San Giovanni Cassiano
San Giovanni Cassiano Presbitero | |
---|---|
Santo | |
Padre della Chiesa | |
Età alla morte | 75 anni |
Nascita | 360 |
Morte | 23 luglio 435 |
Professione religiosa | IV secolo |
Ordinazione presbiterale | IV secolo |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 23 luglio |
Altre ricorrenze | 28 e 29 luglio Chiesa d'oriente |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 23 luglio, n. 5:
|
San Giovanni Cassiano (360; † 23 luglio 435) è stato un presbitero, monaco e fondatore rumeno, originario presumibilmente della Dobrugia, regione della Scizia (l'attuale Romania), o, secondo altre fonti, in Provenza, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. È uno dei Padri della Chiesa.
Biografia
Si sa poco di lui: pare che il suo nome originario fosse semplicemente Cassianus; il nome Johannes gli sarebbe stato aggiunto in onore a San Giovanni Crisostomo.
Soggiornò lungamente in Terrasanta, a Betlemme, e in Egitto dove visitò vari gruppi eremitici della tebaide. Verso i 40 anni fu a Costantinopoli, qui Cassiano divenne prezioso collaboratore e amico del patriarca San Giovanni Crisostomo, qui forzando la sua volontà fu ordinato diacono. Il diacono fu coinvolto nei conflitti tra il patriarca e alcuni vescovi con l'intervento dell'imperatrice Eudosia: nell'agosto del 403 Giovanni Crisostomo venne deposto ed esiliato, anche perché non aveva risparmiato critiche molto dure alla sovrana. Cassiano fu inviato a Roma, per chiedere a Papa Innocenzo I di intervenire nella disputa.
A Roma, Giovanni Cassiano si fermò per alcuni anni, nel 410 fu testimone del saccheggio dell'Urbe ad opera dei Goti di Alarico. Nel 415 si trasferì in Gallia, a Marsiglia, dove fu ordinato sacerdote e ritornando a vita monacale. A Marsiglia fondò due monasteri: uno per gli uomini, l'abbazia di San Vittore, l'altro per le donne del San Salvatore, sull'esempio di quelli egiziani. Visse in Provenza per il resto della sua vita, qui compose le due opere che lo resero famoso: De institutis coenobiorum, e le Collationes, che San Benedetto da Norcia raccomandò come autorevoli trattati per la formazione dei monaci. I suoi scritti ebbero una notevole influenza su Cassiodoro.
Venne sepolto nel monastero di San Vittore, da lui fondato. Le reliquie andarono disperse durante la rivoluzione francese.
Culto
In Occidente venne acclamato santo subito dopo la morte: la Chiesa cattolica celebra tuttora la sua festa il 23 luglio. In seguito fu canonizzato anche dalla Chiesa ortodossa, che lo celebra il 29 luglio.
Dottrina
Contemporaneo di sant'Agostino d'Ippona partecipò alle dispute sorte attorno agli scritti di questo Dottore della Chiesa, che furono molto vivaci, in particolare presso varie comunità monacali d'Occidente. Sant'Agostino con lettere all'abate Valentino e con altri scritti speciali chiarì più distesamente la sua dottrina; e nonostante vi si trovino proposizioni assai forti, pare nondimeno che i monaci, per la più parte a lui propensi, vi si quietassero [1].
Anche a Marsiglia, i monaci insorsero contro diverse espressioni degli scritti de vescovo d'Ippona, in particolare quelle contenute nell'opera Della correzione e della Grazia, diretta all'abate Valentino e ai monaci di Adrumeto. Essi pensavano che la libertà umana venisse molto svigorita da Agostino e volevano che almeno il pio affetto, lo sforzo dell'uomo, invocando la divina assistenza, non fosse attribuito alla grazia, bensì alla libertà dell'uomo, la quale pure doveva, dopo accolta la grazia, in sé custodirla e mantenerla. Così molti preti e monaci di Marsiglia (dai quali ebbero nome di Marsiliesi tutti i seguaci della dottrina detta poi semipelagiana) studiavano di tenere una via di mezzo fra la dottrina di Pelagio e di sant'Agostino; pure attenendosi alle definizioni della Chiesa contro Pelagio. Capo di tale scuola fu Giovanni Cassiano [1].
Opere
Conosciamo tre opere sicuramente scritte dal monaco di Marsiglia:
- Le istituzioni cenobitiche (De Institutis coenobiorum et de octo principalium vitiorum remediis), un trattato in dodici libri scritto attorno al 420 dedicato alla vita monastica e agli ostacoli alla vita di perfezione: gola, impurità, avidità, collera, abbattimento, inedia, vanità e orgoglio.
- Le conferenze (Collationes patrum in Scithico eremo commorantium), una raccolta di ventiquattro relazioni sulla sua esperienza presso il monachesimo d'Egitto, con dialoghi sulla perfezione ascetica tenuti con i Padri del Deserto toccanti molti temi legati alla vita spirituale. Nel Medio Evo l'abitudine di leggere nei monasteri benedettini le Collatione di Giovanni Cassiano durante i pasti fece nascere il termine colazione come lo usiamo oggi.
- Trattato sull'Incanazione di Cristo contro Nestorio (De Incarnazione Cristi contra Nestorium Haereticum).
Note | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Santi particolari e locali del martirologio del 23 luglio
- Presbiteri ordinati nel IV secolo
- Rumeni
- Presbiteri per nome
- Presbiteri rumeni
- Presbiteri del V secolo
- Professioni religiose del IV secolo
- Monaci rumeni
- Monaci del V secolo
- Tutti i Santi
- Santi del IV secolo
- Santi del V secolo
- Biografie
- Fondatori per nome
- Fondatori rumeni
- Nati nel 360
- Nati nel IV secolo
- Morti nel 435
- Morti il 23 luglio
- Fondatori di monasteri
- Padri della Chiesa