Decreto di Graziano
Il Decreto di Graziano (in latino Concordia discordantium canonum, "concordia dei canoni discordanti", più conosciuto come Decretum Gratiani) è il più importante testo di Diritto canonico del XII secolo.
È opera del monaco Giovanni Graziano, che lo redasse probabilmente a Bologna. Raccoglie in un'unica opera una collezione dei decreti, ma operando un sistematizzazione che, nelle intenzioni dell'autore, aveva lo scopo di superare le numerose incoerenze dell'ordinamento canonico dell'epoca.
Fu testo di riferimento fino al 1917, anno dell'introduzione del Codice Piano Benedettino.
Contenuto
Il Decretum è la più completa raccolta di leggi ecclesiastiche del tempo. Contiene più di 3800 testi, che riuniscono l'insieme del diritto antico:
- Canoni apocrifi degli apostoli
- Decreti di tutti i concili generali dal IV secolo al Concilio Lateranense II
- Decretali di tutti i pontefici da Damaso I (366-384) a Innocenzo II, comprese le false decretali pseudo isidoriane
- Penitenziali
- Libri liturgici
- Statuti episcopali
- Scritti patristici
- Leggi romane e franche
Graziano attinse ovviamente da opere precedenti come il Decreto e la Tripartita del vescovo Ivo di Chartres (XI secolo), e la Collectio canonum del vescovo e cardinale Anselmo di Lucca, ma anche da Etymologiae di Sant'Isidoro di Siviglia.
La data della composizione dell'opera è incerta: si pensa sia stata scritta dopo il Concilio Lateranense II ma prima che Pietro Lombardo componesse il suo Liber Sententiarum, che nella sua opera integra alcuni canoni del nostro. Si stima quindi che l'opera sia stata creata attorno al 1140.
Nel 1996, quattro manoscritti antecedenti alla Vulgata di Graziano sono stati scoperti dal ricercatore Anders Winroth. A tale scoperta fece seguito quella di un quinto manoscritto della stessa epoca trovato nell'Abbazia di San Gallo in Svizzera. L'analisi di questi testi non è ancora terminata e si attendono i risultati.
Forza giuridica
Il Decretum si configura come collezione privata, non ufficiale: essa infatti, contrariamente alle asserzioni di alcuni autori, non venne mai approvata da papa Eugenio III. All'epoca, infatti, nessuno avrebbe ritenuto che una collana canonica necessitasse di una approvazione formale. Nel 1582 ne fu preparata, da parte dei Correctores Romani e su mandato pontificio, una revisione chiamata appunto romana.
Va notato tuttavia che il valore giuridico di un testo collecto resta comunque legato al valore che ogni singola parte aveva prima di entrare a far parte della Collezione. I testi della versione romana avevano piuttosto un valore interpretativo; ognuno di essi era preceduto da un summarium, che tuttavia non aveva alcuna forza di norma giuridica.
Nei tribunali fu resa obbligatoria la forma edita nel 1582 a Roma.
È certo che dopo il Decretum Gratiani la scienza canonistica mutò radicalmente, fornendo alla Curia Romana uno strumento giuridico di grande valore, che ne qualificò l'azione pastorale e politica, favorendone il prestigio e l'indiscussa autorità.
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