Congregazione Benedettina dei Celestini
Congregazione Benedettina dei Celestini; Poveri eremiti di San Celestino; Eremiti di San Damiano | |
in latino ''''' | |
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Istituto di vita consacrata Ordine monastico maschile di diritto pontificio | |
Eremiti | |
Altri nomi Congregazione dei fratelli dello Spirito Santo | |
Fondatore | Pietro del Morrone |
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Data fondazione | 1254 |
Luogo fondazione | Maiella - Abruzzo |
sigla | O.S.B. Cel. |
Regola | Definita da San Pietro del Morrone, a partire da quella benedettina, camaldolese e francescana. |
Approvato da | Urbano IV, |
Data di approvazione | 1° giugno 1263 |
Motto | ' |
Abito | tunica di lana, cintolo di lino e cintura in pelle bianca, scapolare nero e cappuccio |
Scopo | Vita ascetica e contemplativa |
Santo patrono | San Benedetto da Norcia, San Pietro Celestino |
Prima fondazione | Abbazia di Santo Spirito a Maiella (Roccamorice), casa madre, 1254 |
Collegamenti esterni |
La Congregazione Benedettina dei Celestini in latino Congregatio o anche Ordo Coelestinorum, (sigla O.S.B. Cel. o O.S.B. Coel.) fu fondata da Pietro del Morrone nel 1254: detti originariamente fratelli di Santo Spirito o majellesi (dal monastero di Santo Spirito a Majella, loro primo insediamento) e poi morronesi (dal monastero del Morrone, sede dell'abate generale della congregazione), i monaci assunsero il nome di celestini dal fondatore nel 1294 dopo la sue elezione al papato, Celestino V.
Storia
Fra' Pietro del Morrone, Monaco benedettino dal 1230 e sacerdote dal 1239, predilesse sempre la vita eremitica e preferiva trascorrere il suo tempo nei romitori abruzzesi della Majella. La sua figura attrasse presto numerosi discepoli: sorse così una nuova comunità con sede nell'eremo di Santo Spirito a Majella di Roccamorice (Pescara). Sede generalizia dell'ordine, residenza dell'Abate Generale e del Capitolo dei Celestini fu l'Abbazia di Santo Spirito al Morrone, nei pressi di Sulmona (L'Aquila).
La congregazione era detta originariamente dei Fratelli dello Spirito Santo. La sua regola, ricalcata su quelle benedettina, camaldolese e francescana, fu approvata da papa Urbano IV con bolla del 1º giugno 1263; con lo stesso documento il pontefice autorizzò la comunità a essere incorporata nell'Ordine di San Benedetto. Ad attuare l'effettiva incorporazione fu il vescovo di Chieti, il cistercense Nicola da Fossa, con atto del 21 giugno 1264.
Nel 1274 l'ordine rischiò però di essere soppresso: in applicazione dei decreti del Concilio Lateranense IV, i vescovi riuniti a Lione per un nuovo Concilio avevano deciso di sciogliere tutti gli ordini religiosi fondati dopo il 1215. Il 21 marzo 1274 Pietro del Morrone si recò con alcuni confratelli nella città francese ed ottenne da papa Gregorio X la riconfermata della sua regola; ciò avvenne con la bolla Religiosam vitam (22 marzo 1275). Il vescovo di Chieti concesse alla comunità di Santo Spirito l'esenzione dalla giurisdizione episcopale il 6 gennaio 1278.
La congregazione dei Celestini si diffuse rapidamente soprattutto in Italia (con 96 tra abbazie e priorati) e in Francia (21 case), dove venne introdotta da Filippo il Bello soprattutto per celebrare la figura di Celestino V, considerato vittima di Bonifacio VIII; i pochi insediamenti celestini fondati in Germania scomparvero all'epoca della riforma protestante.
Soppressi in Francia da papa Pio VI dopo il 1776, i Celestini scomparvero anche in Italia agli inizi del XIX secolo.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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