Beato Francesco Gaetano Umberto Mottola

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Beato Francesco Gaetano Umberto Mottola
Presbitero
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al secolo
battezzato
Beato
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Beato Don Franceso Mottola
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte M anni
Nascita Tropea
3 gennaio 1901
Morte Tropea
29 giugno 1969
Sepoltura Concattedrale di Tropea
Conversione
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
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Ordinato diacono 1923
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Ordinazione presbiterale Tropea, 5 aprile 1924
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 17 dicembre 2007, da Benedetto XVI
Beatificazione 10 ottobre 2021, da Francesco
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 29 giugno
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Onorificenze
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Consorte

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Collegamenti esterni
Sito ufficiale o di riferimento
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Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Beato Francesco Gaetano Umberto Mottola (Tropea, 3 gennaio 1901; † Tropea, 29 giugno 1969) è stato un presbitero italiano.

Cenni biografici

Nacque a Tropea (allora provincia di Catanzaro, oggi di Vibo Valentia) il 3 gennaio 1901, primogenito di undici figli (dei quali solo tre sopravvissero: oltre a lui, Gaetano e Anna) di Antonio e dalla moglie Concettina nata Bragò.

All'età di dieci anni entrò nel seminario minore di Tropea. Il 21 giugno 1913 morì la madre. Quattro anni dopo, terminati gli studi ginnasiali, Mottola si trasferì nel seminario di Catanzaro dove sviluppò la propria spiritualità a contatto con don Francesco Mennini, dal 1918 rettore del seminario di Tropea. Di salute cagionevole, soffriva di leggeri ma frequenti attacchi di febbre. Trascorse quasi interamente l'ultimo anno di seminario a Tropea. Il 25 marzo 1922 fu ordinato suddiacono a Catanzaro, l'anno successivo diacono a Tropea e infine presbitero il 5 aprile 1924. Per motivi di salute non conseguì la laurea in teologia.

Svolse il ministero in molteplici ambiti pastorali, dalla predicazione all'amministrazione dei sacramenti, dalla direzione spirituale all'attività letteraria e giornalistica, dall'esercizio concreto della carità all'organizzazione di iniziative spirituali e culturali.

Cinque anni dopo gli fu conferita la carica di rettore del Seminario di Tropea nel quale precedentemente era stato docente e padre spirituale. Si mostrò guida attenta e prudente dei giovani ma soprattutto animatore entusiasmante, aperto alla comprensione dei segni dei tempi e alla ricerca delle opportunità di bene che i nuovi fermenti sociali esigevano.

Il suo zelo si estrinsecò anche in varie iniziative apostoliche, sempre promosse con grande spirito di sacrificio. In modo particolare fu convinto assertore dell'improrogabile esigenza di un profondo rinnovamento spirituale e culturale del clero diocesano, che favorì mediante fraterni incontri di preghiera e di studio, e della necessità del coinvolgimento dei laici nell'apostolato.

Nel 1930 fondò la Famiglia degli oblati e delle oblate del Sacro Cuore. Al 1931 è datata la sua nomina a penitenziere della Cattedrale tropeana. Fondò il circolo culturale "Francesco Acri" e diresse la rivista "Parva Favilla". Intraprese alcune iniziative sociali: nel 1935 organizzò dei gruppi di aggregazione tra laici e sacerdoti in cui la preghiera e la contemplazione venivano affiancati all'impegno pratico di azioni caritatevoli.

Affiancò alla Famiglia degli oblati del Sacro Cuore un gruppo di oblati laici, che per la loro azione concreta furono definiti "certosini della strada". Grazie a lui a Tropea, Vibo Valentia, Parghelia, Limbadi e a Roma dove venne fondata la Casa della Carità. Le strutture furono destinate ad accogliere i disabili che venivano assistiti dagli oblati. Le sue attività di conferenziere, predicatore e di direttore del seminario di Tropea si interruppero nel 1942, colpito da paralisi alla parte destra del corpo e perdita dell'uso della parola.

La malattia sembrò stroncare la sua attività sacerdotale, ma don Francesco cercò di accettare con amore e speranza il sacrificio e la croce che gli era stata caricata addosso. Morì nella sua casa paterna a Tropea il 29 giugno 1969. Aveva fatto in tempo a vedere approvata il 25 dicembre 1968 la Famiglia degli Oblati del Sacro Cuore come Istituto secolare di diritto diocesano dal vescovo mons. Vincenzo De Chiara. I suoi resti mortali, inizialmente sepolti nel cimitero di Tropea, riposano nella navata destra della Concattedrale di Tropea, ai piedi del Crocifisso.

Bibliografia