Santi martiri di Damasco
Santi martiri di Damasco Martiri | |
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Santi | |
Morte | Damasco 10 luglio 1860 |
Sepoltura | in un'unica tomba nel pavimento della Chiesa di San Francesco (Damasco) |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerati da | Chiesa Cattolica |
Beatificazione | 10 ottobre 1926, da papa Pio XI |
Canonizzazione | 20 ottobre 2024, da papa Francesco |
Ricorrenza | 10 luglio |
Attributi | palma |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 10 luglio, n. 14:
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I Santi martiri di Damasco († Damasco, 10 luglio 1860) sono stati un gruppo di undici presbiteri e religiosi cattolici e laici maroniti trucidati in odium fidei a Damasco da un gruppo di drusi[1] nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1860. Furono beatificati da papa Pio XI il 10 ottobre 1926 e canonizzati da papa Francesco il 20 ottobre 2024.
Biografia
L'evento martiriale che riguarda gli undici Santi si colloca in un contesto di persecuzione contro i cristiani a opera dei Drusi sciiti, che a partire dalla primavera del 1860 andò allargandosi dal Libano fino alla Siria.
Il 9 luglio 1860 la folla fanatica dei persecutori invase il popoloso quartiere cristiano di Damasco che contava circa 3.800 abitazioni e diede inizio a ogni sorta di violenza, avendo previamente chiuso tutte le vie di fuga. Quella stessa notte, un comando di rivoltosi animato da un radicato odio religioso riuscì a penetrare attraverso una porta nascosta indicata da un traditore, nel convento francescano di San Paolo: qui furono barbaramente trucidati otto Frati Minori - sette di nazionalità spagnola e uno di nazionalità austriaca - e tre cristiani laici maroniti. Fin dall'epoca dei fatti apparve a tutti evidente che si trattava di una morte martiriale: alle undici vittime infatti prima di infliggere brutalmente i colpi mortali, gli aggressori chiesero di rinunziare alla fede cristiana e di abbracciare l'Islam, invito che fu decisamente rifiutato.
I corpi dei martiri, pietosamente recuperati alcuni giorni dopo la strage, furono sepolti in una tomba comune che, con la riedificazione e la consacrazione della chiesa conventuale nel 1866, divenne meta di devozione da parte dei cristiani di Damasco.
Elenco
- Manuel Ruiz López, superiore del convento, nato il 5 maggio 1804 a San Martín de las Ollas, Burgos, Spagna. Entrato nel 1825 tra i Frati Minori, fu ordinato sacerdote nel 1830. L'anno successivo fu inviato in Terra Santa ove, dopo aver appreso le lingue locali, svolse un fecondo apostolato. Costretto nel 1847 a tornare in Europa per motivi di salute, ritornò in Terra Santa nel 1858. La notte dell'eccidio, non appena i rivoltosi penetrarono in convento, corse in chiesa per consumare le Specie Eucaristiche e venne ucciso ai piedi dell'altare.
- Carmelo Bolta Bañuls, parroco, nato il 29 marzo 1803 a Real de Gandía, Valencia, Spagna. Nel 1825 fu accolto tra i Frati Minori e nel 1829 venne ordinato sacerdote. Nel 1831 partì alla volta della Terra Santa dove risiedette nei conventi di Giaffa, Damasco e Ain Karem, nel Santuario della Visitazione. Nel 1851 fu trasferito a Damasco con l'incarico di parroco e insegnante di lingua araba.
- Engelbert Kolland, vicario parrocchiale, nato il 21 settembre 1827 a Ramsau, Salzburg, Austria. Entrò tra i Frati Minori nel 1847 e fu ordinato sacerdote nel 1851. Raggiunse la Terra Santa nell'aprile 1855. Svolse il suo apostolato missionario prima nel convento del Santo Sepolcro, quindi a Damasco, dove fu molto amato dalla popolazione. La notte della strage fu l'unico dei religiosi a morire fuori del convento.
- Nicanor Ascanio Soria, nato il 10 gennaio 1814 a Villarejo de Salvanés, Madrid, Spagna. Nel 1830 entrò tra i Frati Minori. A motivo della soppressione religiosa del 1835 fu ordinato sacerdote nel clero diocesano. Con la riapertura del Collegio per le Missioni di Priego di Cuenca poté rientrare tra i Frati Minori nel 1858. Giunse in Terra Santa nel febbraio 1859 e fu destinato al convento di Damasco. La disponibilità al martirio fu una nota costante della sua spiritualità.
- Nicolás María Alberca Torres, nato il 10 settembre 1830 ad Aguilar de la Frontera, Córdoba, Spagna. Già religioso tra i Fratelli dell'ospedale Jesús Nazareno di Cordoba, fu accolto tra i Frati Minori nel 1856 e ordinato sacerdote nel 1858. Chiamato alla vita missionaria, giunse in Terra Santa nel 1859 e fu destinato al convento di Damasco per l'apprendimento della lingua araba.
- Pedro Nolasco Soler Méndez, nato il 28 aprile 1827 a Lorca, Murcia, Spagna. Dopo alcune esperienze lavorative fu accolto a ventinove anni tra i Frati Minori nel 1856 e ordinato sacerdote nel 1857. L'anno successivo inoltrò richiesta per la missione della Custodia di Terra Santa, ove giunse il 20 febbraio 1859. Destinato al convento di San Paolo a Damasco, vi trascorse poco più di un anno.
- Francisco Pinazo Peñalver, nato il 26 agosto 1802 nel villaggio di El Chopo di Alpuente, Valencia, Spagna. Fu ammesso al noviziato dei Frati Minori nel 1831. Come fratello laico svolse l'ufficio di sagrestano fino al 1835, anno della soppressione religiosa in Spagna. Per poter riabbracciare la vita comunitaria optò per la Custodia di Terra Santa, dove giunse nell'ottobre 1843. Per circa 17 anni esercitò le mansioni di cuoco e di sarto in vari conventi. Nel convento di Damasco, al momento del martirio fungeva da sacrestano.
- Juan Jacob Fernández, nato il 25 luglio 1808 nella località di Moire, Ourense, Spagna. Nel 1831 entrò come fratello laico tra i Frati Minori. Purtroppo la soppressione del 1835 interruppe per alcuni anni la sua esperienza di vita conventuale. Nel 1858 chiese di essere associato alla Custodia di Terra Santa. Nel 1859 prese stanza nel convento di Damasco in qualità di cuoco.
- Francesco Massabki, cristiano maronita, mercante di seta, era ben conosciuto a Damasco e stimato come uomo probo e pio. Sposato e padre di otto figli, tutti educati secondo i valori cristiani, dava ovunque esempio di grande generosità, soprattutto verso i poveri e i bisognosi. Era legato ai frati francescani per i quali fungeva da procuratore. Insieme ai fratelli Mooti e Raffaele si trovava presso il convento di San Paolo nell'ora del martirio.
- Mooti Massabki, viveva con la moglie e i suoi cinque figli nella medesima casa del fratello maggiore Francesco. Frequentava quotidianamente il convento di San Paolo, sia per la preghiera che per svolgere l'attività didattica nella locale scuola dei ragazzi. Pronto a versare il suo sangue per Cristo, come insegnava nelle lezioni di catechismo, non esitò ad offrire la sua vita in nome della fede.
- Raffaele Massabki, fratello minore di Francesco e di Mooti, celibe, prestava volentieri il suo aiuto ai frati e ai propri familiari. Era molto devoto della Madonna e si soffermava a lungo in preghiera nella chiesa del convento. Era ancora presente tra le mura conventuali di San Paolo nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1860, quando irruppero i Drusi, dai quali fu ucciso insieme ai suoi due fratelli.
Culto
L'iter per la glorificazione di questo gruppo di undici martiri si presenta alquanto singolare nella particolare modalità attuata in occasione della Beatificazione e nella ripresa della Causa verso la Canonizzazione.
L'Ordine dei Frati Minori nel 1872 si attivò per avviare la Causa di riconoscimento di martirio dei solo otto religiosi appartenenti alla Custodia di Terra Santa, i Servi di Dio Manuel Ruiz e i sette compagni, uccisi nel convento di San Paolo di Damasco la notte tra il 9 e il 10 luglio 1860.
Il Processo Informativo fu istruito a Damasco dal Patriarca di Gerusalemme negli anni 1872-1873. Fece seguito il Processo Apostolico, celebrato negli anni 1921-1923. Trasmessi gli Atti alla Congregazione dei Riti si giunse, secondo l'antica procedura, alla celebrazione della Congregazione Generale il 27 aprile 1926 che spianava la strada alla beatificazione. Il 2 maggio 1926 fu emesso il Decreto super martyrio.
Intanto il 30 aprile 1926, tre giorni dopo la Congregazione Generale, l'Arcivescovo maronita di Damasco segnalava al Papa Pio XI il nominativo di due fedeli laici maroniti anch'essi massacrati nel convento dei Frati Minori la notte tra il 9 e il 10 luglio 1860, cioè Francesco e Mooti Massabki, chiedendo che anch'essi fossero associati alla imminente Beatificazione. Accogliendo l'istanza il Papa dispose la celebrazione di un'inchiesta suppletiva in Siria. Pertanto nel mese di settembre 1926 furono raccolte nuove testimonianze e prove documentali circa il martirio dei fratelli Massabki e si poté appurare con certezza che i candidati alla Beatificazione erano in realtà tre e non due: ai Servi di Dio Francesco e Mooti era da associarsi anche Raffaele, il più giovane dei fratelli, anch'egli vittima dell' odium fidei dei persecutori nel convento di Damasco.
Consegnati gli Atti dell'inchiesta suppletiva a Roma, fu celebrata il 5 ottobre 1926 la Congregazione Generale An tuto procedi posse ad beatificationem anche per i tre Fratelli Maroniti. La solenne Beatificazione fu celebrata nella Basilica di San Pietro in Vaticano il 10 ottobre 1926, nel contesto del settimo centenario della morte di San Francesco d'Assisi (1226-1926).
La ripresa della Causa è stata recentemente determinata dalla constatazione della sempre crescente fama di martirio e del sempre maggior numero di segni attribuiti all'intercessione degli undici Martiri di Damasco, nonché dalla diffusione del loro culto. A ciò veniva associata la certezza che una loro Canonizzazione potesse costituire un messaggio di dialogo, di pace e di unità nel contesto medio-orientale, sempre meno sereno e sempre più agitato da venti di guerra.
A questo scopo il Santo Sinodo dei Vescovi Maroniti nell'anno 2022 invocò presso Papa Francesco la Canonizzazione dei Beati Martiri Massabki, eroici esponenti della santità laicale maronita. Alla supplica si associarono anche i Superiori Maggiori dell'Ordine dei Frati Minori, Ministro Generale e Custode di Terra Santa, chiedendo l'attuazione di una procedura straordinaria con dispensa dallo studio di un miracolo per l'intero gruppo degli undici Martiri di Damasco, sottolineando le summenzionate opportunità pastorali e in onore dell'ottavo centenario della morte di San Francesco d'Assisi, 1226-2026. Papa Francesco il 23 marzo 2023 autorizzò l'iter speciale. Ricevute le necessarie indicazioni del Dicastero delle Cause dei Santi, la Postulazione generale dell'Ordine dei Frati Minori e la Procura della Chiesa Maronita in Roma hanno redatto la peculiare Positio che raccoglie le ragioni a sostegno dell'auspicata Canonizzazione.
Il Dicastero delle Cause dei Santi, riunito in Sessione Ordinaria il 21 maggio 2024, esaminata la Positio super Canonizatione ha espresso il loro favorevole giudizio, che fu poi ratificato dal Santo Padre.
La canonizzazione è stata celebrata da papa Francesco nella Basilica di San Pietro il 20 ottobre 2024.
Note | |
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