San Gerardo Sagredo

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San Gerardo Sagredo, O.S.B.
Vescovo · Martire
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al secolo Giorgio
battezzato
Santo
Martire
'

Szent gellért 1.jpg

Scene della vita del santo dalla Vita di santi angioina 1330
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 66 anni
Nascita Venezia
23 aprile 980
Morte Buda
24 settembre 1046 ca.
Sepoltura
Appartenenza
Vestizione {{{V}}}
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
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Incarichi ricoperti Vescovo di Csanád
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione 1083, da Gregorio VII
Ricorrenza 24 settembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Abito vescovile
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Ungheria
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
Nome templare {{{nome templare}}}
Nomi postumi
Altri titoli
Casa reale {{{casa reale}}}
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Madre {{{madre}}}
Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 24 settembre, n. 6:
« In Pannonia, nel territorio dell'odierna Ungheria, san Gerardo Sagredo, vescovo di Csanád e martire, che fu maestro di sant'Emerico, principe adolescente, figlio del re santo Stefano, e morì lapidato presso il Danubio nella rivolta di alcuni pagani del luogo. »

San Gerardo Sagredo, al secolo Giorgio (Venezia, 23 aprile 980; † Buda, 24 settembre 1046 ca.) è stato un vescovo e martire italiano. Canonizzato nel 1083, svolse il suo apostolato a Csanád, in Ungheria, nazione di cui è il Santo patrono.

Biografia

Nacque intorno al 980 da una nobile famiglia di Venezia di origini dalmate, il giorno di san Giorgio (23 aprile), fu battezzato con lo stesso nome.

In seguito ad una grave malattia i genitori impetrarono la grazia a san Giorgio per la sua guarigione e il giovinetto guarì. Ancora giovane prese i voti nel monastero benedettino di San Giorgio Maggiore, prendendo il nome del padre Gerardo morto da poco.

Divenne poi abate del monastero, ma durante un pellegrinaggio in terra santa, giunto a Zara invece di proseguire per la Palestina si diresse in Pannonia attuale Ungheria. Qui il re cristiano Stefano d'Ungheria gli affidò l'educazione del figlio, Emerico d'Ungheria, che morì in giovane età.

Trascorse alcuni anni da eremita, durante i quali scrisse un testo esegetico (Deliberatio Gerardi Morosanae Ecclesiae Episcopi supra hymnum trium puerorum ad Isingrimum liberalem), la prima opera scientifica scritta in Ungheria. Fu poi nominato dal re Stefano vescovo di Csanád, e si dedicò così all'evangelizzazione dei magiari, meritandosi l'appellativo di "Apostolo d'Ungheria".

Il martirio

Dopo la morte di re Stefano nel 1038, sorsero disordini conseguenti alla successione, Gerardo si allontanò dalla corte tentando di mantenere una posizione di cauta equidistanza, pur non potendo sottrarsi all'appoggio della fazione di Pietro Orseolo, il nipote di Stefano designato alla successione e sostenuto dall'imperatore Enrico III, che si opponeva all'usurpatore Samuele Aba, appoggiato dagli eretici bogomili. L'usurpatore fu sconfitto nel 1044, ma a costo di una crescente sudditanza del regno, situazione che provocò forte scontento, disordini e congiure nobiliari, nonché una grande sollevazione pagana capeggiata dal pecenego Vata. Gerardo si schierò a favore del partito nazionale del principe Andras, figlio di un cugino di Stefano Árpád. Il 24 settembre del 1046, nei pressi del traghetto di Pest, il drappello di armati che scortava il vescovo diretto a Buda per accogliere il pretendente arpadiano, fu assalito da una pioggia di pietre lanciate dai sostenitori di Vata, fu fatto prigioniero e legato a un carretto, trascinato sul vicino monte Kelen, che in seguito prese il suo nome, e fatto precipitare nel Danubio.

Fu canonizzato nel 1083 insieme a santo Stefano e sant'Emerico. Nel 1986 è stato dichiarato patrono principale della diocesi di Zrenjanin.

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Opere

  • Deliberatio Gerardi Morosanae Ecclesiae Episcopi supra hymnum trium puerorum ad Isingrimum liberalem
  • Sancti Stephani primi regis Hungariae de regum praeceptis decem ad Sanctum Emericum ducem (tradizionalmente attribuito a Santo Stefano d'Ungheria ma per altri studiosi opera del vescovo veneziano)
Collegamenti esterni