Sant'Angelo da Gerusalemme
San Angelo da Gerusalemme, O.C. Presbitero · Martire | |
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Santo | |
Presbitero | |
Antonio de Pereda, Sant'Angelo da Gerusalemme (1667 ca.), olio su tela; Madrid, Museo del Prado | |
Età alla morte | 40 anni |
Nascita | Gerusalemme 2 marzo 1185 |
Morte | Licata 5 maggio 1225 |
Professione religiosa | XIII secolo |
Ordinazione presbiterale | 1210 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1456 |
Ricorrenza | 5 maggio |
Santuario principale | Chiesa di Sant'Angelo, Licata |
Attributi | Palma, tre corone, spada che lo trafigge |
Patrono di | Licata, Sant'Angelo Muxaro, Lavoratori |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 5 maggio, n. 13:
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San Angelo da Gerusalemme conosciuto anche come Sant'Angelo di Sicilia o Sant'Angelo di Licata (Gerusalemme, 2 marzo 1185; † Licata, 5 maggio 1225) è stato un presbitero e martire ebreo ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Angelo nacque a Gerusalemme nel 1185, apparteneva a una famiglia di ebrei convertiti al cristianesimo. Alla morte dei genitori i gemelli Giovanni e Angelo entrarono nel convento del Monte Carmelo che ospitava una comunità religiosa dagli albori del cristianesimo, l'Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo. Questo ordine proprio in quei anni scelse una nuova regola, formulata da Sant'Alberto di Gerusalemme attorno al 1214: essa trasformava la vita dell'ordine da contemplativa in mendicante, cambiamento in sintonia con quanto avveniva nel resto della chiesa di quegli anni con l'affermazione, in particolare, di due grandi ordini religiosi che si rifacevano agli stessi principi, i Francescani e i Domenicani.
Angelo venne ordinato presbitero nel convento del Carmelo all'età di venticinque anni; nel 1218 venne incaricato di recarsi a Roma, per illustrare e ottenere da Papa Onorio III, l'approvazione della nuova e definitiva Regola del Carmelo; il Papa, lo stesso che approvò l'Ordine Francescano, la concesse nel 1226. Dopo una breve permanenza a Roma, dove svolse attività di predicatore, venne inviato in Sicilia per combattere l'eresia catara.
La sua morte avvenne in circostanze drammatiche, dopo aver convinto la convivente di un nobile locale, Berengario, ad abbandonarlo, in quanto legata a lui da vincoli di parentela, venne assalito dal nobile nella chiesa di Licata dei Santi Filippo e Giacomo, e colpito a morte con una spada, morendo pochi giorni dopo il 5 maggio 1225 e chiedendo che l'aggressore fosse perdonato. Venne sepolto nella stessa chiesa dove venne assalito.
Culto
Le reliquie vennero traslate nel 1656 nella nuova chiesa a lui dedicata, l'edificio venne eretto dagli abitanti della città come ringraziamento per la scampata epidemia di Peste, che aveva colpito il Vicereame di Napoli nel 1656. L'approvazione del culto venne concessa da Papa Pio II e la Chiesa cattolica lo festeggia il giorno della sua morte il 5 maggio. Il santo è patrono di Licata e molto venerato in tutta la Sicilia.
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