Lectio Divina
« | La Lectio Divina è una lettura personale della parola di Dio, mediante la quale ci si sforza di assimilarne la sostanza; una lettura che si fa nella fede, in spirito di preghiera, credendo alla presenza attuale di Dio che ci parla nel testo sacro, mentre ci si sforza di essere noi stessi presenti, in spirito di obbedienza e di completo abbandono alle promesse come alle esigenze di Dio. » | |
(Louis Bouyer, Parola, Chiesa e sacramenti nel protestantesimo e nel cattolicesimo, Brescia 1962, p. 17)
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La Lectio Divina è una lettura riflessiva e di ascolto orante, da soli o in gruppo, di un passo della Bibbia, accolta come Parola di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo. È tradizionalmente articolata nei quattro gradini della lectio ("lettura"), meditatio ("meditazione"), oratio ("preghiera"), contemplatio ("contemplazione").
Nella letteratura patristica
L'espressione Lectio Divina o Lectio Sacra si trova già nella letteratura patristica del IV e del V secolo. Il termine che nei Padri della Chiesa è più vicino alla Lectio Divina è meditazione.
Le regole monastiche consacrano la lettura della Parola di Dio come una delle pratiche fondamentali della vita monastica.
A partire da Gregorio Magno, da Origene, da Girolamo, da Agostino, le generazioni monastiche del Medioevo hanno fatto di questa lettura una sorgente di luce per lo spirito e di preghiera.
Guido il Certosino la definiva: "Scrutare accuratamente le Scritture con piena attenzione dell'animo".
Alcuino denomina "pia umiltà", e Cassiano "umiltà del cuore", l'attitudine necessaria di fronte alla Parola di Dio: per accostarvisi, l'uomo deve lasciare ogni pretesa od orgoglio intellettuale.
Nel monachesimo: i gradini della Lectio
Guigo II il Certosino nel suo Scala claustralium articola la Lectio Divina in quattro gradini spirituali: lectio, meditatio, oratio , contemplatio.
La lettura ricerca la dolcezza della vita beata. La meditazione la trova, la preghiera la chiede, la contemplazione la gusta.
Ugo di San Vittore aveva invece proposto un itinerario in cinque tappe: lectio, meditatio, oratio, operatio, contemplatio.
Lectio
La lectio è la lettura. Costituisce il fondamento, fornisce la materia e impegna a meditare. Consiste nello studio attento delle Scritture, fatto con spirito penetrante.
Si tratta di una lettura precisa, che interessa tutti i particolari del testo.
Questo primo livello fornisce il senso semplice della Scrittura, quello letterale e storico.
« | Nessuno può capire il senso della Scrittura Santa senza averne acquistato la familiarità con una lettura frequente, secondo quanto è scritto: Ama la saggezza ed essa ti innalzerà; essa ti glorificherà se tu l'abbracci. » | |
Meditatio
La meditatio è un'operazione dell'intelligenza, che procede all'investigazione e allo studio di una verità nascosta, con l'aiuto della ragione.
Consiste nella ricerca, fatta con cura, che scava e mette in luce il significato profondo. È una riflessione illuminata dallo Spirito, che raccoglie le verità divine seminate nella Parola.
Oratio
L'oratio è la preghiera che sgorga dalla lettura e dalla meditazione della Parola.
Nella oratio l'orante esprime lo slancio dei desideri del cuore.
È il gradino di coloro che vogliono elevarsi con tutte le forze verso il Signore; è la preghiera che chiede il desiderato tesoro della contemplazione.
Contemplatio
La contemplatio è la preghiera di contemplazione: il cuore si ferma dinanzi al mistero nel quale è entrato.
Tale contemplazione supera tutto il sentimento e il sapere. È il gradino dei beati, è l'elevazione a Dio dell'anima che, attirata al disopra di se stessa, gusta le gioie della dolcezza divina.
Nei documenti della Chiesa
Il Concilio esorta ad alimentare la preghiera al tesoro della Parola di Dio:
« | È necessario che tutti (..) conservino un contatto continuo con le Scritture, mediante la sacra lettura e lo studio accurato (..) onde apprendere "la sublime scienza di Gesù Cristo" (Fil 3,8 ) con la frequente lettura delle divine Scritture. » | |
(Dei Verbum 25)
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« | Dio parla al suo Popolo (..) il Popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera. » | |
(Dei Verbum 33)
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Approfondimento
La Lectio Divina è una esperienza di interiorizzazione, consolidamento, meditazione e approfondimento della Parola di Dio. L'ascolto diventa incontro vivo e che fa cogliere nel testo biblico la Parola viva che interpella, orienta, plasma l'esistenza.
« | Ogni preghiera è conversazione con Dio; quando leggi, è Dio che ti parla; quando preghi, è a Dio che parli. » | |
« | La Lectio Divina è sempre stata e resterà sempre, da parte del suo stesso oggetto, un compito austero, un vero sacrificio spirituale; è sorgente di ogni generosità, ma ne esige anche molta. » | |
(Dom Adalbert de Vogue, Collectanea Cisterciensia)
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Nella Lectio Divina non viene meditata la Scrittura per il suo valore letterario, storico, e nemmeno teologico, ma si cerca l'incontro con Cristo. Non è quindi una lettura nel senso classico del termine. La Lectio Divina è piuttosto una lettura di saggezza: mira a far scendere la Parola dalla testa al cuore. Origene] ricorda[1] che la Parola di Dio si stabilisce nelle viscere dell'uomo, cioè alla sorgente del nostro essere, dove scaturisce la vita. Da questo centro vitale irradia la sua azione di conversione e di rigenerazione, azione che rende fecondi.
Nella letteratura sulla Lectio Divina si parla di masticatio, "masticazione" della Parola: noi diventiamo quello che mangiamo. "Mangiare la Parola di Dio" è accogliere una forza nuova per una vita nuova, orientata alla conversione e alla pietà.
La Lectio Divina è anzitutto una auditio, un "ascolto": ascolto della Parola sussurrata, poi ascolto interiore che risuona nel cuore dell'ascoltatore.
« | Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! » | |
La Lectio Divina apre a una presenza, quella di Cristo, che parla attraverso ciò che si legge.
Esperienze attuali
Maestro della Lectio Divina, nel contesto contemporaneo è, tra gli altri, Enzo Bianchi, monaco e fondatore del Comunità di Bose.
Altro grande divulgatore della Lectio divina, spesso coniugata con gli esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola, è stato il cardinal Carlo Maria Martini.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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