Johann Friedrich Overbeck

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Johann Friedirch Ovebeck
Laico
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 80 anni
Nascita Lubecca
3 luglio 1789
Morte Roma
12 novembre 1869
Sepoltura Chiesa di San Bernardo alle Terme (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Incarichi ricoperti
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Johann Friedirch Ovebeck (Lubecca, 3 luglio 1789; † Roma, 12 novembre 1869) è stato un pittore tedesco. Fu esponente del movimento pittorico dei nazareni.

Cenni biografici

Johann Friedirch nacque a Lubecca il 3 luglio 1789, in una famiglia di pastori protestanti da generazioni. Era figlio di Christian Adolph Overbeck (1755-1821), avvocato, poeta, uomo di chiesa nonché borgomastro della cittadina e della moglie Elisabeth Kretzschmer.

Ricevette le sue prime lezioni dal pittore e ritrattista classico Joseph Nikolaus Peroux (1771-1849). Nel marzo 1806 il giovane artista lasciò Lubecca per l'Accademia di Belle Arti di Vienna, dove studiò con il maestro Heinrich Füger (1751-1818), noto seguace della scuola francese di Jacques-Louis David. Sotto l'influenza del disegno classico di Füger e dell'arte compositiva di Anton Raphael Mengs e Guido Reni, Ovebeck ricevette una formazione pittorica che in definitiva era radicata nell'ideale di Raffaello. Qui conobbe e divenne amico del pittore Franz Pforr (1788-1812). Il 10 luglio 1808 fondò con i compagni Pforr, lo svevo Joseph Wintergerst (1783-1867), l'austriaco Joseph Sutter (1781-1866) e gli svizzeri Ludwig Vogel (1788-1879) e Konrad Hottinger (1788-1828), l'unione Lukasbund, che non solo si affermò come associazione privata di composizione e correzione con discussioni artistiche e poesia, ma anche come una sorta di unione religiosa nello spirito. Ovebeck con tutti i membri del gruppo venne espulso dalla scuola l'anno seguente. Ovebeck scrisse di aver ricercato a Vienna invano la vera arte e partì per Roma, portando con sé un dipinto non ancora terminato dal titolo L'ingresso di Cristo a Gerusalemme.

L'artista raggiunse Roma nel 1810 durante l'occupazione napoleonica e la deportazione del pontefice. Vi rimase, quasi ininterrottamente sino alla morte, lavorandovi alacremente con gli altri membri del sodalizio, che lo raggiunsero nel convento francescano dove fondarono con lui il movimento dei Nazareni. Loro precetti erano una vita ascetica e duro lavoro: rifiutavano tutto ciò che riguardasse l'antichità perché pagano, il rinascimento perché falso e promuovevano la riscoperta di artisti come il Perugino, il Pinturicchio e il primo Raffaello.

A Roma ebbe modo di fare amicizia con il professore e consigliere di numerosi prelati e teologo di diversi cardinali romani, Pietro Ostini, che fu l'artefice della conversione dell'artista nella domenica delle Palme del 1813.

Nel 1818 sposò Anna ('Nina') Schiffenhuber-Hartl; dall'unione nacque il figlio Alfons, che morì in giovane età. L'unione fu felice anche se la salute cagionevole della moglie fu sempre motivo di sofferenza per entrambi.

La fama dei Nazareni crebbe con i lavori commissionati dal console di Prussia a Roma, Jakob Salomon Bartholdy (1779-1825), zio di Felix Mendelssohn, per decorare una grande sala del suo Palazzo Zuccari, sul Pincio, con affreschi ora conservati alla Alte Nationalgalerie di Berlino. Le opere raffiguravano scene dalla vita del patriarca Giuseppe e Overbeck realizzò personalmente i Sette anni di carestia e Giuseppe è venduto dai suoi fratelli.

Queste opere, terminate nel 1818, accolsero molti consensi e nello stesso anno il principe Francesco Camillo VII Massimo richiese agli artisti di decorare un suo padiglione nel giardino della villa presso San Giovanni in Laterano con affreschi ispirati alle opere del Tasso, di Dante e Ariosto. Overbeck raffigurò il ciclo ispirato alla Gerusalemme liberata e alcune raffigurazioni dell'incontro tra Goffredo di Buglione e Pietro l'eremita. La realizzazione degli affreschi richiese dieci anni: il pittore, infermo, delegò all'amico Joseph von Führich il compito di portarli a termine e si dedicò a un dipinto ispirato alla vita di San Francesco d'Assisi nella basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.

Overbeck fu anche poeta, saggista e teorico dell'arte. Morì a Roma il 12 novembre 1869 e fu sepolto nella chiesa di San Bernardo alle Terme.

Opere

Le principali opere di Overbeck, in cinquant'anni di alacre lavoro, sono:

  • Ingresso di Gesù a Gerusalemme (1824), opera distrutta da un bombardamento alleato durante la seconda guerra mondiale la domenica delle palme del 1942;
  • La passione del Cristo nell'orto degli olivi (1835), conservato all'ospedale maggiore di Amburgo;
  • Lo Sposalizio (1836), titolo originale in italiano, conservato al museo Narodowe di Poznań, in Polonia;
  • Trionfo della religione nelle arti (1840), conservato allo Städel Institute di Francoforte;
  • Pietà (1846), Lubecca;
  • L'incredulità di San Tommaso (1851), dapprima in possesso del collezionista Beresford Hope di Londra e ora parte della collezione Schäfer situata a Schweinfurt, in Germania;
  • L'assunzione della Madonna (1855), cattedrale di Colonia;
  • Cristo consegnato al sinedrio (1858), originariamente sul soffitto del Quirinale su commissione di Pio IX e poi sostituito da una decorazione neoclassica per essere trasferito in Vaticano
  • Italia e Germania (1828), probabilmente la sua opera più nota, conservata alla Neue Pinakothek di Monaco di Baviera;
  • Autoritratto con la famiglia (1820);
  • Ritratto del pittore Franz Pforr (1810);
  • Gesù resuscita la figlia di Giaìro (1815);
  • Maria ed Elisabetta con Gesù e Giovannino (1825);
  • Il miracolo delle rose di San Francesco d'Assisi (1829), conservato al museo di Lipsia;
  • La Visitazione (1870), Santuario della Madonna della Stella, Montefalco

Onorificenze

Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti
— 1853
Collegamenti esterni