Pala di San Domenico (Beato Angelico)
Beato Angelico, Pala di San Domenico (1425 ca.), tempera su tavola | |
Pala di San Domenico o di Fiesole | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Fiesole |
Diocesi | Fiesole |
Ubicazione specifica | Oratorio di San Donato di Scozia |
Uso liturgico | quotidiano |
Comune di provenienza | Fiesole |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli, san Tommaso d'Aquino, san Barnaba, san Domenico di Guzman e san Pietro martire |
Datazione | 1425 ca. |
Ambito culturale | |
Autore | Beato Angelico (Guido di Pietro) |
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 212 cm; l. 237 cm |
Note | |
opera modificata nel 1501 da Lorenzo Credi | |
La Pala di San Domenico è una pala d'altare, eseguita nel 1425 circa, a tempera su tavola, da Guido di Pietro detto Beato Angelico (1395 - 1455 ca.), proveniente dall'altare maggiore della Chiesa di San Domenico a Fiesole (Firenze) ed attualmente conservata nel limitrofo Oratorio di San Donato di Scozia.
Descrizione
Pala d'altare
Nella pala d'altare compaiono:
- al centro:
- Madonna con Gesù Bambino: quest'ultimo è raffigurato nudo nell'atto di afferrare le due rose che la madre tiene in mano: una bianca (simbolo di purezza) e una rossa (prefigurazione della Passione);
- otto angeli adoranti sono disposti ad emiciclo, di dimensioni gerarchicamente più piccole;
- a sinistra:
- san Tommaso d'Aquino
- san Barnaba, rivolto leggermente verso Maria Vergine, è il patrono di Barnaba degli Agli, il generoso mecenate che donò seimila fiorini ai domenicani per ricostruire ed ampliare il Convento di San Domenico di Fiesole;
- a destra:
Predella
La predella è conservata presso la National Gallery di Londra ed è formata da cinque scomparti:
- al centro, Cristo risorto fra angeli adoranti: Gesù è raffigurato con in mano il vessillo con la croce rossa in campo bianco (simbolo della Resurrezione) e circondato da angeli, fra cui è possibile riconoscere san Michele arcangelo;
- a destra:
- Madonna con gli apostoli, gli evangelisti e i santi in adorazione: Maria Vergine è raffigurata in alto a destra.
- Santi e beati dell'Ordine domenicano in adorazione.
- a sinistra:
- Profeti con i martiri e le sante in adorazione
- Santi e beati dell'Ordine domenicano in adorazione.
Beato Angelico, Pala di San Domenico: predella (1425 ca.), tempera su tavola; Londra, National Gallery
Cimasa
La pala d'altare era corredata anche da una cimasa, oggi ridotta a due tondi di dimensioni simili, che raffigurano:
- San Romolo vescovo conservato presso la National Gallery di Londra;
- Santo vescovo esposto al Metropolitan Museum of Art di New York[1].
Pilastrini
I pilastrini laterali erano decorati da dieci piccoli pannelli con figure di Santi e beati, delle quali se ne conoscono solo quattro:
- due in una collezione privata:
- due al Museo Condé di Chantilly (Francia):
- San Marco evangelista e il leone;
- San Matteo evangelista e l'angelo. [2]
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Lo schema del dipinto richiama il Trittico di San Giovenale (1422) del Masaccio con il trono posto su un gradino davanti al quale stanno due angeli inginocchiati, raffigurati quasi a profil perdu.
- La figurazione degli angeli ricorda da vicino anche il cartone per la vetrata con l'Assunzione di Maria Vergine (1404 - 1405) di Lorenzo Ghiberti nella facciata del Duomo di Firenze.
- L'opera è uno dei primi esempi di polittico, dove le figure sono disposte in un unico piano, senza ricorrere a scomparti.
Notizie storico-critiche
Gli studiosi collocano la pala a qualche anno prima del Trittico di san Pietro Martire (1428 - 1429), per la raffigurazione dello spazio meno evoluta. Inoltre, la disposizione dei santi è più semplice, con un allineamento in fila, invece di un emiciclo suggerito.
La pala è una delle prime opere realizzate da Beato Angelico. Il dipinto era collocato originariamente all'altare maggiore della Chiesa di San Domenico, dove Giorgio Vasari (1568) [3] ebbe ancora modo di vederlo con il ciborio. Successivamente fu trasferita nel limitrofo Oratorio di San Donato di Scozia, dove è ubicato tuttora.
Nel 1501 Lorenzo di Credi ridipinse lo sfondo, che era probabilmente dorato, creando una veduta più moderna, con un trono decorato da un baldacchino e finti rilievi classicheggianti e due scorci paesaggistici racchiusi da pilastri. In quell'occasione vennero anche eliminate le tracce delle cuspidi goticheggianti in auge all'epoca dell'esecuzione dell'opera.
La pala d'altare è stata smantellata nel XIX secolo, tra il 1792 e il 1827 dai monaci di San Domenico, in tale occasione varie parti della cornice e la predella furono vendute e finirono in diverse collezioni museali e private.
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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