Chiesa di Santa Prisca (Roma)
Chiesa di Santa Prisca | |
Roma, Chiesa di Santa Prisca | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via di Santa Prisca, 11 00153 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 5743798 |
Posta elettronica |
santaprisca@diocesidiroma.it roma.santaprisca@agostiniani.it |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | parrocchiale |
Dedicazione | Santa Prisca |
Sigla Ordine qualificante | O.S.A. |
Sigla Ordine reggente | O.S.A. |
Data fondazione | IV secolo, fine |
Architetto | Carlo Lambardi |
Stile architettonico | manierismo, barocco |
Inizio della costruzione | fine IV - inizio V secolo |
Completamento | XVII secolo, metà |
Strutture preesistenti | Mitreo, domus dei santi Aquila e Prisca |
Pianta | basilicale |
Materiali | laterizi, travertino |
Iscrizioni | BENEDICTUS CARD. IUSTINIANUS ANNO IUBULEI MDC |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Santa Prisca è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Ripa.
Storia
Dalle origini al Rinascimento
Negli Atti degli Apostoli e in alcune lettere di san Paolo sono ricordati i coniugi romani Prisca e Aquila nella cui casa si riuniva la prima comunità cristiana:
« | Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa. » | |
Secondo una tradizione nella ecclesia domestica fu battezzata la loro figlia Prisca che, in seguito venne martirizzata e sepolta nei pressi della casa paterna.
Le prime notizie di una chiesa dedicata alla Santa, costruita in forme basilicali sulla ecclesia domestica, si attestano tra la fine del IV e gli inizi del V secolo.
Nel 772 venne restaurata da papa Adriano I (772-795) e affidata ai monaci basiliani di Santa Maria in Cosmedin che la tennero fino alla seconda metà dell'XI secolo.
Saccheggiata e semidistrutta nel 1084 dalle truppe normanne, guidate da Roberto il Guiscardo (1015 ca. – 1085), fu restaurata durante il pontificato di Pasquale II (1099-1118).
Dopo un grave incendio, all'inizio del XV secolo, che causò il crollo delle prime tre campate, nel 1414 venne abbandonata dai monaci benedettini che la officiavano. Nel 1455 Callisto III (1455-1458) ne dispose un radicale restauro, durante il quale fu accorciata la chiesa e vennero aperte tre finestre nell'abside (poi tamponate nel XVII secolo), e l'affidò ai domenicani del vicino monastero di Santa Sabina che la tennero fino all'inizio del XVII secolo.
Dal Seicento ad oggi
Nel 1600, per volere del cardinale titolare Benedetto Giustiniani (1554-1621), la piccola casa conventuale fu ampliata e adattata a ospizio. Nell'occasione la facciata della chiesa fu demolita e ricostruita più arretrata, secondo un progetto di Carlo Lambardi (1554-1620), e anche il colonnato interno che delimita le navate venne modificato.
Nel 1660 il complesso venne affidato all'Ordine di Sant'Agostino che tuttora lo curano.
Altri restauri ebbero luogo nel 1660, nel 1728, nel 1776 e nel 1935.
La chiesa è sede parrocchiale, eretta il 18 gennaio 1934 da papa Pio XI (1922-1939) con la costituzione apostolica Quo spirituali.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Prisca, istituito papa Alessandro I nel 112: l'attuale titolare è il cardinale Justin Francis Rigali.
Descrizione
Esterno
La facciata, a un solo ordine, è percorsa da due coppie di lesene in laterizio su plinti e con capitelli ionici in travertino, al centro del quale si apre un portale sormontato da un timpano triangolare e affiancato da due antiche colonne di granito; al di sopra è situato un oculo, inquadrato da una cornice marmorea rettangolare; un timpano triangolare sormontato da una croce conclude la facciata
Tra l'oculo ed il sovrastante timpano triangolare è situata l'iscrizione commemorativa:
(LA) | (IT) | ||||
« | BENEDICTUS CARD. IUSTINIANUS ANNO IUBULEI MDC » | « | (Il) cardinale Benedetto Giustiniani (fece) nell'anno del Giubileo 1600 » |
Interno
L'interno, molto suggestivo, presenta una pianta basilicale a tre navate, delimitate da due file di archi a tutto sesto, poggianti su sette pilastri rettangolari decorati con piccole mensole, che includono le colonne originarie.
La navata centrale è coperta con soffitto ottocentesco a cassettoni lignei e decorata sulle pareti laterali, al disopra delle arcate, con dipinti murali raffiguranti:
- Santi e angeli con strumenti della passione di Gesù Cristo (1600), affreschi di Anastasio Fontebuoni.
Presbiterio e abside
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, e nell'abside semicircolare, si possono ammirare:
- all'altare, entro mostra, pala con San Pietro battezza santa Prisca (1595 - 1604 ca.), olio su tela di Domenico Cresti detto il Passignano.[1]
- nell'abside, ai lati dell'altare, Angeli sorreggenti medaglioni (1600), affreschi di Anastasio Fontebuoni.
- alle pareti laterali, Martirio di santa Prisca e Traslazione delle spoglie di santa Prisca (1600), affreschi di Anastasio Fontebuoni.
Le navate laterali si concludono con una propria cappella, posta accanto al presbiterio, entrambe progettate nel 1728 da Giovanni Odazzi e rispettivamente dedicate al Sacro Cuore di Gesù (a sinistra) e a Maria Vergine (a destra).
Battistero
All'inizio della navata destra si apre il piccolo battistero, sistemato nel 1948, nel quale è collocato il fonte battesimale costituito da un capitello composito, datato alla fine del II secolo d.C., che presenta l'epigrafe "Baptismus Sancti Petri", che rimanda alla tradizione secondo cui questo sia quello che san Pietro avrebbe utilizzato per battezzare santa Prisca. L'opera era conservata nella cripta, ma fu portato in questo ambiente nel 1934 quando la chiesa divenne parrocchiale.
Il fonte è chiuso attualmente da un coperchio decorato da un interessante gruppo scultoreo raffigurante:
- Battesimo di Gesù Cristo (1948), in bronzo di Antonio Biggi.
Mitreo
Per approfondire, vedi la voce Mitreo di Santa Prisca (Roma) |
Agli inizi della navata destra, si accede, attraverso una scala, ad un complesso, rinvenuto grazie agli scavi compiuti dai Padri Agostiniani sotto la chiesa nel 1934-1936, e costituito da una serie di ambienti:
- una casa del I secolo d.C. con quadriportico, probabilmente quella dei santi Aquila e Prisca, in cui furono ospitati i santi Pietro e Paolo;
- un ninfeo absidato del II secolo;
- un coevo edificio a due navate entro cui era il titulus originario;
- un mitreo – luogo di culto dedicato al dio Mitra – della fine del II secolo.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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