Mitreo di Santa Prisca (Roma)
Mitreo di Santa Prisca | |
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Mitreo di Santa Prisca, spelaeum | |
Civiltà | Romana |
Oggetto generico | Struttura per il culto |
Oggetto specifico | Mitreo |
Dedicazione non cristiana | Mitra |
Data fondazione | II secolo, fine |
Data scoperta | 1934 |
Inizio della costruzione | II secolo, fine |
Completamento | III secolo, prima metà |
Distruzione | IV secolo, fine |
Preesistenze | Domus del I secolo |
Materiali | laterizi |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Primi scavi | |
Datazione scavi | 1934 - 1936 |
Organizzazione scavi | Padri Agostiniani |
Secondi scavi | |
Datazione scavi | 1952-1966 |
Organizzazione scavi | Istituto Storico Olandese |
Archeologi | Maarten Jozef Vermaseren, Carel Claudius Van Essen |
Amministrazione | |
Proprietà | MIBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo |
Ente | Soprintendenza Speciale di Roma |
Indirizzo | Via di Santa Prisca, 8 00153 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 39967702 |
Posta elettronica | info@coopculture.it |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
Il Mitreo di Santa Prisca è un edificio di culto mitràico situato sotto l'omonima chiesa, sul colle Aventino a Roma.
Storia
Il mitreo fu casualmente scoperto, nel 1934, dai Padri Agostiniani, che intrapresero l'opera di scavo per il suo recupero. L'ambiente, infatti, era adiacente alla cripta della Chiesa di Santa Prisca, dove si trovava già un'aula a due navate che costituiva il primitivo nucleo dell'edificio sacro, il titulus Priscae.
L'indagine del sito venne proseguita, tra il 1952 e il 1966, dagli archeologi olandesi Maarten Jozef Vermaseren e Carel Claudius Van Essen, i quali vi individuarono un ricco mitreo realizzato all'interno di un'abitazione privata preesistente, che si snoda al di sotto della parte settentrionale della chiesa, nell'area del giardino e del cortile adiacente. Si tratta come mostrano i bolli laterizi, di un edificio databile intorno al 95 d.C., o poco dopo, completato ad est da un quadriportico. Quest'ultimo venne trasformato in un'abitazione intorno al 110 d.C., mentre a sud, nell'ambito di un'altra casa, adiacente alla prima, veniva costruito un grande ninfeo absidato.
Verso la fine del II secolo d.C. venne realizzato, a sud, un'ulteriore abitazione a due navate, sul quale si impiantò la chiesa attuale. La tradizione vuole far risalire quest'ultimo edificio alla casa dei coniugi ebrei Aquila e Prisca, che qui accolsero i santi Pietro e Paolo; all'interno di essa sarebbe nata una ecclesia domestica e successivamente il vero e proprio titulus paleocristiano.
Sempre alla fine del II secolo si fa risalire la realizzazione del mitreo, che si impiantò all'interno del quadriportico e che fu violentemente distrutto alla fine del IV secolo, poco prima della costruzione dell'edificio di culto cristiano.
Descrizione
Ninfeo
L'accesso ai sotterranei avviene dal giardino posto a destra della chiesa. Scendendo delle scale si entra in un primo ambiente, nel quale sono visibili i resti del ninfeo a emiciclo di una delle abitazioni del complesso.
Nel secondo ambiente, inglobati nelle murature, sono visibili degli imponenti rocchi di colonne in peperino del diametro di 90 centimetri, provenienti, con tutta probabilità, dal vicino Tempio di Diana.
Spelaeum
Attraversata la cripta della chiesa, risalente al XII secolo, si giunge nell'ambiente che precede lo spelaeum. Nel mitreo più antico questo ambiente costituiva una sorta di atrio: successivamente esso fu collegato al resto con l'aggiunta dei banconi laterali e l'ampliamento della porta di passaggio. La lunghezza della sala, che era di m 11,25 (per una larghezza di 4,20), raggiunse così i m 17,50. Il primo strato di dipinti murali venne allora sostituito da un altro, e nuove figure di stucco completarono la decorazione della parete di fondo.
Ingresso
All'ingresso, entro due nicchie, erano collocate:
- Statue dei due Dadofori, cioè i portatori di fiaccole. Questi personaggi, presenti in tutti i mitrei, erano rappresentati, uno con la fiaccola sollevata verso il cielo e l'altro con la fiaccola abbassata verso terra, ad indicare il trionfo del giorno sulla notte, della luce sulle tenebre. Le due opere, che erano poste entro due nicchie, una a destra, rivestita in giallo-ocra, mentre l'altra a sinistra, foderata con stucco annerito, raffiguravano:
- a destra, Cautes, l'annunciatore del giorno, del quale rimane in parte la figura presentata come un giovine nudo posto accanto ad un tronco, con le braccia sollevate. La scultura venne probabilmente riadattata da un originale che rappresentava probabilmente il dio Mercurio, trasformato aggiungendo parti di stucco. Ai piedi della statua si trova un gallo, presenza simbolica usuale nei mitrei, in quanto simbolo solare e testimone del risveglio iniziatico: è questo animale, infatti, che annuncia il giorno non appena il sole sorge all'orizzonte, all'alba, con il suo canto.
- a sinistra, Cautopates, il principio della notte: la scultura di questo personaggio è andata perduta.
Pareti laterali
L'aspetto più interessante dell'ambiente è costituito dai dipinti murali che coprono le pareti laterali, al di sopra dei banconi (tranne un'interruzione al centro della parete destra, dove era originariamente una porta, poi tamponata e trasformata in trono), oggi visibili e leggibili solo in parte, poiché si tratta di due strati sovrapposti, che però presentavano soggetti simili, realizzati tra il 200 e il 220 d.C.
Sulla parete destra, da sinistra a destra, si riconosce una processione di personaggi rappresentanti i sette gradi di iniziazione del culto, ad ognuno dei quali è abbinata una frase che inizia sempre con la parola persiana Nama, vale a dire "onore", quindi il grado di iniziazione, a seguire la parola tutela (ossia, "sotto la protezione"), abbreviata in vari modi, per chiudere con il rispettivo pianeta che proteggeva quel grado d'iniziazione.
- Uomo seduto con berretto frigio, vestito di rosso. A sinistra della sua testa è un'iscrizione: Nama (patribus) / ab oriente / ad occidente(m) / tutela Saturni (pater).
- Giovane con aureola e un globo in mano. Nell'iscrizione si legge: (Na)mai tute(l)a S(ol)is (heliodromus).
- Gambe e braccio destro di una figura. Al di sopra, l'iscrizione: (Na)ma Persis / tutela (Mer)curis (perses).
- Personaggio, poco visibile. Sopra la testa è l'iscrizione: Nama l(e)on(i)b(us) / tutela Iovis (leo).
- Personaggio di tre quarti, che sorregge il mantello del precedente, e regge con l'altra mano, serrato contro il petto, un oggetto tondeggiante. L'iscrizione è: Nama militibus / tutela Mart(is) (miles).
- Personaggio stante, con un oggetto di colore rosso vivo in mano. Al di sopra, l'iscrizione: Nama nym(phis) / tutela V(e)n(eri)s (nymphus).
- Personaggio, poco visibile. Nell'iscrizione si legge: Nama coracibus / tutela Lunae (corax).
Il significato di questa processione e di questi nomi è spiegato, come meglio non si potrebbe, da una lettera del 403 d.C. di san Girolamo (347 ca. - 420):
« | Solo pochi anni fa, Gracco, vostro parente, mentre era a capo della prefettura urbana non ha forse demolito, spezzato e dato fuoco alla grotta di Mitra e a tutti i prestigiosi simulacri attraverso i quali gli iniziati diventavano successivamente Corvo (corax), Occulto (nymphus), Soldato (miles), Leone (leo), Persiano (perses), Eliodromo (heliodromus) e Padre (pater)?. Non si è fatto precedere da essi, come altrettanti ostaggi, per ottenere il battesimo di Cristo? » | |
(Lettera CVII, 4)
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Nella lettera san Girolamo ci fornisce l'elenco dei gradi di iniziazione mitriaci, che si ritrovano, nello stesso ordine, lungo la parete dipinta del mitreo: si può così integrare l'iscrizione del personaggio mancante. Ad ognuno dei sette gradi d'iniziazione elencati in ordine crescente di importanza (corax, nymphus, miles, leo, perses, heliodromus e pater) corrisponde un pianeta: elemento tipico di un culto cosmico.
Sulla parete sinistra sono raffigurati:
- Processione dei "Leones": identificabili dall'iscrizione che ne cita il grado e il nome proprio. Il Leone è uno dei gradi iniziatici, tuttavia non si comprende perché in questa parete gli venisse data così tanta enfasi; una delle ipotesi è che essa rappresenti i finanziatori della costruzione del mitreo.
- Patto di alleanza tra Mitra e Sole: nel dipinto si vedono quattro persone in una grotta: due di esse, Mitra (a destra) e il Sole (a sinistra), sono sdraiate a banchetto, mentre altre due (una delle quali con la testa di corvo) le stanno servendo.
Parete di fondo
Nella parete di fondo, si apre una grande nicchia, che ricostruisce l'ambiente della grotta e che costituisce un unicum per Roma, entro la quale è collocato un gruppo scultoreo raffigurante:
- Mitra uccide il toro, in stucco: nell'opera la figura del dio è quella che si è conservata meglio. Con lo sguardo distolto dall'atto che sta compiendo sull'animale (il distacco dalla dimensione terrena), il berretto frigio calcato sul capo e il mantello svolazzante sul quale è posato un corvo, presenta come unica anomalia la nudità del personaggio, solitamente invece vestito con una corta tunica alla moda frigia. Del toro rimangono soltanto alcuni frammenti: parte del capo e delle zampe, la parte terminale della coda che si muta in una spiga. Scomparsi del tutto due degli animali che di solito aiutano il dio nella sua impresa, lo scorpione e il serpente, mentre appare nitidamente il cane, nella parte inferiore destra.
- Saturno sdraiato: la figura, dal volto barbuto, ha il corpo costituito da frammenti di anfore unite da stucco. La presenza di questa divinità nella scena è un elemento peculiare di questo mitreo, non presente in altri edifici simili.
Sul lato a sinistra della nicchia è posto un importante graffito: si tratta di un fedele, il quale afferma di essere nato alla luce (ossia, rinato grazie all'iniziazione) il 21 novembre 202 d.C.: questo indica che in quell'anno il mitreo era già stato costruito.
Altri ambienti
A sinistra dell'aula cultuale, in direzione settentrionale, si aprono altri tre ambienti collegati tra loro, ricavati dall'antico portico, destinati probabilmente alle cerimonie preliminari e utilizzate per funzioni connesse con il santuario:
- Stanza delle iniziazioni, l'ambiente era quello dedicato al rito iniziatico cui si doveva sottoporre chiunque volesse abbracciare questo culto: in cosa consistessero queste prove non si sa esattamente.
- Caelus, il luogo della purificazione, nel quale, alla presenza del Pater avveniva il rito della purificazione, simile al battesimo, con l'utilizzo di acqua: sul pavimento sono visibili, infatti, i resti di una vasca. Sulla nicchia di fondo sono dipinti:
- Sette cerchi concentrici che rappresentano i sette pianeti allora conosciuti. I fori ancora visibili sono forse relativi ai segni zodiacali applicati alla rappresentazione piatta dell'universo.
- Apparatorium, la stanza dove erano conservati gli arredi, le lucerne e i vestiti degli adepti: una vera e propria sacrestia.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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