Baculo pastorale
Il baculo pastorale o semplicemente pastorale (detto anche bastone pastorale o vincastro) è un'insegna propria dei vescovi, abati e abadesse, costituita da un'asta culminante in una curvata a spirale (detta riccio).
Oltre che nella Chiesa cattolica, è in uso presso varie chiese cristiane a ordinamento episcopale, tra cui la ortodossa, l'anglicana e la luterana.
Origine e significato
Il baculo pastorale, a imitazione di quello utilizzato dai pastori, simboleggia chiaramente e visibilmente la funzione di cura della fede e della morale che l'ufficio episcopale ha sopra il popolo cristiano a lui affidata e rimanda direttamente al Vangelo di Giovanni nel quale Cristo si autodefinisce "Buon Pastore".
Secondo sant'Ambrogio, il baculo pastorale deve essere:
- al fondo, appuntito per spronare i pigri;
- nel mezzo, diritto per condurre i deboli;
- in alto, ricurvo per radunare gli smarriti.
Storia
Il baculo pastorale è documentato nelle fonti storiche a partire dal V secolo, ma è probabile che esisteva già in precedenza.
La forma dei primi bastoni pastorali era varia; la tipologia a voluta si stabilizzò solo dopo il Mille; infatti, il bastone pastorale con l'estremità superiore ricurva (pedum) esisteva già da alcuni secoli, come testimoniato da:
- Baculo pastorale di san Germano (seconda metà del VII secolo), conservato nella Chiesa di St. Marcel (Delemont - Berna)
Nel corso delX-XI secolo, la curvatura andò accentuandosi assumendo la forma a spirale (riccio) e articolandosi con l'inserimento di figure simboliche.
Dalla fine dell'XI secolo, la forma di quest'insegna divenne più articolata con l'inclusione del nodo tra l'innesto e il riccio il quale, si arricchiva, di gruppi scultori inseriti nella voluta, quali:
- Annunciazione;
- Agnello di Dio;
- San Michele arcangelo e il drago;
- Figure di santi o animali in lotta.
In età gotica, accanto ai motivi decorativi già ricordati, si diffondono elementi fitomorfi che compongono il riccio e si avvolgono lungo il fusto fino al nodo.
Il nodo del pastorale, in origine sferico o poligonale, dal XIV secolo assume forme architettoniche, anche complesse, quali il tempietto ad arcate con piccole statue di santi.
La decorazione del baculo pastorale si enfatizza nel corso delXV-XVI secolo, culminando nelle elaborate forme del XVII - XVIII secolo.
Descrizione
Oggetto e materia
Il pastorale è formato da un'asta lignea o metallica con uno o più nodi, in cui è infilato il riccio; l'asta può essere smontabile in tre o quattro segmenti, uniti per avvitamento, terminante con un puntale.
I primi baculi erano in legno con la curvatura rivestita di metallo e gemme; ma già intorno al Mille sono testimoniati i primi pastorali in argento fuso. Dal XII al XIV secolo si fa grande uso dell'avorio o del rame decorata e smaltato: celebri esempi sono quelli d'arte limosina.
Dal Rinascimento in poi, il pastorale fu solitamente realizzato in argento, rame o argento dorato. Sono, in ogni caso documentati, anche se più rari, pastorali di ferro, piombo e oro, oppure con il riccio in corno o cristallo.
Funzione
Data questa simbologia che richiama il legame forte tra il pastore e il suo popolo, il Vescovo può usare il pastorale solo all'interno dei confini della propria Diocesi, mentre non potrebbe usarlo qualora presiedesse delle liturgie in un altro territorio. Infatti, il pastorale è legato alla missione del Vescovo nei confronti dei suoi fedeli e non all'episcopato in genere (come nel caso delle altre insegne episcopali, che si portano sempre):
Oltre ai vescovi, il privilegio del pastorale è riservato agli abati in quanto responsabili della cura delle anime di quella realtà extraterritoriale al mondo che è il tradizionale monastero benedettino.
Durante la Messa, il vescovo sorregge il baculo pastorale in alcuni momenti liturgici:
- Processione d'ingresso.
- Proclamazione del Vangelo.
- Omelia.
- Eventuale amministrazione di Sacramenti e Sacramentali.
- Benedizione finale.
- Processione di congedo.
Ferula e croce papale
La ferula è il particolare baculo pastorale del Papa, che invece d'essere ricurvo, all'estremità superiore è dotato di una croce. È detto anche "pastorale di Paolo VI", proprio perché reintegrato da questo pontefice dopo la Riforma liturgica del Concilio Vaticano II:
- Ferula di papa Paolo VI (1965), in argento di Lello Scorzelli: opera realizzata su commissione del pontefice e da questi adottata per la prima volta nel corso della cerimonia conclusiva del Concilio Vaticano II, l'8 dicembre 1965.
Nelle liturgie precedenti alla riforma, il Papa era, infatti, portato in sedia gestatoria e non usava pertanto alcun bastone. Al pontefice spetterebbe in realtà come pastorale la Croce papale tripla, ossia un bastone con all'estremo, una croce con tre traverse di diversa lunghezza, digradante verso l'alto; infatti, le tre traverse rappresentano il triplice ruolo del papa:
- vescovo di Roma;
- patriarca dell'Occidente;
- successore di san Pietro apostolo.
La Croce papale tripla venne usata l'ultima volta da Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000.
Esemplari significativi
Tra i baculi pastorali conservatisi si ricorda per il rilievo storico-artistico:
- Baculo pastorale (XIII secolo), in rame smaltato e dorato, di bottega limosina, conservato presso il Museo Campodimonte di Napoli, già facente parte della collezione privata del cardinale Stefano Borgia (Velletri, 1731 - Lione, 1804).
- Baculo pastorale del beato Mainardo con Annunciazione (XIII-XIV secolo), in avorio e legno, conservato presso il Museo Diocesano "Albani" di Urbino.
- Riccio di pastorale con Agnello di Dio che affronta il drago (fine del XIV secolo), in avorio intagliato e inciso, conservato presso il Museo e Pinacoteca Diocesana di Rieti.
- Baculo pastorale (XV secolo), in argento dorato con smalti, conservato presso il Museo Diocesano di Tropea.
- Baculo pastorale dell'arcivescovo Antonio De Ricci (1453-1490), in argento sbalzato, cesellato, dorato con elementi a fusione e smalti, opera di orafo napoletano, conservato presso il Museo Diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria.
- Baculo pastorale di Pio II (1462 ca.), in argento sbalzato, cesellato, inciso e dorato e smalti, di bottega orafa fiorentina, commissionato da papa Pio II, attualmente conservato presso il Museo Diocesano di Pienza: l'oggetto presenta un nodo lavorato a tempietto con Angeli reggi scudo con insegna della famiglia Piccolomini.
- Baculo pastorale di san Romolo (1570), in rame argento e dorato, proveniente dalla Cattedrale, oggi conservato presso il Museo della Cappella di San Jacopo in Fiesole.
Galleria fotografica
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