Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni (Genova)
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Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni | |
![]() Genova, Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni | |
Stato |
![]() |
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Regione |
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Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Liguria |
Provincia | Genova |
Comune |
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Diocesi | Genova |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Chiesa |
Dedicazione | San Bartolomeo apostolo |
Sigla Ordine qualificante | B. |
Sigla Ordine reggente | B. |
Fondatore | Basiliani |
Data fondazione | 1308 |
Inizio della costruzione | 1308 |
Completamento | 1775 |
Pianta | navata unica |
Coordinate geografiche | |
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La Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni si trova a Genova nell'omonima piazza.
Storia e descrizione
La chiesa fu fondata nel 1308 da alcuni monaci Basiliani provenienti dalla Montagna Nera (Armenia meridionale), invasa dai Turchi.
Dell'edificio originario - probabilmente a pianta centrale - è rimasta la parte absidale, con la cupola e la cappella sinistra della testata; quella di destra, dedicata a San Pantaleo, fu distrutta nel 1883, quando fu costruito il palazzo che chiude da due lati (facciata e fianco destro) San Bartolomeo.
Il tempio venne notevolmente trasformato nel 1595, quando fu allungato, aggiungendo all'abside un'ampia navata unica, che risulta molto più alta della costruzione primitiva; passato nel 1650 ai Barnabiti, che la officiano tuttora, fu nuovamente ristrutturato nel 1775.
La storia della chiesa è strettamente legata alle vicende della reliquia del "Santo Volto di Edessa": un lino dipinto a tempera raffigurante il Cristo, che il doge di Genova Leonardo Montaldo ricevette dall'imperatore di Costantinopoli e donò ai monaci dl San Bartolomeo nel 1388. Inserito in una preziosa cornice in filigrana d'oro e d'argento - capolavoro dell'oreficeria bizantina - viene esposto durante la settimana successiva alla domenica di Pentecoste.
Ricco il corredo decorativo, in gran parte legato alla sacra reliquia. Tra gli affreschi: Gesù consegna ad Anania le sue impronte, di Giovanni Battista Paggi (XVI secolo) sulla volta del vestibolo; Storie del Santo Sudario di Orazio De Ferrari, G.B. Paggi e Giulio Benso nella controfacciata e sulla parete laterale destra; notevolissimo, sulla volta, il Martirio di San Bartolomeo di Lazzaro Tavarone (1596).
Tra i dipinti spiccano un'Annunciazione di G.B. Paggi, il Miracolo del cieco di Gerico di Orazio De Ferrari e il ritratto del Beato Alessandro Sauli di Giacomo Boni (1745). Sull'altare maggiore, stupendo trittico di Turino Vanni (1415) con Madonna e santi e Storie di San Bartolomeo nella predella; alle pareti del presbiterio, Resurrezione (1559) e Ascensione (1561), tavole di Luca Cambiaso, e Angeli di Domenico Piola. Da segnalare ancora due crocifissi, quello ligneo di Anton Maria Maragliano e il grande Crocifisso ligneo barocco dell'abside.
Alla chiesa primitiva appartengono gli affreschi quattrocenteschi posti nel vestibolo della sagrestia, con Storie della Passione, Crocifissione, Evangelisti e Dottori della Chiesa.
Bibliografia | |
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