San Donato d'Arezzo
San Donato d'Arezzo Vescovo · Martire | |
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Santo | |
José de Ribera, Miracolo eucaristico di san Donato d'Arezzo (1591 - 1652), olio su tela; Amiens (Francia), Museo della Piccardia | |
Nascita | Nicomedia |
Morte | Arezzo 7 agosto 363 |
Ordinazione presbiterale | IV secolo |
Consacrazione vescovile | 346 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Arezzo |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 7 agosto |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 7 agosto, n. 4:
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San Donato d'Arezzo (Nicomedia; † Arezzo, 7 agosto 363) . Fu il secondo vescovo di Arezzo (a quanto risulta dai dittici conservati nell'archivio capitolare della città); è venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica.
Notizie della sua vita sono riportate nel Martirologio Geronimiano (risalente al V secolo), in una Passio Donati del VI secolo, in varie altre Passiones, agiografie di origine medievale e nella Cronaca dei custodi, documento del XI secolo.
Storia
Nacque probabilmente ad Arezzo ma, secondo alcune fonti, potrebbe essere originario di Nicomedia o di Roma. Divenne prete mentre era vescovo della città Satiro.
La sua opera di evangelizzazione fu molto proficua. Ordinato vescovo dal Papa, succedette a Satiro nella guida della Chiesa aretina e continuò nella sua opera pastorale, coadiuvato dal diacono Antimo.
Le notizie di origine più antica non parlano di un suo martirio e gli viene attribuito il titolo di vescovo e confessore.
Più tardi gli venne attribuito un martirio, inflittogli dal prefetto di Arezzo, Quadraziano, mediante decapitazione. Il martirio sarebbe avvenuto secondo alcuni sotto l'imperatore Giuliano, nel 362. Secondo altri sarebbe avvenuto addirittura nel 304, sotto Diocleziano. Il giorno in cui, secondo la tradizione, avvenne la sua morte, è il 7 agosto.
Il vescovo Gelasio, suo successore, fece costruire una “memoria” nel luogo della sua tomba, nel colle del Pionta, dove sorse la prima cattedrale di Arezzo. Il corpo di San Donato è invece conservato e venerato nell'omonima chiesa di Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo.
Il culto
Come santo è considerato protettore degli epilettici perché gli è attribuita la guarigione miracolosa di un bambino da questa malattia.
Tra i miracoli che la tradizione gli attribuisce, il più famoso è quello del calice, per via del quale sarebbe stato condannato al martirio: durante la celebrazione della messa entrarono nel tempio dei pagani che con violenza mandarono in frantumi il calice di vetro, di cui Donato raccolse i cocci e li rimise insieme, ma ne mancava uno. Noncurante di ciò, vi avrebbe versato del vino servendolo ai fedeli senza che ne cadesse dal fondo. Dallo stupore, 79 pagani si sarebbero convertiti al Cristianesimo. Dopo un mese, fu arrestato e ucciso.
Disavventure storiche delle reliquie
Nel 1384, il capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy espugnò e depredò Arezzo. Poi valicò l'Appennino, recando con sé, tra l'altro, la preziosa reliquia della testa di San Donato, patrono di Arezzo. Alla sua venuta a Forlì, Sinibaldo Ordelaffi, il Signore di quella città, riscattò la reliquia, che tenne con grande venerazione fino a che essa fu restituita agli aretini[1].
Predecessore: | Vescovo di Arezzo | Successore: | |
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San Satiro | 352 - 7 agosto 362 | Gelasio |
Patronati
È venerato come santo patrono di:
Note | |
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Bibliografia | |
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