Candor Lucis aeternae

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Candor Lucis aeternae
Lettera apostolica di Francesco
StemmaPapaFrancesco 18-03-2013.jpg
[[File:{{{immagine}}}|250px|center]]
Data 25 marzo 2021
(IX di pontificato)
Approvazione {{{approvazione}}}
Traduzione del titolo Splendore della Luce eterna
Argomenti trattati Nel VII centenario della morte di Dante Alighieri
Lettera apostolica precedente Un futuro sostenibile economicamente‎
Lettera apostolica successiva La fedeltà nelle cose di poco conto

Testo integrale sul sito della Santa Sede

Tutti i documenti di Francesco
Tutte le Lettere apostoliche

Candor Lucis aeternae ("Splendore della Luce eterna") è una lettera apostolica di papa Francesco, pubblicata il 25 marzo 2021, in occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, avvenuta a Ravenna il 14 settembre 1321.

In apertura del suo documento, il Papa evidenzia che il 25 marzo, giorno in cui la Liturgia celebra il mistero dell'Incarnazione, "è anche particolarmente significativo per la vicenda storica e letteraria del sommo poeta"[1].

L'incipit e dunque il titolo della lettera derivano da Sap 7,26 (CEI 2008: "riflesso della luce perenne"), ripreso da Dante nella forma "candore de la etterna luce" (Convivio III XV 5).

Contenuto

Vengono dapprima ricordate le parole dei Pontefici dell'ultimo secolo su Dante, con particolare attenzione per l'enciclica In praeclara summorum di papa Benedetto XV (1914-1922) e per la lettera apostolica Altissimi cantus di san Paolo VI (1963-1978), che ribadirono l'appartenenza di Dante alla Chiesa cattolica (cfr. n. 1).

Il Papa riepiloga dapprima la vita di Dante Alighieri che, per via dell'esilio, assurse nella sua poesia a "paradigma della condizione umana, la quale si presenta come un cammino, interiore prima che esteriore" (n. 2).

Sviluppa quindi alcune riflessioni circa la perennità e l'attualità del messaggio di Dante, investito di una profetica missione di speranza (cfr. n. 3), cantore del desiderio umano di ritornare a Dio (cfr. n. 4), poeta della misericordia divina e della libertà dell'uomo, che può sempre scegliere quale via seguire e quale sorte meritare (cfr. n. 5).

Il documento evidenzia che, nella visione finale della Trinità, Dante scorge un volto umano, quello di Gesù, giacché Dio ha assunto la natura umana per mezzo dell'Incarnazione (cfr. n. 6). Vengono inoltre ricordate le figure delle tre donne della Commedia, cioè la Vergine Maria, Beatrice e Lucia (cfr. n. 7), nonché quella di San Francesco d'Assisi (cfr. n. 8).

Nella conclusione (cfr. n. 9) il Papa ricorda che Dante chiede di essere non soltanto studiato, ma anche imitato nel suo itinerario di conversione dalla "selva oscura" alla felicità eterna.

Note
  1. In effetti, la maggior parte degli studiosi ritiene che la data d'inizio del viaggio di Dante raccontato nella Divina Commedia sia proprio il 25 marzo (1300). Tale giorno è stato scelto anche per il cosiddetto "Dantedì", la giornata dedicata a Dante. Cfr. Gallotta 2021, 3.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni