Festa di San Michele Arcangelo (Sala Consilina)
Festa di San Michele Arcangelo (Sala Consilina) | |
Statua di san Michele arcangelo | |
Festa patronale Processione | |
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Festa locale | |
Commemorazione celebrata | San Michele Arcangelo, patrono della città |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Salerno |
Comune | Sala Consilina |
Luogo specifico | Santuario di San Michele Arcangelo, vie del centro storico |
Diocesi | Teggiano-Policastro |
Periodo | Primavera-Inverno |
Data inizio | 8 maggio |
Data fine | 30 settembre |
Tradizioni religiose | processioni, messe, novena, Volo dell'Angelo (sacra rappresentazione) |
Tradizioni folcloristiche | {{{tradizioni folcloristiche}}} |
Tradizioni culinarie | li cavàti fritti |
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La Festa di San Michele Arcangelo si svolge annualmente a Sala Consilina (Salerno), in onore di san Michele arcangelo, patrono della città.
Descrizione
La Festa di San Michele Arcangelo si celebra in cinque tempi distinti:
- 8 maggio - l'ascesa: processione ascendente dalla città al Santuario in cima alla montagna;
- 17 maggio - il cinto;
- 4 luglio, l'apparizione;
- 27 - 29 settembre, la festa e la discesa: rito di ritorno, quando dal monte si torna in città.
- 16 dicembre - San Michele ed il terremoto.
8 maggio: san Michele ri maggiu
In questo giorno, una processione accompagna la Statua di san Michele Arcangelo al Santuario montano, dove rimarrà per i cinque mesi estivi.
Dopo la celebrazione della Messa, la processione parte dalla Chiesa della SS. Annunziata, durante il quale compie alcune soste presso:
- la Cappella detta di "San Michelicchio", dove è collocata una piccola statua del Santo, alla periferia meridionale del paese, dove sono apposti sul simulacro gli ex voto, un ricco corredo di gioielli, la bilancia aurea e la spada dell’Arcangelo. Da questo momento, la processione inizia la salita al monte, preceduto da:
- una o più donne che recano in testa lu cindu, strutture votive di candele a forma di torre o di barca;
- una macchina processionale a forma di gózzo, una barca tipica delle coste cilentane, portata a spalla, ma che da questo momento sarà caricata su un camion, al cui albero è collocato l’Àngilu, ossia un ragazzo di 10 anni che indossa un costume da san Michele arcangelo.
- la Cappella della Madonna di Costantinopoli;
- la Cappella della Madonna di Loreto, dove l’Àngilu (l’Angelo) recita tre invocazioni rituali al Santo, insieme con l’offerta dell’incenso, dei fiori e di un cero. Dopo di questa che è l’ultima sosta, la banda musicale, che ha accompagnato la processione, esegue l’ultimo inno e, mentre la statua preceduta solo dal cinto continua il cammino, gran parte della gente si ritira.
Infine, giunti al Santuario di San Michele Arcangelo, si consuma lo spuntino dei giorni di festa, che ciascuno ha portato da casa e in cui non manca il dolce salese di pasta lievitata (li cavàti fritti), al quale seguono le tarantelle al suono d’organetti o di zampogne.
Il pomeriggio e la sera i fedeli che non hanno potuto seguire la processione si recano a "visitare" san Michele arcangelo.
17 maggio: lu cindu
La mattina del 9 maggio, inizia la novena al Santuario, che ha termine il giorno 17. Lo stesso giorno alle 9.00, parte dalla Chiesa della SS. Annunziata la processione col "cinto" a torre, portato in capo da una donna e preceduto dalla croce penitenziale, tra i canti dei fedeli al suono della zampogna. Giunto il corteo sul monte ed è entrato in chiesa, si celebra una Messa, al termine della quale, il "cinto" esce dalla stessa e compie tre giri intorno a lu cappillínu, il nucleo più antico del Santuario, aprendo una porta che solitamente rimane chiusa, la porta ri Màrsicu.
Al terzo giro si toglie dal "cinto", lu cirínu, un lungo spago intriso con la cera donata l’anno precedente, avvolto a matassa e poggiato davanti alla base della struttura votiva, e lo si dispone intorno al "cappellino", sotto la grondaia in ganci di ferro battuto predisposti per questo, in triplice voluta. Il vecchio "cerino" è tagliato in pezzi e distribuito ai fedeli che se ne serviranno per tener lontane li mmali timbèsti. Sempre con l’accompagnamento del canto, la processione rientra in chiesa e il "cinto" è riposto.
4 luglio: l’apparizione
In questa giornata, si commemora l’apparizione di san Michele arcangelo sulla montagna della Balzata (la Vauzàta), nel 1213, ad un giovane pastore che portò il messaggio ai salesi, ma che increduli e scettici non ascoltarono la richiesta del Santo di costruire una chiesa nel posto della sua manifestazione. Per questo, i salesi furono costretti ad edificarla, portando sulla montagna le pietre appese al collo, sul punto in cui fu rinvenuto il simulacro del Santo che ancora qui si custodisce. Inoltre, all'interno della chiesa sono ancora conservate alcune pietre tagliate a parallelepipedo con un gancio metallico, ex voto della pratica di salire al Santuario con un peso al collo.
Settembre: san Michele ri sittiémbri
La festa si articola in momenti celebrativi e riti devozionali, scanditi dalla tradizione, che si tengono dal 28 al 30 settembre.
28 settembre
La sera del 28 settembre si porta in processione la Barca con l’Angelo, preceduta da una fiaccolata formata da:
- ragazzi del quartiere di Sant'Eustachio che cantano inni a San Michele;
- un sonatore di organetto o di zampogna;
- un trofeo di uva, pampini, foglie d’edera e altre primizie della terra, detto "lu jardínu ri Sandu Michèli".
La processione, che ha un percorso inverso rispetto a quella del giorno successivo, sosta davanti ad ogni immagine di San Michele, dove l’Angelo recita le tre invocazioni rituali e offre simbolicamente i fiori, l’incenso e il cero.
Sul sagrato della chiesa della Chiesa della SS. Annunziata, dopo le invocazioni e l’offerta, la Barca, che gli uomini portano a spalla, è presa a braccia e, tra gli incitamenti della folla le vengono fatte fare tre veloci oscillazioni avanti e indietro, probabilmente ad imitazione del movimento del mare.
La processione termina nella serata presso il Santuario, dove numerosi fedeli veglieranno per tutta la notte, pregando e cantando in onore del Santo.
29 settembre
La mattina del 29 settembre la Statua di san Michele Arcangelo è portata in paese, dai membri della Confraternita, con lo stendardo, vestiti di cotta bianca, mozzetta gialla, cappuccio bianco, fascia verde e medaglione in lamina sbalzata. Giunti davanti all'edicola di "San Michelicchio" all'ingresso del borgo, il simulacro è rivestito di tutti gli ex voto.
Dopo le invocazioni san Michele Arcangelo, la processione si riavvia, con l’Angelo in testa al corteo, percorrendo la parte alta del paese, la Cívita, dove è stato preparato un primo jardínu o uórtu ri Sandu Michèli: una struttura a due piani addossata ad una casa e coperta di rami d’edera e di vite, fiori, uva e ortaggi. Altri "giardini" sono predisposte su due lati sul sagrato della Chiesa di Sant'Eustachio, dove si svolge il Volo dell’Angelo, sacra rappresentazione, molto diffusa nell'Italia meridionale. Lungo robuste funi, tese tra il balcone di una casa e la Chiesa e con l'ausilio di carrucole, un bambino viene fatto muovere, "volare" per tre volte, a circa otto metri dal suolo, sino alla Statua di san Michele Arcangelo, rivolgendogli alcune invocazioni e presentandogli le offerte devozionali.
La processione prosegue fino alla piazza principale, dove verso 12.30 è celebrata all'aperto la Messa solenne presieduta dal Vescovo della Diocesi. Si assiste quindi ai fuochi d’artificio, li spari, che annunciano l’ingresso della Statua di san Michele Arcangelo nella chiesa dell’Annunziata.
30 settembre
Il 30 settembre, la Statua di san Michele Arcangelo è qualche volta portata in processione, in forma meno rituale e solenne con l’ausilio di autoveicoli, anche nelle campagne per la benedizione delle attività agricole.
Dicembre: san Michele ri lu Tirramòtu
Dopo il sisma del 23 novembre 1980 è stata ripristinata l’antica devozione di celebrare il 16 dicembre, di ogni anno, una Messa al Santuario di San Michele Arcangelo per chiedere la protezione del Santo patrono.
Sapori di festa
La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:
- li cavàti fritti, dolci di pasta lievitata.
Riconoscimenti
- L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
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