Emerico nacque tra il 1000, o secondo altre fonti[1] e il 1007, come secondogenito di Stefano I d'Ungheria e Gisella di Baviera. Fu l'unico dei tre figli della coppia a raggiungere l'età adulta. L'identità della moglie non è certa:[2] la tradizione più diffusa vuole che sia Irene Monomachina, alcuni storici ipotizzano Patricissa di Croazia o Rixa di Polonia.
La sua educazione fu affidata, tra i 15 e i 23 anni, al vescovo di Csanád, San Gerardo Sagredo, che ne forgiò un carattere molto ascetico e spirituale. Destinato alla successione al trono del padre, che progettava una possibilità di coreggenza, non salì mai al potere per la prematura morte avvenuta durante una battuta di caccia. Venne sepolto nella chiesa oggi cistercense[3] di Székesfehérvár.
Ladislao I d'Ungheria ne ordinò l'esumazione il 5 novembre1083 per la canonizzazione che avvenne congiuntamente a quella del padre e del suo educatore ad opera di Papa Gregorio VII. A favore della canonizzazione contarono sia la sua vita pia quanto le guarigioni miracolose e le conversioni che la tradizione vuole essere accadute sulla sua tomba.
↑(DE) Sauser E, Biographisch-bibliograophisches Kirchenlexikon (trad. lett. "Enciclopedia biografica-bibliografica della chiesa cattolica romana") Vol XXI, pub. Bautz, 2003, ISBN 3-883-09038-7 Versione on-line
↑W. Swoboda, Emeryk, Słownik Starożytności Słowiańskich, t. 8, cz. 1, 1998, s. 112
↑Al tempo della sepoltura la chiesa non apparteneva all'ordine cistercense, fondato sul finire del secolo XI