Direzione spirituale




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La direzione spirituale cristianamente intesa ha lo scopo di promuovere lo svolgimento di una maturazione interiore, per aiutare una o più persone a vivere i valori cristiani in modo gradualmente più pieno ed efficace. Essa cerca di condurre una persona a precisare la propria identità e a divenire un membro esemplare nella sua comunità ecclesiale.
Metodica generale
Oggi si preferisce parlare di accompagnamento spirituale, per evidenziare il suo carattere non impositivo o autoritario, ma benevolo e gratuito, e anche per ricordare che lo strumento operativo primario consiste nel consiglio, che produce meditazione, ruminazione e può poi sfociare nella massima libertà come principio di azione.
Questo processo si sviluppa con il colloquio spirituale, in incontri personali o anche -nella nostra èra telematica- da lontano. Un colloquio non è "predica" e non è "discussione", ma nemmeno è una pettegola chiacchierata di passatempo. Non è una seduta di psicoterapia, non ha il fine di curare disturbi della personalità, anche se talvolta si trova di fronte a situazioni che richiedono previamente una conoscenza della moderna psicologia e della pedagogia. Siccome la psiche non è lo spirito,[1] la psicologia non sa giustificare gli scopi ultimi dell'agire spirituale cristiano; serve una distinzione dei due piani.
Il colloquio piuttosto cerca di dare un significato umano e spirituale a tutti gli eventi della vita, e a motivare in profondità e con agganci escatologici la fedeltà ai compiti e agli interessi morali, deontologici, sociali, familiari, religiosi. Il colloquio, insomma, tiene sempre presente l'azione di una terza persona: Dio. Si crea così una relazione triadica, nella quale ampio spazio è lasciato all'azione imprevedibile della grazia divina.
L'accompagnamento spirituale quindi si potrebbe definire la scienza e l'arte di guidare le anime alla santità, tenendo conto della loro vocazione specifica e "decifrando le esigenze misteriose di Dio" (Gaudium et Spes 16). Ben più che "arte" o "scienza" però, l'efficace accompagnamento spirituale è un carisma, distribuito ad alcuni dalla Divina Provvidenza per il perfezionamento della vita cristiana, ed è utile ricordare che i carismi sono talvolta innestati sulle attitudini naturali, innate o acquisite. Si vede bene come la finalità di questo accompagnamento sia nettamente soprannaturale, e come esso si distingua da qualunque altro intervento specialistico volto a superare qualche contingente difficoltà esistenziale.
Ogni carisma però va coltivato! Un aiuto spirituale ben condotto richiede quindi un'adeguata preparazione di tipo teologico morale e spirituale, ma soprattutto di tipo esperienziale, perché concerne la cardiognosi, che è un discernimento capace di intuire in modo agilissimo quali forze contrastanti siano all'opera in un cuore umano. La cardiognosi aiuta a saper velocemente adattare il colloquio di ascolto e di sostegno alla promozione della libertà personale, e nello stesso tempo aiuta a sensibilizzare le persone affinché riconoscano e accolgano i segnali dello Spirito Santo, unico vero maestro interiore.
Il metodo da usare in un colloquio non può essere ripetitivo: deve variare anche di molto, in ragione della condizione intellettiva, spirituale, di età e di carattere di ciascuna persona. Qui è utile la psicologia. Qualche volta l'accompagnatore fa bene a chiedere di ridurre la frequenza dei colloqui, per spronare l'accompagnato a camminare sulle proprie gambe in modo più libero e responsabile.
I consiglieri spirituali oggi
Nei primi secoli cristiani l'accompagnamento spirituale fu compito specifico dei monaci, che erano quasi sempre asceti laici. Esso quindi nacque storicamente nel contesto laicale e non ministeriale, ma in un contesto ascetico. Oggi il consacrato (sacerdote o suora) è ancora particolarmente abilitato a condurre verso la perfezione della carità e verso la testimonianza forte: basti considerare i casi nei quali oggi è richiesta un'obiezione di coscienza. Tuttavia si aprono ormai nuovi tempi e nuovi campi per l'accompagnamento dei laici nei percorsi spirituali: gli assistenti possono essere laici esperti, in forza del sacerdozio battesimale e regale, ben impegnati nel mondo con compiti temporali; si pensi ai vasti e complicati ambienti della politica e della cultura, delle professioni e dell'associazionismo. Tutti quanti comunque, sono chiamati da Dio a svolgere in forma sapienziale e segreta quello che la Chiesa svolge in forma autorevole e pubblica, per mandato divino. Oltre che farsi portavoce del pensiero della Chiesa, le guide devono anche saper esprimere una materna sollecitudine verso i fratelli, in quanto tutti riscattati col sangue di Cristo. Questa sollecitudine va condotta certamente con autonomia personale, ma anche col dimostrare un'amicizia capace di coinvolgersi nel cammino consigliato; inoltre va testimoniata con la competenza e con la santità di vita.
Una serie di verbi può far meglio comprendere le grandi responsabilità e le sottili abilità necessarie in un'assistenza spirituale cristiana: accogliere, infondere fiducia, facilitare, ascoltare, accettare, valutare, comprendere, orientare, consigliare, promuovere, esortare, proibire, spiegare, interpretare, comunicare empaticamente, e specialmente: esigere tutto il bene che una persona è in grado di dare volontariamente. Mentre le doti che il Catechismo degli Adulti esige dalle guide sono: pietà, zelo, umiltà, equilibrio, scienza, esperienza, bontà, disinteresse e riservatezza[2].
Purtroppo vi sono modi sicuri per rischiare il fallimento dell'assistenza spirituale: usare un comportamento erudito ma impersonale nel tratto, esprimere preoccupazioni moralistiche con esagerata frequenza, mostrare un'impazienza che non tollera indugi, classificare i rapporti con Dio in base a schemi rigidi senza accettare un libero confronto, fissare sempre l'attenzione sulle debolezze personali senza approvare i tentativi volenterosi e le piccole riuscite. Queste situazioni possono accadere quando si dimentica che ogni persona è una parola di Dio che non si ripete mai e che ognuno cerca la propria via con attrezzature e bagagli diversi.
I buoni frutti di un accompagnamento spirituale sapiente, vengono quando si riesce a cogliere tutti i tratti positivi di un'anima, facilitando la confidenza sincera. Lo dicevano già i santi apostoli della gioventù: quando una persona si sente apprezzata nei suoi lati positivi, si crea in lei uno stato d'animo di fiducia e di fortezza che la porta a esprimere le potenzialità più elevate.
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Bibliografia | |
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