Beato Guglielmo di Fenoglio

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Beato Guglielmo di Fenoglio, O.Cist.
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Beato
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Bernardino Campi Il beato Guglielmo da Fenoglio (a destra) con sant'Ugo di Lincoln. Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 55 anni
Nascita Borgoratto
1065
Morte Casotto
1120
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione 1100
Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale Orléans, [[]]
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Incarichi ricoperti
Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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Eventi
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Ricorrenza 19 dicembre
Altre ricorrenze
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Attributi
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Nel Martirologio Romano, 19 dicembre, n. 3:
« Nella Certosa di Casotto in Piemonte, beato Guglielmo da Fenoglio, religioso, che aveva condotto in precedenza vita eremitica. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Guglielmo di Fenoglio (Borgoratto, 1065; † Casotto, 1120) è stato un religioso italiano.

Cenni biografici

Guglielmo Fenoglio, nato nel 1065 a Valsorda-Borgoratto (Garessio, Cuneo), si sente attratto dalla vita solitaria. Decide di rifugiarsi nei pressi della vicina Torre Mondovì per condurre un'esistenza da eremita. Per lui, infatti, importanti sono la Parola di Dio, la preghiera, l'aiuto ai bisognosi. Si aggrega, poi, come semplice fratello laico, ad altri credenti solitari, in località Valcasotto (Cuneo), dove viene fondato un edificio religioso: la Certosa di Casotto secondo il modello proposto da san Bruno. La comunità, in seguito, si sottomise alla Grande Chartreuse.

Guglielmo rimase sempre un fratello laico e si distinse per lo spirito di umiltà e obbedienza.

Il culto

La sua morte avviene intorno al 1120, e la sua fama di santità si diffuse ben presto cosicché la sua tomba, collocata all'esterno del complesso monastico, fu meta di pellegrini, che accorrevano per venerarne le spoglie. In seguito per paura di profanazioni, i certosini decisero di riportare i resti mortali all'interno del monastero, ma prodigiosamente il corpo del Beato Guglielmo da Fenoglio (ritrovato ancora intatto dopo 300 anni dalla sua morte) ogni qualvolta veniva spostato, ritornava miracolosamente al suo posto originario.

Si narra, che nel 1802 onde evitare che le truppe napoleoniche violassero le reliquie del monaco, il suo corpo venne nascosto, e murato in una cappella che papa Pio V aveva consacrato nel XVI secolo. Sebbene numerose spedizioni di scavo siano state intraprese a partire dal 1864, il corpo del beato non fu mai ritrovato. [1]

È il patrono dei conversi certosini.[2]

Nell'arte è spesso raffigurato con una zampa di mula che, secondo la leggenda agiografica, avrebbe utilizzato per mettere in fuga dei briganti. Sue immagini si trovano nella certosa di Pavia, nella chiesa del Brichetto a Morozzo]e negli affreschi di Micco Spadaro nella certosa di San Martino a Napoli.[2]

In una bolla di papa Pio V del 21 febbraio 1568 è detto santo.[2] Papa Pio IX, con decreto del 29 marzo 1860, ne confermò ufficialmente il culto con il titolo di beato.[3]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 19 dicembre.[4]


Note
  1. Renzo Amedeo, Bibliotheca Sanctorum (BSS), vol. VII (1966), col. 466.
  2. 2,0 2,1 2,2 Renzo Amedeo, Bibliotheca Sanctorum (BSS), vol. VII (1966), col. 467.
  3. Index ac status causarum (1999), p. 430.
  4. Martirologio romano (2004), p. 956.
Collegamenti esterni