Sant'Everardo del Friuli

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Sant'Everardo del Friuli
Laico
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 46 anni
Nascita 820 ca.
Morte Italia
16 dicembre 866
Sepoltura Cysoing
Appartenenza
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
Elezione
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 16 dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
Marchese e Duca del Friuli
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In carica 846 –
863
Incoronazione
Investitura
Predecessore

Unruoch II del Friuli

Erede
Successore

Unroch III del Friuli

Nome completo {{{nome completo}}}
Trattamento {{{trattamento}}}
Onorificenze
Nome templare {{{nome templare}}}
Nomi postumi
Altri titoli
Casa reale {{{casa reale}}}
Dinastia Unrochingi
Padre Unruoch II del Friuli
Madre Engeltrude
Coniuge

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Consorte

Gisella

Consorte di

Figli Eberardo, Ingeltrude, Unroch III, Berengario, Adelardo, Rodolfo, Heilwig, Gisella, Giuditta
Religione {{{religione}}}
Firma [[File:{{{firma}}}|150x150px]]
Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 16 dicembre, n. 4:
« A Cisoing nella regione dell'Artois in Francia, sant'Everardo, che, conte del Friuli, fondò in questo luogo un monastero di canonici regolari, dove alcuni anni dopo la sua morte fu piamente deposto. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Sant'Everardo del Friuli o Eberardo (820 ca.; † Italia, 16 dicembre 866) è stato un marchese franco del Friuli a partire dall'846[1].

Durante la sua vita fu un'importante figura politica, militare e culturale dell'impero carolingio. Possedeva una vasta biblioteca, commissionò lavori di letteratura latina a Lupo Servato e Sedulio Scoto e mantenne rapporti di corrispondenza con i teologi e gerarchi ecclesiastici Gotescalco, Rabano Mauro e Incmaro di Reims

Eberardo ereditò il titolo di Duca del Friuli dal padre Unruoch II; la madre era Engeltrude, probabilmente figlia di Begone di Tolosa e Alpaïs. [2]

Il suo nome è compitato alternativamente come Everard, Evrard, Erhard, Eberhard o Eberard, o ancora alla maniera latina Everardus, Eberardus o Eberhardus. Egli scriveva il suo nome come Evvrardus.

Vita

Suo padre era stato alto funzionario dell'imperatore Carlomagno, che aveva chiuso la sua vita in un monastero. Il figlio conobbe una carriera ancor più brillante, ed ebbe l'onore di ottenere in sposa la figlia di Ludovico il Pio, nipote di Carlomagno e sorella dell'imperatore Lotario.

Da Gisella, Everardo ebbe cinque figli e tre figlie. Dall'Imperatore, venne investito di estesi possessi in Lombardia, in Francia e in Germania. Il fedele vassallo venne creato Marchese del Friuli. Un personaggio di tale importanza e così ben introdotto nella casa reale carolinga, non poteva non condurre vita piena e onorabile, in mezzo ad amici altolocati, anche se non sempre disinteressati: tra questi anche vescovi, arcivescovi e abati.

Alla morte di Carlomagno l'impero si sfasciò rapidamente, sotto la pressione di eventi esterni e soprattutto per gli antagonismi tra i discendenti del grande sovrano - fratelli, fratellastri e cugini. Nell'842, Lotario tentò di salvare la pace e l'integrità dell'impero, con un accordo tra i fratelli sulla base di una divisione territoriale. Per questa importantissima missione, scelse come ambasciatore proprio suo cognato il saggio e fedele marchese del Friuli.

Everardo si trovava a proprio agio in mezzo ai libri come tra le armi, nelle dispute dottrinali come in battaglia. Combatté fortunatamente contro i nemici esterni dell'impero: Slavi, Normanni e, in Italia contro i Saraceni. Potremmo perciò aggiungergli anche il titolo di condottiero, accanto a quello di diplomatico, di politico e di studioso.

Fondazione dell'abbazia di Cysoing

Sant'Eberardo aveva ricevuto in dote da Gisella dei possedimenti a Cysoing. Essi decisero di fondarvi un monastero; questo progetto richiese molto tempo e l'attuazione fu difficoltosa, non fu completato che dopo la morte dei due marchesi. Il convento venne inizialmente edificato in onore di San Saverio e Maria. I religiosi di Cysoing erano canonici regolari e vivevano in una comunità caratterizzata da tutti i rigori della clausura; la loro missione era quella di cantare solennemente nella chiesa e di pregare per tutti. Sant'Everardo era noto per la sua passione per il canto corale.

Testamento e morte

Nell'858 fu uno tra gli ambasciatori che l'imperatore Ludovico il Giovane, figlio di Lotario I, inviò ad Ulma, vicino allo zio Ludovico II il Germanico. A partire da questa data non si sa molto altro a proposito di Everardo del Friuli, fino a agli eventi narrati nella sua Testimonianza, un documento interessante e curioso, la cui autenticità è certa e nel quale sono contenute informazioni sulla vita di Sant'Eberardo. La Testimonianza venne redatta in Italia, nel castello di Musiestro, nella contea di Treviso nell'867; Eberardo e Gisella elencarono meticolosamente non solo le loro terre e le loro proprietà all'interno di un testamento, ma precisarono anche l'identità e le parentele dei membri della loro famiglia e di altri reali. Con il consenso della moglie, la principessa Gisella egli suddivise i suoi beni tra i sette figli.

Il testamento è datato 867, ventottesimo anno di regno del figlio di Lotario, Ludovico il Giovane. Everardo morì lo stesso anno, il 16 dicembre.

Note
  1. Genealogia della moglie Gisella su genealogy.euweb.cz, con indicazioni biografiche di Eberardo
  2. Michel L. Call, The Royal Ancestry Bible Royal Ancestors of 300 Colonial American Families (charts 1986 & 2022), ISBN 1-933193-22-7
Bibliografia
  • La Rocca, Christina, Provero, Luigi, "THE DEAD AND THEIR GIFTS: THE WILL OF EBERHARD, COUNT OF FRIULI, AND HIS WIFE GISELA, DAUGHTER OF LOUIS THE PIOUS" (p. 225), in Theuws, Frans, Rituals of Power: From Late Antiquity to the Early Middle Ages, Brill, 2000 (503 pagine)
  • Morby, John, Dynasties of the World: a chronological and genealogical handbook, Oxford University Press, 1989
  • MacLagan, Michael, Lines of Succession: Heraldry of the Royal Families of Europe, 2nd edition, Little, Brown and Company, 1999
Collegamenti esterni