Festa della Pace (Teramo)
Festa della Pace (Teramo) | |
Alcune donne portano il cero per l'offerta | |
Rievocazione storica | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Pace teramana del 1559 |
Chiamata anche | Trionfi della Pace |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Teramo |
Comune | Teramo |
Luogo specifico | Cattedrale di Santa Maria Assunta, Santuario della Madonna delle Grazie, vie e piazze del centro storico |
Diocesi | Teramo-Atri |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Domenica in Albis (Seconda Domenica di Pasqua) |
Data d'istituzione | marzo 1559 |
Organizzata da | Associazione "Teramo Nostra", Comune di Teramo, Diocesi di Teramo-Atri |
Tradizioni religiose | Messa solenne, processione |
Tradizioni folcloristiche | corteo storico, offerta dei ceri |
La Festa della Pace si tiene annualmente a Teramo, nella Domenica in Albis (seconda Domenica di Pasqua), ultimo giorno dell'Ottava di Pasqua, per celebrare la pacificazione della città nel 1559.
Storia
La Festa della Pace venne istituita nel marzo 1559 a seguito di un lungo e tormentato periodo di gravi conflitti che afflissero il governo municipale alla metà del XVI secolo.
I contrasti, spesso sanguinosi e fratricidi, erano dovuti al mancato controllo da parte del governo teramano nei confronti delle incomprensioni che si erano avute fra le fazioni in vista del nuovo ordinamento cittadino, ma anche per l’influenza negativa della guerra tra Francia e Spagna. Infatti lungo il confine tra l´Abruzzo teramano e lo Stato Pontificio si fronteggiarono per anni le truppe napoletane guidate da Fernando Álvarez de Toledo, detto anche Duca D'Alba (1507 – 1582) e l’esercito francese condotto da Antonio Carafa (1520 ca. – 1588) nella "Guerra del Tronto". Le uccisioni, gli incendi, le distruzioni furono numerose e con l´aumentare del banditismo e del brigantaggio il Parlamento teramano si trovò costretto ad inasprire la pressione tributaria, a ridurre i privilegi e le esenzioni fiscali, procurando ulteriori divisioni e malcontento nella popolazione.
Le nobildonne teramane, sostenute dal vescovo Giacomo Silveri Piccolomini (1553 - 1581), ed implorando l'intercessione di Maria Vergine e di san Berardo, decisero di intraprendere un’azione di pace, per porre fine alla violenza ed alle lotte intestine nella città. Le donne si recarono nelle abitazioni di coloro che avevano subito le perdite per convincerli a non rispondere alle provocazioni con altro sangue, invitandoli dunque a non proseguire con inutili vendette, che avrebbero decimato ancor di più la città. L’iniziativa fu accolta favorevolmente dal governatore spagnolo. Così nel marzo 1559 per ordine di Fernando Álvarez de Toledo, vicerè del Regno di Napoli, grazie alle sollecitazioni del vescovo Giacomo Silveri Piccolomini, alla presenza del governatore della provincia, Ferdinando Figueron, e di quello cittadino, Cristobal Santo−Stefano, e del popolo, venne istituita la Festa della Pace che avrebbe dovuto essere inviolabile e mantenuta nei secoli, da celebrarsi ogni anno la Domenica in Albis.
Durante la metà della Quaresima, il magistrato eleggeva per ciascun quartiere due donne e due uomini che venivano chiamati, rispettivamente, Paciere e Pacieri, poiché avevano il compito sia di andare in giro per la città a raccogliere denaro per le funzioni in suffragio dei defunti, sia per pacificare quelle famiglie che durante l’anno avevano avuto delle controversie.
Nell'Ottava di Pasqua, venivano offerti, in due momenti diversi, i ceri alla Madonna ed a san Berardo da Pagliara, come ringraziamento per la loro intercessione nella fine dei tumulti e nella pacificazione delle città:
- Durante la Messa solenne, gli uomini e le donne incaricate della pace, in processione e sontuosamente vestiti, offrivano al Vescovo i ceri a san Berardo da Pagliara.
- Dopo i Vespri, le donne, rappresentanti delle quarantotto famiglie teramane più importanti, si riunivano nella Chiesa di San Giovanni per poi recarsi in corteo al Santuario della Madonna delle Grazie, seguite dai rispettivi servitori che portavano i ceri da offrire al Padre Guardiano, che le accoglieva davanti la Croce della Pace con una speciale benedizione e poi ricambiava il dono con un rinfresco in sacrestia.
La tradizione venne continuata fino al 1767, anno in cui vennero aboliti i Pacieri e la processione pomeridiana. Rimase, invece, la cerimonia del mattino e la consegna del cero da parte del Sindaco al Padre Guardiano del convento, durante la Messa solenne.
Questa manifestazione segnò il trionfo dell'aristocrazia cittadina, la quale assunse la guida del Parlamento, composto dalle quarantotto famiglie più importanti dei quartieri che avevano diritto a partecipare al governo comunale della città. Il governo, denominato del "quarantottismo", garantì lo svolgimento annuale della festa, che da allora ebbe inizio e venne interrotta solo con la salita al trono di Ferdinando I di Borbone (1751 – 1825) sul trono del Regno di Napoli, poiché, volendo accentrare il potere nelle sue mani, pose fine all’autonomia del "Governo dei quarantotto" e di conseguenza alla Festa della Pace.
La festa è stata riscoperta a partire dal 1993 grazie all'associazione "Teramo Nostra", che ogni anno s’impegna per rievocare questa antica festa teramana basata sui valori della pace.
Descrizione
La Festa della Pace si svolge nella Domenica in Albis, secondo un programma ben definito:
- ore 17.00: da piazza Verdi, muove il corteo dei quartieri storici (San Giorgio, Santa Maria Bitetto, San Leonardo e Santo Spirito) con i figuranti in costume d’epoca, che si snoda lungo le vie del centro storico, fino al Santuario della Madonna delle Grazie, dove si ripete l'Offerta del Cero.
- ore 19.30: Santa Messa in Concattedrale di Santa Maria Assunta, celebrata dal Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri.
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