San Cucufate
San Cucufate Laico · Martire | |
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Santo | |
Martirio di San Cucufate, dipinto di Ayne Bru, 1504-1507, Barcellona, Museo de Arte de Cataluña. | |
Nascita | (Scillium III secolo |
Morte | Barcellona 304 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 25 luglio |
Altre ricorrenze | in Spagna il 27 luglio, per evitare che la sua venerazione coincida con l'importante ricorrenza di San Giacomo, patrono della Spagna.[1] |
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Nel Martirologio Romano, 25 luglio, n. 3:
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San Cucufate (Spagnolo: Cucufas, Qaqophas, Cocoba(s); Catalano: Cugat, Culgat, o Cougat; Francese: Cucuphat, Cucufa, Cucuphat, Quiquenfat; Galiziano: Covade, Cobad; Guascone: Cophan; Asturiano: Cucao); (Scillium, III secolo; † Barcellona, 304) è stato un martire spagnolo, il nome Cucufate è di derivazione fenicia e significa: "che ammette lo scherzo, che scherza".[2].
Vita e martirio
La vita del santo è ampiamente raccontata da un testo privo di elementi storici, attribuito ad un anonimo scrittore dell'VIII secolo.
Cucufate nacque in una famiglia nobile e ricca di Scillium, antica cittadina nella provincia romana di Cartagine, probabilmente verso la metà del III secolo. Insieme al compagno Felice, entrò a far parte della comunità cristiana di Cesarea in Mauritania, all'interno della quale ottenne la carica di diacono. Una volta che la persecuzione del crudele Diocleziano iniziò a dilagare nelle province orientali dell'impero, Cucufate e Felice s'imbarcarono alla volta dell'Occidente, adducendo come pretesto per la fuga dei motivi commerciali.
Sbarcati sulle coste di Barcellona, i due si finsero mercanti per dedicarsi alla diffusione della religione cristiana, battezzando la popolazione locale e sostenendo i poveri del paese. Cucufate, stando a quanto detto dalle leggende cristiane, era immensamente generoso con i bisognosi e un grande operatore di miracoli.
Ben presto, Felice si trasferì a Gerona, in Catalogna, dove avrebbe subito il martirio all'inizio del IV secolo, mentre Cucufate rimase a Barcellona, continuando con le sue campagne di evangelizzazione a favore della comunità cristiana locale.
Scoperto mentre era intento a predicare, il santo venne arrestato per ordine del proconsole locale Galerio: la "Passio" racconta che Cucufate al suo rifiuto di sacrificare agli idoli fu denudato completamente e frustato senza pietà. Il santo venne poi tormentato con uncini aguzzi e scorpioni postiglisi sulla schiena, e in seguito arrostito vivo dopo essere stato ricoperto di vino e pepe, sebbene un intervento divino lo salvò dalla morte e da qualsiasi ferita. Dopo molte altri suplizi e interventi divini morì sgozzato.
Nella letteratura
Il poeta latino Prudenzio menzionò Cucufate in un suo inno, riferendogli questa breve espressione: «Barcinon claro Cucufate freta/surget»; il santo ha riscontro anche nel Martirologio geronimiano, nel Libro di Preghiera di Verona (VII secolo); in un inno chiamato Barcino laeto Cucufate vernans (VII secolo, ricordato nei manoscritti di Toledo e Silos, X-XI secolo), attribuito a Quirico, vescovo di Toledo;[3] il Liber Sacramentorum (Toledo, IX secolo, messa mozarabica dedicata a San Cucufate); Martirologio di Adone; Martirologio di Usuardo (IX secolo), e il Martirologio di San Pietro di Cardeña (X secolo, presupposta copia del manoscritto del VII secolo).
Reliquie
Al tempo in cui la prima comunità benedettina si istallò a San Cugat nel IX secolo, il monastero era già basato sul culto di Cucufate, sin dal VIII secolo il monastero di Sant Cugat custodiva le reliquie del santo. In quel secolo, san Fulrado aveva trasferito una reliquia di Cucufate da Sant Cugat all'abbazia di Saint-Denis. Le reliquie del santo occuparono un posto d'onore nella basilica francese e custodite nell'abside destro dell'abbaziale.
Dal XIV secolo, a Sant Cugat i resti del santo furono posti in una piccola cassa, decorata con le scene della sua vita. Questo cofano finì nella parrocchiale di Sant Cugat del Rec (o "del Forn") a Barcellona dopo che i monasteri venne sottoposti alla manomorta.
Nel 1950, Sant Cugat commemorò una reliquia proveniente dalla cassa di Sant Cugat del Rec. Quelle reliquie si trovano ancora oggi nella cripta della basilica di Santa Maria del Mar.
Numerose chiese in Europa, a partire dal Medioevo, dichiaravano di possedere le sue reliquie, tra le quali alcune dell'isola di Reichenau, le cattedrali di Braga e Oviedo; e il comune francese di Lièpvre, il cui monastero venne fondato da Fulrado che trasferì alcune delle reliquie di Cucufate a Saint-Denis.
Patronato
A Cucufate non è generalmente attribuito un particolare patronato, sebbene Ángel Rodríguez Vilagrán scriva che nei Costumari Català di Joan Amades sia menzionato che, anticamente, i gobbi veneravano Cucufate come loro santo patrono, come anche i piccoli rapinatori. Le origini di questo patronato sono tutt'ora sconosciute.
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