Beato Jacopone da Todi (Paolo Uccello)
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Segui @CathopediaPaolo Uccello, Beato Jacopone da Todi (1436), affresco staccato | |
Beato Jacopone da Todi | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Prato |
Comune | |
Diocesi | Prato |
Ubicazione specifica | Museo di Pittura Murale |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Prato |
Luogo di provenienza | Cattedrale di Santo Stefano, Cappella dell'Assunta |
Oggetto | dipinto murale |
Soggetto | Beato Jacopone da Todi |
Datazione | 1436 |
Autore |
Paolo Uccello (Paolo di Dono) |
Materia e tecnica | affresco staccato trasportato su tela |
Misure | h. 181 cm; l. 59 cm |
Iscrizioni | Beato Iacopo da Todi |
Il Beato Jacopone da Todi è un dipinto murale, eseguito nel 1436 ad affresco, da Paolo di Dono, detto Paolo Uccello (1397 – 1475), proveniente dalla Cappella dell'Assunta nel Cattedrale di Santo Stefano e conservato nella mostra I Tesori della città, allestita presso il Museo di Pittura Murale di Prato.
Descrizione
Nel dipinto compare:
- beato Jacopone da Todi (1233 ca. - 1306), religioso e poeta, che qui ritratto entro una nicchia con calotta a conchiglia, tipica dell'epoca, su uno sfondo rossastro che ne evidenzia la plasticità. Il volto, sofferente e profondamente espressivo, è il fulcro della composizione. Il beato è vestito con il saio francescano con in mano un libro aperto.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La parte più interessante dell'opera è lo studio prospettico basato sul punto di vista dello spettatore, che rende visibile il lembo inferiore del saio, rivelando come il dipinto fosse ottimizzata per una visione dal basso, mentre l'inclinazione della conchiglia dimostra come la nicchia immaginaria era destinata a una visione da destra, quindi a sinistra della vetrata.
- Il chiaroscuro incisivo, la resa anatomica, la solidità dell'appoggio dei piedi rimandano richiamano la lezione estetica di Masaccio.
Iscrizioni
Nel dipinto sono presenti due iscrizioni:
- sul libro in mano al beato Jacopone da Todi, che cita l'inizio della sua Lauda LV e si riferisce ai dubbi del francescano sul ritirare o meno le denunce contro il papa Bonifacio VIII, sperando che il pontefice gli revochi la scomunica e lo liberi dalla prigione, nella quale invece rimase rinchiuso fino all'elezione di Benedetto XI, nel 1303:
« | CHE FARAI FRATE JA[co]PONE, HOR SE GIUNTO AL PARA(g)ONE. » |
- in basso l'iscrizione che chiarifica il soggetto:
« | BEATO IACOPO DA TODI » |
Notizie storico-critiche
Il dipinto proviene dalla Cappella dell'Assunta nella Cattedrale di Santo Stefano, dove si trovava sulla parete dietro l'altare. Venne staccato nel 1967 e collocato nel Museo Civico alla fine degli anni Novanta, con la chiusura di questo, fu trasferito al Museo di Pittura Murale.
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