San Quodvultdeus
San Quodvultdeus Vescovo | |
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Santo | |
Mosaico con San Quodvultdeus; Napoli, catacombe | |
Nascita | Cartagine IV secolo |
Morte | Napoli 454 |
Consacrazione vescovile | 434 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Cartagine |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 19 febbraio |
Altre ricorrenze | 8 gennaio a Tunisi |
Nel Martirologio Romano, 19 febbraio, n. 1:
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San Quodvultdeus (Cartagine, IV secolo; † Napoli, 454) è stato un vescovo cartaginese. Il suo nome, in latino, significa letteralmente "quello che Dio vuole", è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, fu vescovo di Cartagine al tempo dell'invasione dei Vandali di Genserico e fu profugo a Napoli.
Agiografia
Si hanno poche notizie della sua giovinezza. Nato in Africa, quasi certamente a Cartagine, fu ordinato diacono attorno al 421 da Sant'Agostino, al quale scrisse due lettere, una delle quali per chiedergli di scrivere un'opera sulle eresie[1].
Agostino scrisse poi il De Haeresibus e lo dedicò a Quodvultdeus[2].
Lo studioso tedesco Kappelmacher sostenne invece che il diacono Quodvultdeus che inviò due lettere a Sant'Agostino non coincide con Quodvultdeus vescovo.[3]
Dal 434 al 454, fu titolare della cattedra vescovile di Cartagine, titolo che mantenne anche dopo l'esilio del 439, fino alla morte. Criticò aspramente i cristiani che si lasciavano affascinare più dagli spettacoli come il circo che dalle opere e dagli esempi dei santi e dei martiri del loro tempo, attribuendo la calamità di quella regione a una punizione di Dio per questo traviamento.
Secondo la critica recente gli si attribuiscono 12 sermoni prima attribuiti a Sant'Agostino:
- Tre: De symbolo
- Due De tempore barbarico
- Due De accedentibus ad gratiam
- Adversus quinque haeresies
- De cataclismo
- De ultima quarta feria
- De cantico novo
- Contra iudaeos
Inoltre il De promissionibus et praedictionibus Dei, che solitamente figura tra le opere di San Prospero di Aquitania, è anche di Quodvultdeus.
Irene Caiazzo[4], in particolare, basandosi su criteri filologici, sostiene che il trattato Adversus quinque haeresies, diffuso nel medioevo come opera di Sant'Agostino, fu scritto in realtà da San Quodvultdeus fra il 437 e il 439, infatti in esso si afferma la compatibilità e la concordia fra la dottrina cristiana e l'insegnamento di Ermete esposto nell'Asclepius, cosa che favorì l'accoglienza nelle biblioteche medievali delle opere di Ermete, considerato profeta pagano della rivelazione cristiana. Sant'Agostino invece, nel De civitate Dei, aveva severamente condannato l'Asclepio.
Alla caduta di Cartagine nelle mani dei Vandali nel 439, Quodvultdeus rifiutò di aderire all'arianesimo, professato dal re vandalo Genserico e per questo fu costretto all'esilio con il clero a lui fedele, fra cui San Gaudioso di Napoli. Furono imbarcati su navi in disuso prive di remi e di vele e raggiunsero fortunosamente Napoli, dove fra il 445 e il 451 scrisse il Libro delle promesse e delle predizioni di Dio e prese parte alla lotta contro il pelagianesimo.
Morì nel 454 a Napoli.
Successione degli incarichi
Predecessore: | vescovo di Cartagine | Successore: | |
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Capreolo | 434 454 - espatriato a Napoli il 439 | San Deogratias |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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