Consacrazione della panetteria
Quello della consacrazione della panetteria è un problema ipotetico di teologia dell'Eucaristia, la cui analisi getta luce sul significato e sulla prassi dei Sacramenti.
Si ipotizza che un presbitero o un vescovo pronuncino le parole della consacrazione del pane, "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi" in una panetteria. Il quesito che si pone è il seguente: tali parole pronunciate dal ministro consacrano il pane della panetteria?
Una forma alternativa del quesito consiste nell'ipotesi di consacrare il vino di una cantina.
Argomentazioni teologiche
Il magistero della chiesa non si è mai pronunciato sulla questione, che rimane accademica. Ma la risposta più in linea con la dottrina della Chiesa cattolica è che non avviene nessuna consacrazione.
La ragione sta nel fatto che il sacerdote che celebra l'Eucaristia lo fa a nome e in persona Christi, e realizza quello che Cristo e la Chiesa hanno intenzione di fare. Ora, né Cristo ebbe né la Chiesa avrà mai l'intenzione di consacrare una panetteria[1].
Le indicazioni del Codice di diritto canonico
Il Codice di Diritto Canonico non prende in considerazione il caso, ma indica una pista di comprensione:
« | Augustissimo sacramento è la santissima Eucaristia, nella quale lo stesso Cristo Signore è presente, viene offerto ed è preso come cibo, e mediante la quale continuamente vive e cresce la Chiesa. Il Sacrificio eucaristico, memoriale della morte e della risurrezione del Signore, nel quale si perpetua nei secoli il Sacrificio della croce, è culmine e fonte di tutto il culto e della vita cristiana, mediante il quale è significata e prodotta l'unità del popolo di Dio e si compie l'edificazione del Corpo di Cristo. Gli altri Sacramenti infatti e tutte le opere ecclesiastiche di apostolato sono strettamente uniti alla santissima Eucaristia e ad essa sono ordinati. » | |
(Can. 897)
|
« | Il sacerdote non celebri il Sacrificio eucaristico senza la partecipazione di almeno qualche fedele, se non per giusta e ragionevole causa. » | |
(Can. 906)
|
Tali canoni fanno capire che la chiesa considera l'Eucaristia come una celebrazione del Corpo Mistico di Cristo, popolo di Dio (membra) in unione al Cristo (capo) agente e determinante l'intera azione sacra come sacerdote e vittima.
La chiesa, ossia il Corpo Mistico di Cristo, celebra l'Eucaristia per rendere un atto di ringraziamento e lode a Dio Padre, da parte del Figlio, tramite lo Spirito Santo, per l'amore del Padre nei confronti degli uomini, per riparare le offese dovute ai molti peccati, tributarne la giusta lode e impetrarne aiuto e propiziazione. Attraverso la celebrazione rafforza la sua fede, che proclama e la sua unione mistica (comunione) con Cristo Signore.
La celebrazione del Sacrificio può dunque avvenire solo con queste intenzioni e non meramente pronunciando le parole consacratorie. Pronunciare le parole dell'Istituzione dell'Eucaristia all'interno di una panetteria non costituisce un'intenzione valida a celebrare un sacrificio di lode, ringraziamento, adorazione, impetrazione e propiziazione, che sono per l'appunto le finalità per le quali la Messa è celebrata.
Nello spettacolo
Nel film Lo spretato[2] il protagonista, nel mezzo di un combattimento interiore tra la sua vocazione di prete e l'abbandono che ha vissuto, e per dare una lezione al seminarista che cerca di convertirlo, consacra una bottiglia di vino. Il seminarista, Gerard di Lacassagne, deve pertanto bere tutto. Intanto le persone attorno fanno coro, come se fosse una sfida di quanto vino si riesce a bere. Contrasta molto l'atteggiamento religioso del seminarista con la leggerezza del mondo che non capisce il mistero. Il film dà per sicuro che il vino è stato trasformato in sangue di Cristo.
Note | |
| |
Voci correlate | |