San Francesco Saverio Maria Bianchi

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San Francesco Saverio Maria Bianchi, B.
Presbitero
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Arpino
2 dicembre 1743
Morte Napoli
31 gennaio 1815
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione 1762
Professione religiosa 1763
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 1767
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 22 gennaio 1893, da Leone XIII
Canonizzazione 21 ottobre 1951, Pio XII
Ricorrenza 31 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
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Erede
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Coniuge

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Consorte

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Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 31 gennaio, n. 13:
« A Napoli, san Francesco Saverio Maria Bianchi, sacerdote dell'Ordine dei Chierici regolari di San Paolo, che, ricco di doni mistici, indusse molti a vivere con lui nella grazia del Vangelo. »

San Francesco Saverio Maria Bianchi, detto l'Apostolo di Napoli (Arpino, 2 dicembre 1743; † Napoli, 31 gennaio 1815), è stato un presbitero italiano dell'ordine dei Chierici regolari di San Paolo, confessore di numerosi illustri personaggi del suo tempo.

Biografia

Nato ad Arpino nel 1743, venne educato nel locale "Collegio dei Santi Carlo e Filippo" dei padri Barnabiti. Intraprese gli studi giuridici a Napoli ma, vinta la resistenza dei genitori, volle farsi sacerdote e nel 1762 entrò nell'Ordine dei Barnabiti, professando i voti l'anno seguente. Proseguì gli studi a Macerata, poi a Roma e infine a Napoli, dove fu ordinato presbitero nel 1767.

Insegnò nel Collegio di Arpino per circa due anni e fu poi inviato al "Collegio San Carlo" di Napoli, dove insegnò filosofia e matematica. La sua vasta cultura gli permise di ricoprire incarichi via via più importanti. Dal 1778 venne chiamato a insegnare nell'Università di Napoli e l'anno seguente divenne socio della Reale Accademia di Scienze e Lettere.

L'intensa attività nell'ambito culturale non gli impedì di vivere in sintonia con la sua vocazione religiosa. Continuò sempre a svolgere importanti incarichi nella sua Congregazione e a farsi promotore di opere di carità, tanto da essere molto stimato nella capitale partenopea.

Con il trascorrere degli anni crebbe sempre di più in lui la dimensione mistica e l'aspetto taumaturgico. I suoi biografi fanno iniziare questo periodo a partire dalla Pentecoste del 1800, quando si trovò in estasi davanti al Santissimo Sacramento: da quel giorno inasprì le sue penitenze e accrebbe l'impegno nell'apostolato da divenire totale.

La sua fama di santità crebbe anche per la coraggiosa sopportazione di un male misterioso alle gambe che lo costrinse su una poltrona negli ultimi tredici anni di vita.

Fu confessore di Carlo Emanuele IV di Savoia, di sua moglie, la venerabile Maria Clotilde di Borbone-Francia e di numerosi cardinali e vescovi. Da lui trassero consigli spirituali santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe e tanti altri.

La sua fama lo portò a essere chiamato santo e apostolo di Napoli mentre era ancora in vita, come verrà poi riconosciuto da papa Leone XIII.

Una tradizione accertata vuole che con un gesto di benedizione abbia fermato la lava del Vesuvio durante le eruzioni del 1804 e del 1805. Predisse la caduta di Napoleone Bonaparte

Negli ultimi tre anni il suo male si aggravò, le sue gambe si riempirono di piaghe fino a impedirgli ogni movimento.

Morì il 31 gennaio 1815.

Culto

Le sue spoglie sono conservate nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio a Napoli.

Collegamenti esterni