Figli di coppie omosessuali

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Una famiglia composta da padre, madre e figli. La Chiesa Cattolica afferma con forza il diritto dei bambini di avere due genitori di sesso diverso
Virgolette aperte.png
Come dimostra l'esperienza, l'assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini eventualmente inseriti all'interno di queste unioni. Ad essi manca l'esperienza della maternità o della paternità. Inserire dei bambini nelle unioni omosessuali per mezzo dell'adozione significa di fatto fare violenza a questi bambini nel senso che ci si approfitta del loro stato di debolezza per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano.
Virgolette chiuse.png
(Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, online, n. 7)

I figli di coppie omosessuali possono esserlo per diverse vie:

  • figli di una coppia eterosessuale, seguita a una convivenza omosessuale maschile o femminile;
  • figli adottati da una coppia omosessuale;
  • figli di una madre lesbica che ha partorito tramite fecondazione in vitro.

Presenza, diffusione e statuto legale di questi bambini non sono uniformi nel mondo, dato che la legislazione a riguardo è diversa a seconda delle singole nazioni. Il loro benessere psicosociale è stato indagato da diversi studi psicologici: sebbene la maggior parte degli studi (talvolta frutto di ricerche di attivisti omosessuali) ha rilevato poche o inesistenti differenze rispetto ai figli di coppie eterosessuali, parere fatto proprio dalle principali associazioni scientifiche mondiali, diversi studi recenti hanno sottolineato metodologie di ricerca poco corrette e neutrali.

Il giudizio della Chiesa Cattolica è negativo.

Legislazioni e statistiche

Adozione da parte di coppie omosessuali.

██ Adozione legale

██ Adozione di figliastri

██ Sconosciuto o illegale

In diversi stati del mondo è possibile che una coppia omosessuale adottare figli; a volte è possibile che un coniuge omosessuale assuma la genitorialità del figlio biologico avuto dal partner da una precedente relazione.

In Europa l'adozione piena è permessa in Olanda (2001), Svezia (2002), Inghilterra (2005), Spagna (2005), Belgio (2006), Islanda (2006), Norvegia (2009), Scozia (2009), Danimarca (2010). L'adozione di figliastri è possibile in Germania (2004), Finlandia (2009), Groenlandia (2009).

Negli Stati Uniti la possibilità varia a seconda dello stato. Negli Stati Uniti del 2005, una stima su estrapolazioni di dati del censimento del 2000 indica in 270.313 i bambini e ragazzi minori di 18 anni con genitori omosessuali; di questi, circa 65.000 sono adottati[1]. Sulla base degli stessi dati del censo del 2000, e focalizzandosi sugli alunni dal 1° all'8° grado (corrispondenti alle nostre scuole elementari e medie), Rosenfeld (2010) riporta la cifra di 2.030 figli di lesbiche conviventi e 1.472 figli di gay conviventi, in larga parte (89%) cresciuti in una famiglia eterosessuale finita in divorzio.

In Italia le adozioni omosessuali non sono legalmente possibili. Le situazioni di convivenza "di fatto" dei figli con genitori omosessuali non sembrano mai essere state stimate. Nel 2005, secondo una ricerca condotta da Arcigay su un campione di circa 10.000 persone, i minori con almeno un genitore omosessuale sarebbero circa 100.000[2], ma non viene indicata la cifra dei minori con entrambi i genitori omosessuali conviventi.

Pronunciamenti di enti accademici

Le principali associazioni scientifiche mondiali hanno dato il loro "nulla osta" circa l'adozione da parte di figli da parte di coppie omosessuali:

  • American Psychiatric Association (2002): "Numerosi studi nelle ultime tre decadi hanno dimostrato che i bambini cresciuti da genitori gay o lesbiche mostrano lo stesso livello di funzionamento emozionale, cognitivo, sociale e sessuale dei bambini cresciuti da genitori eterosessuali"[3].
  • American Psychoanalytic Association (2002): "Gay e lesbiche, singolarmente o a coppie, sono capaci di andare incontro al migliore interesse del bambino e dovrebbero essergli accordati gli stessi diritti e responsabilità dei genitori eterosessuali"[4].
  • American Psychological Association (2004): "I risultati delle ricerche suggeriscono che lo sviluppo, l'aggiustamento e il benessere dei bambini con genitori lesbiche e gay non differiscono marcatamente da quelli dei bambini con genitori eterosessuali".[5] Nel 2012 l'APA ha emesso un comunicato in cui si rimanda a quello del 2004, ma con toni e sfumature semantiche diverse: non viene più detto che i figli di genitori omo ed etero non differiscono, ma che l'associazione si oppone a discriminazioni basate sull'orientamento sessuale quanto ad adozioni.[6]
  • American Academy of Pediatrics (2006): "Più di 25 anni di ricerca hanno documentato che non c'è relazione tra l'orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi misura di aggiustamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino[7].
  • American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (2006): "Come tutti i bambini, molti bambini con genitori LGBT hanno momenti buoni e cattivi. Non sono più propensi dei bambini di genitori eterosessuali a sviluppare problemi emozionali e comportamentali"[8].
  • Canadian Psychological Association (2006): "I bambini con genitori dello stesso sesso non differiscono dai bambini di genitori eterosessuali in termini di sviluppo psicosociale, sviluppo del genere e identità di genere"[9].

La valutazione del benessere dei figli

I risultati delle ricerche

Alcuni studiosi, prima e dopo i pronunciamenti di queste associazioni, hanno sottolineato come la vulgata della "no differences" ("nessuna differenza") tra figli di coppie omosessuali ed eterosessuali sia fondata su basi empiriche inesistenti o deboli; secondo tali studiosi i pronunciamenti degli enti accademici sarebbero stati in definitiva affrettati e imprudenti.[10][11][12][13][14][15][16]

In particolare:

  • soprattutto nei primi studi, i campioni di soggetti esaminati sono stati non adeguatamente selezionati e randomizzati. In particolare, essendo per molte ricerche volontaria l'adesione delle madri, quelle con figli caratterizzati da qualche problema difficilmente possono offrirsi volontarie (cf. Golombok et al., 2003);
  • anche negli studi recenti i campioni sono stati comunque troppo limitati per ottenere conclusioni inferenzialmente probanti e significative. Rosenfeld afferma che il numero medio dei figli di omosessuali esaminati nei vari studi è 39, una cifra molto ridotta;
  • la quasi totalità degli studi riguarda famiglie omosessuali femminili, per molte delle quali il figlio è cresciuto con una figura paterna in una normale famiglia eterosessuale poi dissoltasi in divorzio; gli studi su famiglie di gay, con bambini cresciuti senza una madre, sono una piccola minoranza (Tasker nel 2005[17] rileva che solo due ricerche su 45 confrontano i figli di coppie gay coi figli di coppie eterosessuali), e una recente rassegna di Cameron[18] su 9 studi di figli di gay identifica a loro riguardo diversi tipi di deficit;
  • una nuova elaborazione dei dati raccolti da alcuni dei primi studi porta a risultati diversi, e non è possibile distinguere se si tratti di errori statistici o di alterazioni volontarie dei ricercatori.

Un'osservazione può essere avanzata relativamente ai metodi di rilevazione di eventuali deficit di famiglie omosessuali e dei loro figli, che quando sono prevalentemente qualitativi-soggettivi possono raccogliere alterazioni derivanti da desiderabilità sociale. Per esempio, gli studi che intervistano i partner di coppie omosessuali trovano livelli della qualità della relazione comparabili alle coppie eterosessuali, ma il confronto quantitativo e oggettivo degli anni di stabilità delle coppie mostra che le coppie omosessuali hanno una maggiore predisposizione all'infedeltà e alla dissoluzione (cf. più avanti). Ancora, intervistando le madri lesbiche sull'andamento scolastico dei figli non si rilevano deficit, ma intervistando gli insegnanti o esaminando il tasso di bocciature degli alunni, quelli di coppie omosessuali appaiono relativamente svantaggiati rispetto ai figli di eterosessuali (cf. più avanti). Da questo punto di vista, la serie di studi di Gartrell et al. (1996-2006[19]), basata su interviste alle madri lesbiche, rischia di apparire poco oggettiva e neutrale.

Sulla base di queste constatazioni, è possibile evidenziare l'esistenza di un "bias[20] pro-omosessuale"[21] nelle ricerche al riguardo; esso potrà essere superato da studi che facciano ricorso a campioni d'indagine più ampi e a criteri di valutazione più oggettivi e dunque neutrali. Questo permetterà di capire se e quali deficit sono effettivamente presenti, e in quale misura possono essere ricondotti a stigma e pregiudizio sociale verso i figli di coppie omosessuali (così Stacey, Biblarz, 2001) o a caratteristiche intrinseche del loro contesto ambientale di sviluppo.

Di seguito sono illustrati i risultati dei principali studi recenti, in particolare relativi alla corrente del "nessuna differenza"[22].

Stabilità famigliare

Confronto tra la dissoluzione di nuclei famigliari per tipo in un dato periodo di tempo
Confronto tra il tasso di infedeltà di un partner per tipo di coppia, adattamento grafico dalle tabelle 1 e 2 di Solomon et al. (2005)

Gli studi che hanno confrontato le relazioni delle coppie omosessuali non hanno rilevato differenze rispetto alle coppie eterosessuali sotto diversi aspetti (discussioni, conflitti, soddisfazione).[23][24][25][26]

D'altro canto, esaminando la stabilità delle coppie omosessuali è stata trovato, a parità di fattori intermedi, un maggiore tasso di dissoluzione delle prime.[27][28][29][30][31][32] Le coppie gay mostrano poi un elevato tasso di attività sessuale al di fuori della coppia.

Kurdek, studioso particolarmente attivo in questo ambito, ha affermato che "a confronto con coppie eterosessuali, le coppie gay e lesbiche sono molto più portate a sperimentare la dissoluzione della loro relazione" (1998). Uno studio su coppie di fatto omosessuali in Scandinavia rileva che "i rischi di divorzio sono più alti nelle relazioni omosessuali che nei matrimoni eterosessuali, e le unioni di lesbiche sono considerevolmente meno stabili, o più dinamiche, delle unioni dei gay" (Andersson, Noack et al., 2004).

Più recentemente Kurdek appare però più prudente: "In definitiva, i dati sono troppo scarni per garantire una conclusione circa la stabilità relativa delle coppie gay e lesbiche" (2005), anche se afferma che "diversamente dagli sposi di coppie eterosessuali, che sperimentano barriere sociali, religiosi e legali alla cessazione della loro relazione, le coppie conviventi (siano gay, lesbiche ed eterosessuali) non hanno tali barriere istituzionalizzate" (ib.).

La minore stabilità dei nuclei famigliari omosessuali può essere causa dei deficit psicosociali dei figli che si riscontrano anche nelle dissoluzioni delle coppie eterosessuali.

Caratteristiche psichiche e sociali

Wainright, Russell e Patterson (2004), adattamento grafico della tabella 2
Golombok (2003), adattamento grafico della tabella 4

Wainright, Russell e Patterson (2004) ha esaminato 44 adolescenti (12-18 anni) statunitensi cresciuti in famiglie omosessuali femminili, con madri biologiche e/o adottive, a confronto con altrettanti adolescenti cresciuti con i propri genitori biologici eterosessuali, con caratteristiche equivalenti tra i due gruppi quanto a età dei figli e dei genitori, razza, reddito e istruzione dei genitori. Sebbene diverse caratteristiche psicosociali non siano particolarmente diverse tra i due gruppi, i figli di madri lesbiche hanno livelli maggiori di depressione (in particolare le ragazze, +20%) e di ansia (in particolare i ragazzi, circa +60%). Secondo i ricercatori tuttavia, con una più approfondita analisti statistica, "l'aggiustamento personale, famigliare e scolastico di adolescenti con genitori omosessuali non differisce da quello degli adolescenti con genitori di sesso opposto".

Golombok et al. (2003) ha esaminato 39 figli di 7 anni di madri lesbiche, single o sposate con lesbiche, attraverso la valutazione della madre e degli insegnanti dei bambini. A confronto con figli di madri eterosessuali, single o sposate, i primi mostrano una maggiore predisposizione a problemi sociali e psichiatrici (iperattività, sintomi emozionali, problemi di condotta, problemi dello sviluppo, problemi coi pari), in particolare attenendosi alle testimonianze degli insegnanti, differenze che per l'autore non sono statisticamente significative.

Comportamenti devianti

Wainright e Patterson (2006), adattamento grafico della tabella 1
Wainright e Patterson (2006), raffigurazione dei rapporti tra i valori dei vari items della tabella 1

Wainright e Patterson (2006), con lo stesso campione e metodologia di cui sopra (Wainright, Russell e Patterson, 2004), ha indagato il comportamento di figli di madri lesbiche in varie aree problematiche e delinquenziali. Non appaiono variazioni circa l'uso (non abuso) di alcool e tabacco, mentre si hanno visibili deficit nell'ubriacatura (circa +20%), in problemi fisici e sociali connessi all'alcool (+60%), uso misto di alcol e droghe (circa +80%), sessualità sotto effetto combinato di alcool e droghe (circa +120%), vittimizzazione (circa +100%), cioè essere stato coinvolto in o essere stato testimone di episodi di violenza armata.

Tuttavia, con una più approfondita analisti statistica, "gli adolescenti con genitori femminili dello stesso genere non differiscono significativamente da un gruppo di controllo di adolescenti con genitori di sesso differente". Va notato che l'esposizione dei risultati e l'analisi statistica non differenziano, tra i figli, i ragazzi dalle ragazze, come avviene per altri studi. Dato che i ragazzi hanno tendenzialmente più problemi devianti rispetto alle ragazze,[33] se l'analisi fosse stata differenziata per genere ci si sarebbe potuto aspettare una differenza più marcata e statisticamente significativa di problemi per i figli maschi di coppie lesbiche.

Affettività e sessualità

Wainright e Patterson (2008), adattamento grafico della tabella 2
Wainright e Patterson (2008), raffigurazione dei rapporti tra i valori dei vari items della tabella 2

Wainright e Patterson (2008), con lo stesso campione e metodologia di cui sopra (Wainright, Russell e Patterson, 2004), hanno indagato le caratteristiche relazionali e affettive dei figli di madri lesbiche. I ragazzi godono mediamente di meno popolarità (circa -30%) ma trascorrono più tempo con amici e amiche e avvertono maggiore supporto da loro rispetto ai figli di coppie eterosessuali. Al contrario le ragazze non hanno evidenti scarti di popolarità ma trascorrono meno tempo e avvertono minore supporto sia da amici che amiche. Secondo gli studiosi però, con una più approfondita analisti statistica, "lo studio non rileva differenze significative nella relazioni tra pari di adolescenti in funzione del tipo di famiglia".

Gartrell, Bos e Goldberg (2010), adattamento grafico della tabella 4
Gartrell, Bos e Goldberg (2010), raffigurazione dei rapporti tra i valori dei vari items della tabella 4

Gartrell, Bos e Goldberg (2010) ha esaminato 78 adolescenti (39 maschi e 39 femmine) di 17 anni, figli di madri lesbiche ottenuti con inseminazione artificiale, rapportati a un campione di 199 ragazzi e 235 ragazze coetanei cresciuti in famiglie eterosessuali. Nessuno dei figli di lesbiche ha riferito di abusi sessuali subiti, che va correlato al fatto che la pedofilia è un fenomeno prevalentemente maschile. Le ragazze di famiglie omosessuali mostrano una maggiore predisposizione ad avere rapporti sessuali omosessuali (circa +200%), e i ragazzi sono meno predisposti a relazioni eterosessuali (-35%). Le ragazze mostrano anche un minore ricorso a protezioni contraccettive durante i rapporti sessuali (-35%), e sebbene questo non sia correlato a un aumento di rischio di malattie veneree, implica un maggiore ricorso alla pillola del giorno dopo (+560%). Secondo gli studiosi, "forse questo tipo di famiglia [lesbica] rende può confortevole per le ragazze adolescenti con attrazione omosessuale l'esplorare la relazione intima con le proprie pari".

Rendimento scolastico

Rosenfeld (2010), adattamento grafico delle tabelle 1 e 4

Quanto al rendimento scolastico dei figli di coppie omosessuali, il già citato studio di Wainright, Russell e Patterson (2004) non ha riscontrato deficit significativi nelle medie dei voti di 44 ragazzi.

Rosenfeld (2010) ha esaminato i dati desumibili dal censimento statunitense del 2000, nel quale è indicato il tipo di famiglia e altre caratteristiche sociodemografiche del nucleo famigliare e la regolarità cronologica del curricolo scolastico dei ragazzi. Il campione esaminato comprende tutti gli alunni americani tra il 1° e l'8° grado, equivalente alle italiane elementari e medie, per più di 700.000 soggetti. I dati grezzi mostrano che i figli naturali di coppie eterosessuali sposate hanno una minore possibilità di essere bocciati (6,8%) rispetto ai figli di lesbiche (9,5%) e di gay (9,7%) e agli altri tipi di nuclei famigliari (separati, divorziati, conviventi, vedovi, single). In altre parole, in termini assoluti, i figli di coppie omosessuali rispetto a quelli di coppie eterosessuali hanno circa il 40% di possibilità in più di essere bocciati. Tenendo conto di vari fattori sociodemografici (reddito e istruzione dei genitori, genere, razza, nascita all'estero dei figli, tipo di città e di scuola, stato di residenza), secondo il ricercatore il deficit si riduce: i figli biologici di coppie etero sposate hanno una possibilità di essere bocciati del 7,94%, i figli di coppie omosessuali del 9,07%, cioè il 14% di possibilità relativa in più di essere bocciati, ma secondo l'autore la differenza diventa statisticamente non significativa.

Uno studio di Allen et al. (2012, online), compiuto sullo stesso campione esaminato da Rosenfeld, critica la metodologia di questo studio, concludendo: "A confronto con nuclei familiari tradizionali [genitori biologici sposati], abbiamo trovato che i figli cresciuti da coppie omosessuali sono, per un 35%, meno propensi ad avere un normale progresso scolastico".

A breve distanza ha replicato Rosenfeld (2012, online), che difendendo la bontà della propria precedente ricerca, precisa che il risultato scolastico positivo non va correlato alla natura del nucleo famigliare (etero/omo), ma alla sua stabilità: "I figli di famiglie che hanno passato tumulti o transizioni sono meno propensi ad avere buoni progressi scolastici rispetto ai figli di famiglie stabili. I figli di coppie omosessuali stabili vanno parimenti bene a scuola". Questi però i dati grezzi (% di ragazzi bocciati nelle primarie, cioè elementari-medie, con convivenza famigliare di almeno 5 anni):

  • coppie etero sposate, figli propri: 6,6%;
  • coppie etero sposate, figliastri o figli adottati: 12,0%;
  • coppie omo, figli propri: 8,5%;
  • coppie omo, figliastri o figli adottati: 22,2%.

Uno studio simile, basato sui dati del censimento nazionale del Canada del 2006 (Wallen, 2013, abstract, online) su circa 2 milioni di adolescenti, ha riscontrato che, a parità di fattori, quelli cresciuti in famiglie omosessuali hanno il 65% di probabilità di diplomarsi rispetto al gruppo di controllo (100% dei figli naturali di coppie eterosessuali).

Rischio di abusi sessuali?

Raffigurazione grafica delle percentuali di abusatori omosessuali di bambini o abusi di tipo omosessuale secondo diversi studi e stime, divisi per genere (abusi/abusatori maschi in blu, femmine in rosa)

Una "comune paura è che i bambini con genitori parenti o gay possano essere abusati sessualmente da un genitore o da amici o conoscenti dei genitori" (Patterson, 2005: 8). In realtà Gartrell et al. (2005) su 74 figli di coppie lesbiche con inseminazione artificiale non ha riscontrato casi di abusi genitoriali, e lo stesso risultato è stato ottenuto da Gartrell, Bos e Goldberg (2010) su 78 figli con le stesse caratteristiche. D'altro canto è possibile che questi campioni non siano sufficientemente ampi per rilevare in maniera significativa il fenomeno, tenendo conto della rarità della pedofilia femminile.

Al di fuori dei casi specifici delle famiglie omosessuali, esaminando il legame tra pedofilia e orientamento omosessuale degli abusatori, studi e stime giungono a risultati in parte divergenti.

Largamente citato è lo studio di Jenny, Roesler, Poyer (1994), che tra persone giudicate colpevoli ha rilevato lo 0,7% di omosessuali sul totale (2 su 269), stima normale se riferita alla prevalenza di omosessualità entro la popolazione in generale.

Altre stime e ricerche[34][35][36][37][38][39][40][41][42][43][44][45][46][47][48][49][50] indicano percentuali, per quanto dissimili tra esse, molto maggiori e superiori al tasso di omosessualità nella popolazione. Le divergenze di risultati vanno ricondotte a diversi criteri metodologici e di inclusione del campione: orientamento omosessuale stabile dell'abusatore (grado 6 della scala Kinsey) vs. abuso di tipo omosessuale (che può essere incluso nei gradi 2-6); persone accusate vs. giudicate effettivamente colpevoli; età dell'abusato (prepubere, minore di 14 anni o 16 o 17 o 18); tipologia di molestatori (imprigionati, malati clinici, popolazione normale); tipologia di molestati (popolazione normale, clinica, omo o eterosessuale).

Ad ogni modo, la constatazione che molti studi indicano un tasso di abusi pedofelici omosessuali molto superiore alla stima della popolazione omosessuale non deve portare alla generalizzata idea che tutti gli omosessuali siano pedofili, come p. es. il rilevare un maggiore abuso di alcol e droghe nell'adolescenza rispetto ad altre età non deve portare a considerare tutti gli adolescenti come alcolizzati e drogati.

Caratteristiche nell'età adulta

Tasker, Golombok (1995), adattamento grafico delle tabelle 1-3
Gartrell, Bos e Goldberg (2010), raffigurazione dei rapporti tra i valori dei vari items delle tabelle 1-3

Tasker e Golombok (1995) ha indagato alcune caratteristiche psicosociali di 25 giovani adulti (età media 23,5 anni) nati da matrimoni eterosessuali ma cresciuti in famiglie lesbiche, messi a confronto con 21 soggetti equivalenti ma cresciuti con la sola madre in seguito al divorzio. Lo studio ha indicato migliori relazioni famigliari (con madre, matrigna, padre biologico) dei giovani del primo gruppo rispetto al secondo gruppo. Dal punto di vista psicodinamico, questo può essere il risultato di un migliore adattamento dei figli alla ricostituita situazione famigliare: "forse i figli di famiglie lesbiche possono accettare più facilmente un parente acquisito [la matrigna] poiché non viene vista come in competizione diretta col padre assente". Altre caratteristiche dei figli di lesbiche sono una maggiore predisposizione a sviluppare un comportamento omosessuale (+80%) e una maggiore propensione (che non risulta però statisticamente significativa) a disturbi di ansia, depressione e richiesta di aiuto psicologico. Va notato che, diversamente da altre ricerche, questo studio non adotta come gruppo di controllo i figli biologici di coppie eterosessuali.

Altri studi hanno trovato nei figli adolescenti e adulti di madri lesbiche un benessere psicosociale migliore rispetto ai figli di coppie eterosessuali (MacCallum, Golombok, 2004, su 25 casi;[51] Golombok, Badger, 2009, su 20 casi[52]), un risultato che in futuro potrà essere confermato o falsificato da studi con campioni più estesi e metodologie di ricerca più oggettive.

Cameron (2006)[53] ha esaminato 77 figli adulti di coppie lesbiche e gay e trovato un orientamento omosessuale in 23 di loro (30%).

Regnerus (2012), adattamento tab. 2. Le barre sono i valori % della situazione nei vari tipi di famiglie, l'asterisco * indica la variazione significativa (p < 0,05), rispetto alla situazione dei figli biologici in famiglia stabile, a parità di fattori intermedi.

Un ampio studio che ha indagato il benessere delle persone cresciute in famiglie omosessuali è quello di Regnerus (2012),[54] che ha trovato diversi indici disfunzionali rispetto ai figli di genitori biologici. Il campione randomizzato esaminato comprende adulti (18-39 anni) statunitensi così ripartiti per tipo di famiglia di origine: vissuti in famiglia biologica intatta (N = 919), con una madre lesbica (163), un padre gay (73), adottati (101), genitori divorziati dopo i 18 anni del soggetto (116), famiglia divorziata e ricostituita con un nuovo partner (394), genitore single (816), orfani (406). Rispetto ai figli di coppie biologiche e stabili, quelli cresciuti in altre tipologie famigliari mostrano diversi deficit. Tenendo conto di diversi fattori intermedi (età genere, razza, educazione materna, percezione di stabilità famigliare, essere vittima di bullismo nell'adolescenza, legislazioni statali gay-friendly), gli adulti cresciuti in famiglie omosessuali hanno maggiore predisposizione a coabitazione (da famiglie lesbiche), essere stati a carico dell'assistenza pubblica sia in passato (lesb., gay) che al momento attuale (lesb.), disoccupazione lavorativa (lesb.), maggiore partecipazione al voto politico (gay), tendenze suicide (gay), terapie psicologiche (lesb.), minore identificazione eterosessuale (lesb., gay), relazioni extraconiugali (lesb.), malattie sessuali (lesb., gay), palpeggiamenti subiti nell'adolescenza (lesb.) e violenze sessuali (lesb., gay).

Valutazione morale

La valutazione morale della Chiesa Cattolica circa l'adozione dei figli da parte di coppie omosessuali va compresa alla luce della valutazione del comportamento omosessuale, considerato dalla tradizione cristiana come un disordine emotivo e comportamentale, e alla luce dell'ordine naturale delle cose, per il quale i bambini nascono e crescono grazie all'incontro e alla cooperazione di un uomo e una donna.

Nello specifico:

« Come dimostra l'esperienza, l'assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini eventualmente inseriti all'interno di queste unioni. Ad essi manca l'esperienza della maternità o della paternità. Inserire dei bambini nelle unioni omosessuali per mezzo dell'adozione significa di fatto fare violenza a questi bambini nel senso che ci si approfitta del loro stato di debolezza per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano. »
(Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, online, n. 7)

Nel febbraio 2011 il Cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, affermò[55]:

« Nei procedimenti di adozione "in linea generale, la priorità è il bene del bambino, che esige un padre e una madre [...]. In linea generale ogni bambino ha diritto a una madre e a un padre: questa dovrebbe essere la normalità [...]. Le adozioni non vanno affrontate nell'ottica dei desideri degli adulti, delle loro aspettative da soddisfare, ma nell'ottica dei minori, la cui esigenza è avere entrambi i genitori [...]. La casistica delle adozioni nel suo complesso va valutata alla luce di questo stesso principio: il bene del minore". »
Note
  1. Williams Institute (2007), Census Snapshot - United States, online.
  2. "Centomila bambini italiani hanno un genitore omosessuale", in Repubblica, 15 dicembre 2005, online.
  3. American Psychiatric Association, "Adoption and Co-parenting of Children by Same-sex Couples", novembre 2002, online.
  4. American Psychoanalytic Association, "Position Statement on Gay and Lesbian Parenting", 16 maggio 2002, online.
  5. American Psychological Association, "Sexual Orientation, Parents, & Children", 28 e 30 luglio 2004, online.
  6. American Psychological Association, "APA on Children Raised by Gay and Lesbian Parents", 11 giugno 2012, online.
  7. Pawelski et al. (2006). "The Effects of Marriage, Civil Union, and Domestic Partnership Laws on the Health and Well-being of Children", Pediatrics (giornale ufficiale della American Academy of Pediatrics), 118 (1): 349-364, online.
  8. American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, "Children with Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Parents", agosto 2006, online.
  9. Canadian Psychological Association, "Marriage of Same-Sex Couples", 2006, online.
  10. Wardle, L.D. (1997). "The Potential Impact of Homosexual Parenting on Children". University of Illinois Law Review: 833–920, online.
  11. Lerner, Nagai (2001).
  12. Stacey and Biblarz (2001).
  13. Schumm, W.R. (2008). "Re-evaluation of the "no differences" hypothesis concerning gay and lesbian parenting as assessed in eight early (1979-1986) and four later (1997-1998) dissertations". Psychological Reports, 103 (1): 275-304, abstract.
  14. Rosenfeld (2010).
  15. Schumm, W.R. (2010). "Evidence of pro-homosexual bias in social science: citation rates and research on lesbian parenting". Psychological Reports, 106 (2): 374-380, abstract.
  16. Marks, L. (2012). "Same-sex parenting and children’s outcomes: A closer examination of the American psychological association’s brief on lesbian and gay parenting". Social Science Research, 41 (4): 735-751, online.
  17. Tasker, F. 2005. "Lesbian Mothers, Gay Fathers, and Their Children: A Review". Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics 26: 224–40.
  18. Cameron, P. (2009). "Gay fathers' effects on children: a review". Psychological Reports, 104 (2): 649-659, abstract.
  19. Gartrell, N.; Hamilton, J.; Banks, A.; Mosbacher, D.; Reed, N.; Sparks, C.H.; Bishop, H. (1996). "The National Lesbian Family Study: 1. Interviews with prospective mothers". American Journal of Orthopsychiatry, 66 (2): 272–281, online; Gartrell, N.; Banks, A.; Hamiliton, J.; Reed, N.; Bishop, H.; Rodas, C. (1999). "The National Lesbian Family Study: 2. Interviews with mothers of toddlers". American Journal of Orthopsychiatry, 69 (3): 362–369 online; Gartrell, N.; Banks, A.; Reed, N.; Hamiliton, J.; Rodas, C.; Deck, A. (2000). "The National Lesbian Family Study: 3. Interviews with mothers of five-year-olds". American Journal of Orthopsychiatry, 70 (4): 542–548, online; Gartrell, N.; Deck, A.; Rodas, C.; Peyser, H.; Banks, A. (2005). "The National Lesbian Family Study: 4. Interviews with the 10-year-old children". American Journal of Orthopsychiatry, 75 (4): 518-524, online; Gartrell, N.; Rodas, C.; Deck, A. et al. (2006) "The USA national lesbian family study: 5. Interviews with mothers of ten-year-olds". Feminism & Psychology, 16(2):175-192, online.
  20. Con "bias" (plurale "biases"), letteralmente "inclinazione, pendenza", si intende una sistematica distorsione in una metodologia di ricerca.
  21. Schumm (2010).
  22. Sono esaminati gli studi più citati (molti dei quali della ricercatrice e attivista omosessuale statunitense Charlotte Patterson), facilmente consultabili sul web, e che riportando valori assoluti delle variabili misurate ne permettono la raffigurazione grafica.
  23. Solomon, S.E.; Rothblum, E.D.; Balsam, K.F. (2004). "Pioneers in partnership: Lesbian and gay male couples compared with those not in civil unions, and married heterosexual siblings". Journal of Family Psychology, 18: 275–286, online.
  24. Solomon, S.E.; Rothblum, E.D.; Balsam, K.F. (2005). "Money, Housework, Sex, and Conflict: Same-Sex Couples in Civil Unions, Those Not in Civil Unions, and Heterosexual Married Siblings". Sex Roles, 52 (9-10): 561-575, online.
  25. Balsam, K.F. (2008). "Three-Year Follow-Up of Same-Sex Couples Who Had Civil Unions in Vermont, Same-Sex Couples Not in Civil Unions, and Heterosexual Married Couples". Developmental Psychology, 44 (1): 102–116, online.
  26. Kurdek, L.A. (2006). "Differences Between Partners From Heterosexual, Gay, and Lesbian Cohabiting Couples". Journal of Marriage and Family 68: 509–528, online.
  27. Blumstein, P.; Schwartz, P. (1983). "American couples: Money, work, sex". New York: William Morrow.
  28. Kurdek, L.A. (1998). "Relationship Outcomes and Their Predictors: Longitudinal Evidence from Heterosexual Married, Gay Cohabiting, and Lesbian Cohabiting Couples". Journal of Marriage and Family, 60 (3): 553-568, online.
  29. Kurdek, L.A. (2004). "Are gay and lesbian cohabiting couples really different from heterosexual married couples?". Journal of Marriage and Family, 66 (4): 880–900, online.
  30. Andersson, G.; Noack, T.; Seierstad, A.; Weedon-Fekjaer, H. (2004). "The demographics of same-sex marriages in Norway and Sweden". Rostock, Germany: Max-Planck Institute for Demographic Research, online.
  31. Kurdek, L.A. (2005). "What Do We Know About Gay and Lesbian Couples?". Current Directions in Psychological Science, 14 (5): 251, online.
  32. Kurdek, L.A. (2006). "Differences Between Partners From Heterosexual, Gay, and Lesbian Cohabiting Couples", Journal of Marriage and Family, 68 (2): 509–528, abstract.
  33. Cf. Crijnen, A.A.; Achenbach, T.M.; Verhulst, F.C. (1999). "Problems Reported by Parents of Children in Multiple Cultures: The Child Behavior Checklist Syndrome Constructs". American Journal of Psychiatry, 156 (4): 569–574, online.
  34. Groth, A.N.; Birnbaum, H.J. (1978). "Adult sexual orientation and attraction to underage persons". Archives of Sexual Behavior, 7 (3): 175-181, abstract.
  35. Cameron, P. (1985). "Homosexual molestation of children/sexual interaction of teacher and pupil". Psychological Reports, 57 (3): 1227-1236, abstract.
  36. Erickson, W.D.; Walbek, N.H.; Seely, R.K. (1988). "Behavior Patterns of Child Molesters". Archives of Sexual Behavior, 17 (1): 77-86, abstract.
  37. Freund, K; Watson, R.J. (1992). "The proportions of heterosexual and homosexual pedophiles among sex offenders against children: An exploratory study". Journal of Sex and Marital Therapy, 18 (1): 34-43, abstract.
  38. Bogaert, A.F.; Bezeau, S.; Kuban, K.; Blanchard, R. (1997). "Pedophilia, Sexual Orientation, and Birth Order". Journal of Abnormal Psychology, 106 (2): 331-335, abstract.
  39. Blachard, R.; Watson, M.S. et al. (1999). "Pedophiles: Mental Retardation, Maternal Age, and Sexual Orientation". Archives of Sexual Behavior, 28 (2): 111-127, online.
  40. Blanchard, R.; Barbaree, H.E. et al. (2000). "Fraternal Birth Order and Sexual Orientation in Pedophiles". Archives of Sexual Behavior, 29 (5): 463-478, online.
  41. Tomeo, M.E.; Templer, D.I. et al. (2001). "Comparative Data of Childhood and Adolescence Molestation in Heterosexual and Homosexual Persons". Archives of Sexual Behavior, 30 (5): 535-541, online.
  42. Terry, K.J., a cura di. (2004). The Nature and Scope of the Problem of Sexual Abuse of Minors by Priests and Deacons. Washington DC: USCCB, online.
  43. Cameron, P. (2005). "Are over a third of foster parent molestations homosexual?". Psychological Reports, 96 (2): 275-298, abstract.
  44. Cameron, P. (2005). "Child molestations by homosexual foster parents: Illinois, 1997-2002". Psychological Reports, 96 (1): 227-230, abstract.
  45. Balsam, K.F.; Rothblum, E.D.; Beauchaine, T.P. (2005). "Victimization Over the Life Span: A Comparison of Lesbian, Gay, Bisexual, and Heterosexual Siblings". Journal of Consulting and Clinical Psychology, 73 (3): 477–487, online.
  46. Shusterman et al. (2005). "Male Perpetrators of Child Maltreatment: Findings from NCANDS", online.
  47. Peter, T. (2009). "Exploring Taboos : Comparing Male- and Female-Perpetrated Child". Journal of Interpersonal Violence, 24 (7): 1111-1128, online.
  48. Hall, R.C.W.; Hall, R.C.W. (2009). "A Profile of Pedophilia: Definition, Characteristics of Offenders, Recidivism, Treatment Outcomes, and Forensic Issues". Mayo Clinic Proceedings, 82 (4): 457-471, online.
  49. Parkinson, P.; Oates, K.; Jayakody, A. (2009). "Study of Reported Child Sexual Abuse in the Anglican Church", online.
  50. Intervista di Gianni Cardinale a mons. Charles Scicluna sulla rigorosità della Chiesa nei casi di pedofilia, Avvenire, 13 Marzo 2010, online.
  51. Maccallum F.; Golombok S. (2004). "Children raised in fatherless families from infancy: a follow-up of children of lesbian and single heterosexual mothers at early adolescence". Journal of Child Psychology and Psychiatry, 45 (8): 1407–1419, online.
  52. Golombok, S.; Badger, S. (2009). "Children raised in mother-headed families from infancy: a follow-up of children of lesbian and single heterosexual mothers, at early adulthood". Human Reproduction, 25 (1): 150–157, online.
  53. Cameron, P. (2006). "Children of homosexuals and transsexuals more apt to be homosexual". Journal of Biosocial Science, 38: 413–418, online.
  54. Regnerus, M. (2012). "How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study". Social Science Research, 41: 752–770, online.
  55. La Cassazione raccomanda l'adozione per i single, in Avvenire, 14 febbraio 2011.
Bibliografia
  • Biblarz, T., Stacey, J. (2010), "How Does the Gender of Parents Matter?", in Journal of Marriage and Family, 72: 3–22, online
  • Gartrell, N.K., Bos, H.M.W., Goldberg, N.G. (2010), "Adolescents of the U.S. National Longitudinal Lesbian Family Study: Sexual Orientation, Sexual Behavior, and Sexual Risk Exposure", in Archives of Sexual Behavior, online
  • Golombok, S., Perry, B., Burston, A., Murray, C., Mooney-Somers, J., Stevens, M., Golding, J. (2003), "Children With Lesbian Parents: A Community Study", in Developmental Psychology, 39 (1): 20–33, online
  • Jenny, C., Roesler, T.A., Poyer, K.L. (1994), Are children at risk for sexual abuse by homosexuals?, in Pediatrics, 94 (1): 41–44, abstract
  • Patterson, C.J. (2000), "Family Relationships of Lesbians and Gay Men", in Journal of Marriage and the Family, 62: 1052–1069, online
  • Rosenfeld, M.J. (2010), "Nontraditional Families and Childhood Progress through School", in Demography, 47 (3): 755–775, online
  • Stacey, J., Biblarz, T. (2001), "(How) Does the sexual orientation of parents matter?", in American Sociological Review, 66, 159–183, online
  • Tasker, F.T., Golombok, S. (1995), "Adults raised as children in lesbian families", in America Journal of Orthopsychiatry, 65 (2): 203-215, online
  • Wainright, J.L., Patterson, C.J. (2006), "Delinquency, Victimization, and Substance Use Among Adolescents With Female Same-Sex Parents", in Journal of Family Psychology, 20 (3): 526–530, online
  • Wainright, J.L., Patterson, C.J. (2008), "Peer Relations Among Adolescents With Female Same-Sex Parents", in Developmental Psychology, 44 (1): 117–126, online
  • Wainright, J.L., Russell, S.T., Patterson, C.J. (2004), "Psychosocial Adjustment, School Outcomes, and Romantic Relationships of Adolescents With Same-Sex Parents", Child Development, 75 (6): 1886–1898, online
Voci correlate
Collegamenti esterni