Incoronazione di Maria Vergine (Beato Angelico, 1432)

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Fra Angelico 081 480.jpg

Beato Angelico, Incoronazione di Maria Vergine (1432 ca.), tempera su tavola
Incoronazione di Maria Vergine o Pala di Sant'Egidio
Opera d'arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune Stemma Firenze
Diocesi Firenze
Ubicazione specifica Galleria degli Uffizi
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza Chiesa di Sant'Egidio
Oggetto pala d'altare
Soggetto Gesù Cristo incorona Maria Vergine tra angeli e santi; Sposalizio di Maria Vergine; Morte di Maria Vergine
Datazione 1432 ca.
Ambito culturale
Autore Beato Angelico (Guido di Pietro)
Altre attribuzioni Beato Angelico
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 112 cm; l. 114 cm

L'Incoronazione di Maria Vergine è una pala d'altare (detta anche Pala di Sant'Egidio) venne eseguita nel 1432 circa, a tempera su tavola, da Guido di Pietro, detto Beato Angelico, proveniente dalla Chiesa di Sant'Egidio a Firenze e conservato nella Galleria degli Uffizi nella stessa città toscana.

Descrizione

Soggetto

Pannello centrale

Nel pannello centrale della pala d'altare compaiono:

Predella

In origine la pala d'altare era completata da una predella, costituita da due scomparti, ora esposti al Museo Nazionale di San Marco a Firenze, dove sono raffigurati:

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

  • L'utilizzo del colore nelle opere di Beato Angelico sembra riecheggiare il pensiero teologico di san Tommaso d'Aquino, poiché la luce è emanazione celeste, i colori secondo la quantità e qualità di luce che assorbono e riflettono, rivelano la maggiore o minore partecipazione all'essenza stessa di Dio dei personaggi raffigurati; ecco, perché in questo dipinto la luce, emanata dalle due figure centrali, illumina tutti i Santi presenti.
  • L'astrazione suggerita dal fondo oro è in realtà solo apparente. Infatti, la composizione è studiata per suggerire profondità spaziale: si veda ad esempio la digradante prospettiva delle nuvole e la graduale riduzione delle figure, disposte a cerchio intorno al gruppo centrale.
  • La forma della pala è quasi perfettamente squadrata. Infatti, negli anni Trenta del XV secolo, il pittore abbandona progressivamente il polittico (tipica espressione dell'arte gotica), a favore di dipinti quadrangolari che meglio si adattano alla costruzione prospettica dello spazio.
Beato Angelico, Predella con Sposalizio e morte di Maria Vergine (1432 ca.), tempera su tavola

Notizie storico-critiche

Le fonti fin dall'inizio del XVI secolo, assegnano il dipinto alla mano di Beato Angelico e Giorgio Vasari [3] lo ricorda ubicato nella Chiesa di Sant'Egidio, annessa all'Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze. La pala d'altare originariamente era completata da una predella, oggi nel Museo di San Marco a Firenze.

Dopo lo smembramento, la pala d'altare fu trasferita alla Galleria degli Uffizi nel 1825 con altre opere dell'Ospedale. In quel periodo fu dotata di una nuova cornice neoclassica con fregio di conchiglie e palmette.

Note
  1. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  2. Ibidem
  3. Giorgio Vasari, Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri (1568)
Bibliografia
  • Gabriele Bartz, Beato Angelico, Editore Konemann, Colonia 2000, pp. 56 - 57 ISBN 3829045476
  • Susanna Buricchi et. al., Galleria degli Uffizi, Firenze, col. "I Grandi Musei del Mondo", Editore Scala, Milano 2003, pp. 57 - 59
  • Guido Cornini, Beato Angelico, Editore Giunti, Firenze 2000, pp. 21 - 22 ISBN 9788809016025
  • John Pope-Hennessy, Fra Angelico, Editore Konemann, 1974, pp. 195 - 196
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 15 giugno 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.