San Leonardo di Noblac
San Leonardo di Noblac Laico | |
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Santo | |
Età alla morte | circa 63 anni |
Nascita | Gallia Orléans 496 ca. |
Morte | Saint-Léonard-de-Noblat 6 novembre 559 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 6 novembre |
Santuario principale | Collegiale di Saint-Léonard-de-Noblat |
Attributi | Ceppi, catene, manette |
Devozioni particolari | Invocato per i dolori del parto e dalle donne sterili |
Patrono di | prigionieri, missionari, agricoltori, fabbri, fruttivendoli, carcerati, matti, carpentieri, Imperia |
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Nel Martirologio Romano, 6 novembre, n. 5:
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San Leonardo di Noblac, o Noblat, o Noblet, o del Limosino o di Limoges (Gallia Orléans, 496 ca.; † Saint-Léonard-de-Noblat, 6 novembre 559), è stato un abate ed eremita francese, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, la sua venerazione si diffuse in Europa a partire dall'XI secolo, è a quel periodo che risalgono le prime biografie, piuttosto leggendarie, che ne favorirono il culto. I padri Bollandisti dichiararono fabularum plena, piena di favole, la Vitae sancti Leonardi che uscì anonima poco dopo il 1030. Le Historiae di Ademaro di Chabannes scritte verso il 1028; raccontano che nel 1017, venne scoperto un supposto capo di san Giovanni Battista a Saint-Jean-d'Angély e i fedeli dei dintorni accorsero portando le reliquie dei loro santi, fra le quali quelle di Leonardo indicato come confessore nel Limusino..
Biografia
Nella Vitae sancti Leonardi si racconta che 'Leonardo nasce in Gallia da nobili franchi nel castello di Vandôme nel villaggio di Corroi presso Orleans all'epoca dell'Imperatore Anastasio, rifiutò di arruolarsi per seguire l'allora arcivescovo di Reims, San Remigio che lo tenne a battesimo, insieme a Clodoveo da poco convertitosi al cattolicesimo, la notte di Natale del 496.
Il re dei Franchi Clodoveo, amico della sua famiglia, concesse a lui, come a San Remigio, la facoltà di liberare i prigionieri che avesse incontrato e ritenuto innocenti. Leonardo sfruttò questa opportunità liberando un gran numero di persone ridotte in condizioni miserevoli e prive di libertà. Leonardo poi avrebbe rifiutato l'offerta della sede vescovile che gli sarebbe spettata, preferendo ritirarsi in un monastero ad Orléans con queste parole:
Principe, date la mitra pontificale a coloro che la desiderano. Io mi accontento di lodare il Signore conducendo una vita da eremita. (Vita 7)
Abbandonata la corte con suo fratello Lifardo, si ritira per qualche tempo presso il monastero di Micy, divenuto diacono si dirige a sud e decide di fondare il suo eremo nella foresta di Pauvain nel Limosino. Ebbe tanti seguaci e la fama della sua santità arrivò fino al re che ne richiese l'intervento quando la regina, transitando in quella zona, venne sorpresa dalle doglie del parto. L'intervento di Leonardo lenì i dolori della regina che poté dare alla luce il suo bambino. Il re Clodoveo, per riconoscenza, gli concesse la parte di bosco che sarebbe riuscito a descriverne in un giorno a dorso d'asino. Qui Leonardo edificò un oratorio intitolato a Nostra Signora di sotto gli alberi ed eresse un altare in onore di San Remigio. Secondo la leggenda devozionale fece, quindi, un buco in terra che si riempì miracolosamente d'acqua dando origine a un pozzo che venne nominato nobiliacum, in ricordo della donazione regale.
La tradizione vuole che il santo sia morto il 6 novembre, mentre una datazione precisa dell'anno non c'è, ma non dovrebbe discostarsi molto dalla metà del VI secolo. Dal nobiliacum prese il nome anche la cittadina che si andò formando attorno al monastero e che inizialmente prese il nome di Noblac, quindi Noblat e oggi è chiamata Saint-Léonard-de-Noblat in onore del suo illustre fondatore.
Il culto
È uno santo molto popolare nell'Europa centrale. Secondo uno studioso in suo onore furono erette non meno di seicento chiese e cappelle e il suo nome ricorre frequentemente nella toponomastica e nel folklore, il santo divenne molto famoso e riscosse particolare devozione all'epoca delle crociate e tra i devoti si segnalò il principe Boemondo d'Antiochia che, preso prigioniero dagli infedeli nel 1100, attribuì la sua liberazione, nel 1103, al santo e, tornato in Francia, donò al santuario di Saint-Léonard-de-Noblac, come ex voto, delle catene d'argento simili a quelle di cui era stato caricato durante la prigionia.
Bibliografia | |
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