Santa Caterina Fieschi Adorno da Genova
Santa Caterina Fieschi Adorno da Genova Laica | |
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Santa | |
Vedova e Mistica | |
Giovanni Agostino Ratti, Santa Caterina Fieschi Adorno da Genova (XVIII secolo), olio su tela | |
Età alla morte | 63 anni |
Nascita | Genova 5 aprile 1447 |
Morte | ivi 15 settembre 1510 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 6 aprile 1675 |
Canonizzazione | 23 aprile 1737 |
Ricorrenza | 15 settembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 15 settembre, n. 11:
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Santa Caterina Fieschi Adorno da Genova (Genova, 5 aprile 1447; † ivi, 15 settembre 1510) è stata una laica e mistica italiana, vedova del principe Giuliano Adorno. Il 16 giugno 1737 è stata proclamata Santa da Papa Clemente XII; è conosciuta anche con il titolo di Dottoressa del Purgatorio, per essere stata l'autrice del Trattato del Purgatorio.
Biografia
Caterina faceva parte del nobile casato dei Fieschi: il padre era Giacomo Fieschi, patrizio genovese, nipote di Papa Innocenzo IV e Viceré di Napoli per breve tempo; la madre si chiamava Francesca di Negro. Venne educata secondo i parametri della nobiltà del tempo, studiando non solo i classi latini e greci ma anche Dante, Petrarca e Jacopone da Todi, oltre ai trattatisti religiosi del tempo.
Il 13 gennaio 1463 Caterina sposò il Principe Giuliano Adorno, del casato degli Adorno, acquisendo così il cognome del marito. La famiglia di Caterina aveva lottato a lungo con gli Adorno per il predominio sulla città e le due fazioni erano pervenute a una tregua proprio tramite questo matrimonio di convenienza tra Caterina e il giovane principe.
La coppia non ebbe figli e poco si sa di questi primi anni; di certo non fu una famiglia esemplare ma il frutto di un matrimonio di comodo. Dopo aver trascorso i primi dieci anni conducendo una vita spensierata e mondana, Caterina giunse improvvisamente a una conversione religiosa, testimoniata ufficialmente, con la sua visione mistica del 24 marzo 1473. Alla sua conversione fece subito seguito quella del marito: essi cambiarono completamente vita e andarono ad abitare in una modesta casa nel pressi dell'ospedale di Pammatone. Il marito entrò nel Terz'Ordine Francescano.
La vita mistica di Caterina fu molto intensa e incentrata sul rapporto con Cristo;ne resta a testimonianza il Dialogo spirituale. Nel più famoso Trattato del Purgatorio, con parole semplici cercò di spiegare la sofferenza delle anime purganti, che le avvicina gradualmente a Dio, ma procura loro anche una grande gioia, nell'essere sicure della salvezza. Il Signore le concesse di provare ella stessa, in un'esperienza mistica, ciò che vivono le anime in Purgatorio. La sua vita e i suoi insegnamenti furono studiati dal barone Friedrich von Hügel nell'opera The Mystical Element of Religion (1908)[1].
Accanto a questa vita spirituale Caterina visse una intensa attività di servizio verso i più poveri e ammalati. Madonna Caterinetta, come la chiamavano, andava lei e nettava le miserie e le brutture di detti infermi e poveri, con puzze quasi intollerabili et trovava anche quelli che dicevano parole terribili di disperazione. Divenne direttrice dell'ospedale, fatto molto raro per le donne del tempo. Fu vera fonte di ispirazione per il movimento di clero e di laici protesi a una riforma radicale della vita cristiana e al rinnovamento della Chiesa cattolica del tempo. Durante queste attività si ammalò anche lei di peste, che colpì la città dal 1493, malattia da cui guarì.
Per opera di uno dei suoi discepoli più stretti, Ettore Vernazza, sorse a Genova il cosiddetto Ridotto, ovvero il primo ricovero per malati gravi e incurabili.
Morì il 15 settembre 1510 e venne sepolta a Genova, nella chiesa della Santissima Annunziata di Portoria.
Pensiero
Nel suo insegnamento spirituale Caterina evidenziò la lotta all'amor proprio; per la Santa, Dio deve essere amato per sé stesso, non per quanto lo temiamo o per quanto da lui riceviamo: il fine, nella vita spirituale, è arrivare ad amare Dio completamente.
Per raggiungere questo scopo è indispensabile spogliarsi dell'amor proprio, in quanto può impadronirsi del cuore e della mente dell'uomo diventando il vero motore del proprio pensare e agire. In questo modo si esclude Dio dal proprio orizzonte di valori guida.
Per purificare l'io cresciuto troppo a scapito del Divino, Dio stesso permette che abbiamo, in questa vita e nel Purgatorio, le sofferenze.
Culto
Beatificata il 6 aprile 1675, è stata canonizzata il 23 aprile 1737.
La sua memoria liturgica si celebra 15 settembre (la Diocesi di Genova ne celebra il culto il 12 settembre).
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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