 5. Epistolario e testamento, introduzione, testi e note a cura di Giuseppe Tuninetti, 2004;
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