San Michele arcangelo

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San Michele arcangelo
Arcangelo
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Maestro di Castelsardo, Scomparto di polittico con San Michele Arcangelo (fine del XV secolo), tempera su tavola; Castelsardo, Museo Diocesano Polo Sant'Antonio Abate
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Ricorrenza 29 settembre
Altre ricorrenze 8 maggio
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Attributi Armatura, spada, bilancia, lancia, demonio nelle sembianze di un drago
Devozioni particolari Invocato per la buona morte e contro la peste
di Mondo, paracadutisti, polizia, radiologi, droghieri, commercianti, maestri d'arme, speziali, fabbricanti di bilance, schermidori
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Collegamenti esterni
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 29 settembre, n. 1:
« Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente. »

San Michele arcangelo è uno dei tre arcangeli menzionati nella Bibbia. Il nome Michele deriva dall'espressione "Mi-ka-El" che significa "chi (è) come Dio?".

L'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Nel calendario liturgico cattolico si festeggia come San Michele arcangelo il 29 settembre, con San Gabriele arcangelo e San Raffaele arcangelo..

Nella Bibbia

Rilievo con San Michele arcangelo uccide il drago (XII secolo); Borgogna

Michele è citato nella Bibbia, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di Israele.

Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9, mentre nell'Apocalisse di Giovanni 12,7-8 Michele è l'angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge. Esso è implicitamente nominato in 5,14-15 e in 3,2. Essendo definito Angelo Personale del Signore se ne rintraccia la figura in 16,7 che rimanda a 10,4 e si ricollega a 3,2 eEs 23,21 .

Ulteriori riferimenti si trovano in Is 9,5 e Is 63,9 e ancora in 2,1. Infine un collegamento si può stabilire tra 3,1 , 1,2 e Sal 106,20 e 1,1 .

Nei libri non canonici

Nel Dizionario delle Creature spirituali di Giordano Berti (in I mondi ultraterreni, Milano 1998), sono riportati numerosi scritti apocrifi dell'Antico e del Nuovo Testamento in cui l'arcangelo Michele compare a vario titolo. Per esempio, nell'Apocalisse siriaca di Baruch è scritto che detiene le chiavi del Paradiso; nella Vita di Adamo ed Eva si dice che fu lui ad insegnare ad Adamo a coltivare la terra; nell' Apocalisse siriaca di Mosè detta ai figli di Adamo ed Eva i doveri rituali verso i defunti; nel Vangelo di Bartolomeo si racconta che fu lui a portare a Dio la terra e l'acqua necessarie a creare Adamo; nella Ascensione di Isaia si racconta che fu lui a rimuovere la pietra dal sepolcro di Gesù; nella Apocalisse della Madre di Dio accompagnò la Vergine in un viaggio infernale per mostrarle le pene a cui sono sottoposti i dannati.

Iconografia

Gonzalo Pérez, San Michele arcangelo vince il diavolo (XV secolo)

L'immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l'iconografia, dipende dai passi dell'Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago.

È il comandante dell'esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia).

Sulla base del libro dell'Apocalisse ne vennero scritti altri dedicati a Michele che finirono per definirlo come essere maestoso con il potere di vagliare le anime prima del Giudizio.

L'iconografia bizantina predilige l'immagine dell'arcangelo in abiti da dignitario di corte (con il loron) rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, più adottata invece in Occidente.

Nella liturgia

Rilievo con San Michele arcangelo uccide il drago (XV - XVI secolo); Corigliano d'Otranto, Castello, torrione

Nella Messa tridentina san Michele è ricordato espressamente più volte. Innanzitutto è menzionato nel Confiteor primo fra i santi dopo la Vergine Maria. Lo si ritrova quindi nella preghiera di benedizione dell'incenso, in cui l'Arcangelo viene invocato come «colui che sta alla destra dell'altare dell'incenso». Secondo il celebre liturgista dom Prosper Guéranger san Michele potrebbe essere citato erronemente al posto dell'arcangelo Gabriele, che viene menzionato dal Vangelo di Luca 1,19.[1]

Papa Leone XIII ordinò infine di recitare la Preghiera a San Michele in ginocchio davanti all'altare al termine di tutte le Messe, escluse quelle solenni.

Culto e tradizioni popolari

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Culto micaelico presso i Longobardi

Il culto dell'arcangelo Michele è di origine orientale.

Simon Ushakov, Icona con San Michele arcangelo (XVII secolo), tavola

L'imperatore Costantino I a partire dal 313 gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa in seguito all'apparizione dell'arcangelo sul Gargano in Puglia.

In Oriente san Michele è venerato con il titolo di "archistratega", che corrisponde al titolo latino di princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti) che compare nella preghiera a San Michele.

Secondo la tradizione, l'arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto l'8 maggio 490, ed indicatagli una grotta sul Gargano lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt'oggi il Santuario di San Michele Arcangelo - Celeste Basilica - (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant'Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un apposito percorso di purificazione detto Via Sacra Langobardorum.

Nella vita di papa Gregorio I riportata dalla Leggenda aurea, si narra che durante una tremenda pestilenza, al termine di una processione con il canto delle litanie istituite dal papa intorno alla città di Roma, Gregorio vide apparire su Castel Sant'Angelo San Michele che deponeva la spada nel fodero, segno che le preghiere erano state ascoltate e che la terribile epidemia sarebbe cessata. Per commemorare l'episodio sul monumento fu eretta una statua raffigurante l'arcangelo.

Altro luogo di venerazione dell'arcangelo Michele è l'isolotto francese di Mont Saint-Michel. Qui, secondo la leggenda, l'arcangelo Michele apparve nel 709 a sant'Uberto, vescovo di Avranches, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché san Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di sant'Uberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches.

Molto caro ai russi assieme all'arcangelo Gabriele e oggetto di diverse icone. Un monastero del XII secolo a lui dedicato, costruito sulla foce della Dvina, ha dato il nome all'intera città di Arcangelo, nel nord della Russia.

Il culto di san Michele fu assai caro ai Longobardi, e in Italia l'arcangelo Michele è patrono di molti paesi e alcune città.

Il culto fu caro anche a San Colombano ed ai monaci colombaniani di Bobbio, lo stesso santo monaco missionario irlandese fondò numerose chiese dedicati al santo nella sua opera evangelizzatrice in Europa ed eresse nel 615 l'Eremo di San Michele di Coli poco distante da Bobbio e dalla sua abbazia.

San Michele viene invocato per la buona morte ed è il santo protettore dei paracadutisti, commercianti, maestri d'arme, poliziotti, merciai, speziali, fabbricanti di bilance e schermidori.

La festa si celebra normalmente il 29 settembre, ma anche l'8 maggio, ricorrenza dell'apparizione.

San Michele arcangelo scaccia i pirati saraceni dall'isola di Procida (XVII secolo), olio su tela

In Italia san Michele è particolarmente venerato nelle seguenti località:

Alla tradizione della Novena a San Michele Arcangelo in Grinzano, presso Cervere, appartiene questa lode:

« Oh Sant'Arcangelo, deh a noi discendi
d'ogni pericolo tu ci difendi
le nostre suppliche porgi al Signor
di questo popolo o protettor,
di questo popolo o protettor! »

Santuario di Monte Sant'Angelo

L'arcangelo Michele apparve a San Lorenzo Maiorano la prima volta a Siponto in sonno
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Michele Arcangelo (Monte Sant'Angelo)

Il Basilica di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo (Foggia), detta anche "Celeste Basilica", fu decisivo per lo sviluppo della devozione all'Arcangelo e per la sua propagazione nell’Occidente europeo. Il culto micaelico, difatti, partì dall’Oriente bizantino e si insediò nell’Occidente latino soprattutto grazie al santuario garganico, che fu legato a vari protettori: Bizantini, Longobardi (dei quali l'arcangelo divenne il patrono nazionale), Normanni, Svevi, Angioini[3]; si costituirono altre analoghe istituzioni e strutture cultuali, poste sotto il suo patrocinio.

Il culto micaelico, così, superando la valenza religiosa, divenne un formidabile collante politico, testimoniato dal fatto che varie personalità politiche, religiose, militari abbiano nei secoli visitato la Montagna Sacra. Il santuario garganico fu importante anche per l’ampia frequentazione di pellegrini provenienti da varie parti d’Europa. Ciò è testimoniato dall'origine da San Michele nel Gargano della "Via Sacra Langobardorum"[3], che successivamente, raccordandosi con la "Via Francigena", proseguì per la Val Susa, dove sorge l'imponente Sacra di San Michele, per terminare in Normandia. Tale percorso fu utilizzato, al contrario - dal Nord-Europa - come itinerario utilizzato per giungere a Bari e Brindisi per l'imbarco verso la Terra Santa[3].

Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni