In odium fidei

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Per la Beatificazione di un martire non serve il miracolo: viene riconosciuto il martirio.
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In odium fidei è una locuzione latina che può essere tradotta in italiano come "In odio alla fede". Tale termine viene utilizzato dalla Chiesa cattolica nelle cause di beatificazione e canonizzazione quando un fedele è ucciso (martirizzato) per aver professato o non ripudiato la propria fede in Gesù Cristo. Una condizione del martirio in odium fidei è la morte sopraggiunta ex aerumnis carceris «Per le sofferenze del carcere».

Tuttavia è ben chiaro quanto affermato da Benedetto XVI, senza odium fidei non sussiste il martirio:

« È certo necessario reperire prove inconfutabili sulla disponibilità al martirio, come effusione del sangue e sulla sua accettazione da parte della vittima, ma è altrettanto necessario che affiori direttamente o indirettamente, pur sempre in modo moralmente certo, l'"odium Fidei" del persecutore. Se difetta questo elemento, non si avrà un vero martirio secondo la perenne dottrina teologica e giuridica della Chiesa. »

Il riconoscimento di tale "odio", esternato con l'assassinio del beato o del santo in questione, dà facoltà alla Chiesa di parlare di martirio e non solo di ingiusta uccisione.

L'odium fidei è quasi un Locus theologicus (luogo teologico)[2], che caratterizza la testimonianza suprema di un credente, quella che giunge fino allo spargimento del proprio sangue in nome di Gesù Cristo e della Chiesa.

Limitato alle Persecuzioni dei cristiani, il concetto di uccisione in odium fidei si è andato allargandosi nel tempo. Si assiste oggi, in realtà, a quella che molti studiosi di storia della santità hanno chiamato la "dilatazione del concetto classico di martirio".

È un processo lungo, iniziato quando Pio XII riconobbe il martirio di Santa Maria Goretti, uccisa da chi attentava alla sua castità. La difesa di tale virtù venne equiparata da papa Pacelli alla difesa di tutto ciò che Gesù Cristo aveva vissuto e insegnato, di tutto ciò che la Chiesa ha trasmesso con la Tradizione. L'odium fidei si è progressivamente chiarito come odio di tutto ciò che la fede in Dio significa, odio verso ciò che di buono e di giusto il Vangelo rappresenta. Alle martiri della castità sono dunque succeduti i martiri della persecuzione nazista, comunista, secolarista (espressione di un vero e proprio neopaganesimo) e musulmana. E ora quei martiri della giustizia come il Beato Giuseppe Puglisi, Sant'Óscar Romero, Beato Rosario Livatino ecc. uccisi dalla mafia, sono tra gli ultimi esempi.

« La sostanza del martirio è legata, dall'inizio e nel corso di tutti i secoli, con questo nome! Noi qualifichiamo come martiri quei cristiani che, nel corso della storia, hanno subìto sofferenze, spesso terrificanti, per la loro crudeltà "in odium fidei". Coloro ai quali in odium fidei veniva infine inflitta la morte. Quindi coloro che accettando, in questo mondo, le sofferenze e subendo la morte hanno reso una particolare testimonianza a Cristo»
« Mettendo davanti agli occhi dei suoi discepoli l'immagine delle sofferenze che li aspettano a causa del suo nome, il maestro dice: "Questo vi darà occasione di render testimonianza". »
Note
  1. Nota circa la procedura canonica delle Cause di Beatificazione e di Canonizzazione su vatican.va. 11 marzo 2001. URL consultato il 26/12/2020
  2. La parola latina locus, luogo, deriva da una vicenda storica: Melchor Cano scrive in dodici volumi De locis theologicis (i luoghi teologici) cioè delle fonti di Dio, principalmente Scrittura, Tradizione e Magistero. Anche l'uomo è un locus theologicus, l'uomo con le sue domande, non nel senso che diventa criterio della verità, ma che interroga sulla verità. Lucus significa categorie di riferimento, fonti per fare teologia.
Voci correlate
Collegamenti esterni