Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa è una istituzione ecclesiale cattolica a carattere caritativo fondata nel 1923 a Firenze dal presbitero Giulio Facibeni, originario dell'Appennino forlivese.

Storia

Durante la Prima guerra mondiale, Facibeni venne chiamato al fronte sul Monte Grappa come cappellano militare. In questo ruolo si prodigò per sostenere moralmente i soldati, soprattutto i feriti e i moribondi, senza badare ai rischi che correva, volendo dimostrare che se il sacerdote predica il sacrificio deve anche compierlo. Qui nacque in lui l'idea dell'Opera, ispirata dalla statua della Madonnina del Grappa.

Tornato dunque alla pieve di Rifredi a Firenze, nel 1923, essendo venuto anche a contatto con i molti orfani di guerra, maturò la sua vocazione, e pose la prima pietra dell'Opera, inaugurata ufficialmente il 4 novembre 1924.

A proposito del luogo dove si trova la pieve, lo stesso Facibeni scrisse:

« Il Signore ha voluto l'Opera in questo rione operaio, l'ha voluta aliena da umane protezioni e sicurezze e sostenuta dalla preghiera e dal lavoro degli umili, perché fosse apologia vivente della Divina Provvidenza»

I bambini ospitati nel giorno dell'apertura erano 12. Dopo quattro anni salirono a 100, poi a 350 nel 1939, fino al "record" di 1200 dopo la Seconda guerra mondiale. Iniziò anche un'espansione territoriale, con l'apertura di altre case, tra cui quelle di Empoli (Firenze) e di Galeata (Forlì).

Negli anni dell'occupazione tedesca, l'Opera costituì un rifugio per ricercati e sfollati, subendo più volte perquisizioni dai tedeschi. Di particolare rilievo, l'azione svolta, a Rifredi e nelle altre case gestite dall'Opera, nei confronti degli ebrei perseguitati. In una relazione presentata al card. Elia Dalla Costa il 19 gennaio 1945, nei mesi successivi alla liberazione di Firenze, don Giulio Facibeni affermava: "dagli ultimi del 1943 fino alla liberazione [l'Opera] ha ricoverato e provveduto al mantenimento di 10 fanciulli, 3 donne, 3 giovani e due uomini ebrei".[1] Nel 1993, Louis Goldman, uno dei ragazzi ebrei ad aver trovato rifugio a Rifredi, racconta nel libro Amici per la vita la sua esperienza condivisa con altri due ragazzi ebrei, il fratello Harry Goldman e Willy Hartmayer, offrendo un quadro dettagliato della vita dell'Opera e dall'azione di don Facibeni in quei mesi cruciali.[2]

Nel dopoguerra importanti riconoscimenti all'Opera vennero sia dalle istituzioni che dalla Chiesa cattolica:

È stato avviato recentemente il processo di beatificazione del fondatore don Giulio: la prima tappa è conclusa con la presentazione di tutto il materiale alla Congregazione dei Santi a Roma. È stata avviata la ricerca di materiale per documentare un miracolo riconducibile al Padre Facibeni[3].

Oggi

Sacerdoti dell'Opera

L'attuale superiore e presidente dell'Opera, che Facibeni designò nel testamento come suo successore, è Corso Guicciardini.

Gli altri sacerdoti dell'Opera sono:

  • Piero Paciscopi
  • Carlo Zaccaro
  • Celso Quercioli
  • Felicino Turchi
  • Riccardo Moretti
  • Daniele Rialti
  • Giovanni Martini
  • Don Angelo Stefanini

Corso, dal 24 settembre 2006, lascia il suo incarico di parroco in San Giovanni Evangelista a Empoli, per tornare a Rifredi e dedicarsi interamente all'Opera.

La missione

L'Opera ha varie attività, fra cui:

  • Case famiglia: ospitano un centinaio di ragazzi in difficoltà; sono quattro, ognuna destinata ad una diversa fascia d'età.
  • Case di accoglienza: alcune di esse accolgono studenti universitari sia italiani che extracomunitari che s'impegnano a collaborare in altri servizi; altre sono destinate a lavoratori in difficoltà, ex detenuti, adulti con disagi, ragazze madri o a rischio, famiglie straniere senza casa.
  • Casa di riposo.
  • Mense per i poveri: la più importante si trova in Piazza della Santissima Annunziata a Firenze, di fronte allo Spedale degli Innocenti.
  • Case per vacanze e soggiorno degli anziani del quartiere: sono tre, a Quercianella (LI), a Gavinana (PT) e a Mammiano (PT).
  • Centro di ascolto.
  • Scuola Formazione e Lavoro: corsi professionali gratuiti.
  • Centro educativo Credidimus Charitati: associazione indipendente, ispirata ai valori dell'Opera, voluta da don Guicciardini e dai ragazzi della sua parrocchia (a Empoli), da cui è gestita; accoglie una decina di bambini tra i 6 e i 14 anni che si trovano in situazioni di disagio, aiutandoli nei compiti scolastici e svolgendo attività ricreative.
  • Centro sportivo ricreativo "Rifredi 2000": luogo di incontro per molti giovani del quartiere.
  • Centro di formazione giovanile: si occupa della formazione spirituale dei giovani; ospita anche una scuola di ceramica; si trova a Villa Guicciardini a Firenze, residenza di don Guicciardini, da lui donata all'Opera.
  • Cooperative sociali: ispirate e sostenute dall'Opera, accolgono persone in difficoltà.
  • Missione in Brasile: Centro Socio-Educativo-Sanitario a Guadalajara, periferia di Fortaleza, attualmente gestito da padre Angelo Stefanini, dopo la morte di don Alfredo Nesi.
  • Missione in Albania: a Scutari, svolge varie attività.
  • Fondazione Casa G. Mazzei: onlus indipendente che si occupa di elargire borse di studio agli studenti dell'Opera e ad altri che ne hanno bisogno; fondata per volontà di Emma Massetani, che dopo la morte di suo figlio Gabriele Mazzei, studente universitario, ha desiderato aiutare economicamente studenti che ne avessero bisogno; i proventi vengono dall'affitto di case donate dalla signora stessa all'Opera.
  • Unione Figli dell'Opera: l'associazione di tutti quelli che sono stati accolti dall'Opera.

L'Opera pubblica un notiziario cartaceo autogestito, intitolato "il Focolare", che dispone oggi anche di un sito internet.

La missione dell'Opera nelle parole di Corso Guicciardini

« L'Opera prosegue nel portare avanti l'eredità carismatica di don Giulio Facibeni.

Sono passati 80 anni dalla sua fondazione, sono cambiati i tempi, eppure ricalcando le stesse opere del padre, ispirandosi al suo carisma, si incarna nelle realtà odierne di miseria e di sofferenza di tanti minori a rischio o in difficoltà, come pure si fa presente nelle nuove povertà che sono gli extracomunitari, gli anziani soli, i poveri, gli emarginati, per alleviare le loro sofferenze, per aiutarli nei loro problemi e soprattutto per aprire i loro cuori alla speranza nella vita perché Dio è un Padre che ama e provvede ai suoi figli. L'Opera sta scoprendo e sta mettendo sempre più a fuoco la missionarietà. Non vogliamo sostituirci ai servizi sociali, ben più organizzati di noi, e neppure abbiamo la presunzione di risolvere i problemi di tutti. Ciò che operiamo nasce da una fede incrollabile nella paternità e nella Provvidenza di Dio. Ci facciamo samaritani nella storia di oggi chinandoci sulle sofferenze dei minori e di tanti poveri portandovi, oltre che l'aiuto, l'olio della consolazione e della speranza. È così che intendiamo evangelizzare, attraverso la carità. La nostra missione consiste nel camminare insieme: sacerdoti e laici, consacrati, associati e volontari, tutti legati nello spirito dell'Opera, assumendo in solido le responsabilità e cercando di andare nel cuore dell'uomo»

(Corso Guicciardini)

Il motto

Il motto dell'Opera, scelto da Facibeni, è Et nos credidimus caritati, "abbiamo creduto all'amore" (1Gv 4,16).

« Credendo all'amore infinito di Dio per noi, come non sentire il nostro piccolo cuore trasformato da quella carità che tutto abbraccia, trasfigura, da quella carità che senza restrizioni e preferenze fa sue tutte le miserie e le debolezze umane, perché in ogni sofferenza vede la continuazione della passione di Cristo»
(Giulio Facibeni)
Note
  1. ASSFI, Fondo Dalla Costa, b.24; cf. Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI, 2 voll. (Roma: Carocci, 2007)
  2. Louis Goldman, Amici per la vita, Firenze 1993.
  3. Servo di Dio Giulio Facibeni
Collegamenti esterni