Santo Stefano Teodoro Cuénot
Santo Stefano Teodoro Cuénot, M.E.P. Vescovo · Martire | |
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Santo | |
martire | |
Età alla morte | 59 anni |
Nascita | Bélieu 8 febbraio 1802 |
Morte | Binh Dịnh 14 novembre 1861 |
Ordinazione presbiterale | 24 settembre 1825 |
Consacrazione vescovile | 3 maggio 1835 da Jean Luis Taberd,M.E.P. |
Incarichi ricoperti | Vescovo titolare di Metellopolis |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 11 aprile 1909, da Pio X |
Canonizzazione | 19 giugno 1988, Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 14 novembre |
Collegamenti esterni | |
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Nel Martirologio Romano, 14 novembre, n. 12:
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Santo Stefano Teodoro Cuénot Etienne-Théodore (Bélieu, 8 febbraio 1802; † Binh Dịnh, 14 novembre 1861) è stato un vescovo, missionario e martire francese.
Biografia
Nacque il 8 febbraio 1802 a Bélieu, in una famiglia di contadini molto povera.
Studiò a Ouvans, a Cerneux-Monnot, a Ornans, a Saint Étienne-Théodore Cuenot, nel grande seminario di Besançon e dal 1823 nella casa della Retraite chrétienne a Aix-en-Provence, qui fu ordinato presbitero il 24 settembre 1825.
Fu catechista e insegnante nel gruppo detto "il ritiro cristiano". Nel 1827, entrò nella Società per le Missioni Estere di Parigi.
L'anno dopo giungeva in Indocina. Il 3 maggio 1835 venne consacrato vescovo titolare di Metellopolis. Il 21 giugno entrava in Cocincina, in assenza del vicario apostolico che non poté mai raggiungere la regione governò la missione, nascondendosi presso cristiani sicuri sia a Go-thi che a Gia-huu. Si occupò del clero indigeno e costituì due seminari e in pochi anni riuscì a far crescere notevolmente la chiesa locale.
Nel 1839 la Santa Sede gli indirizzò due brevi:
- Quod nuncia del 4 agosto, che lodava i cristiani di Cocincina e il loro coraggio nella persecuzione[1]
- Apostolatus officium del 10 dicembre, che gli conferiva il diritto di scegliersi un coadiutore[2].
Il 31 luglio 1840 morì Monsignor Taberd e Cuenot divenne vicario apostolico. Per facilitare l'istruzione del clero locale nel 1841 compose un prontuario in lingua con le principali leggi della Chiesa e come dovevano essere applicate in Cocincina. Nello stesso anno, in maggio, tenne un sinodo a Go-thi, dove si emanarono delle regole uniformi di condotta e il 1º agosto consacrò Monsignor Lefebvre suo coadiutore, incarico che tenne fino al 1844.
Esercitò un forte influenza nel suo vicariato. Con molte lettere cercava di rafforzare il coraggio dei suoi collaboratori e li incitava a non trascurare lo studio della teologia. In quel periodo si intraprese l'evangelizzazione dei popoli delle montagne e compose con molta cura gli atti dei confessori e martiri della regione.
L'11 marzo 1844 con la bolla Exponendum Nobis curavit, il suo vicariato fu diviso in due, con i nomi di Cocincina orientale e occidentale e con il breve Exponendum Nobis curasti dello stesso giorno venne nominato vicario apostolico della Cocincina orientale, che contava nove province da Binh-thuan fino a Quang-binh incluso, nel breve ottenne il diritto di nominarsi un coadiutore, ciò che fece nel 1846 consacrando Monsignor Pellerin.
Con il breve Postulat apostolici del 27 agosto 1850 la Cocincina orientale fu divisa in due vicariati. Quello meridionale fu retto da lui mentre quello settentrionale dal suo coadiutore Monsignor Pellerin[3]
Nonostante fosse molto preso nella conduzione del suo vicariato, sempre sotto persecuzione, studiò e diede le suo opinioni sulla conduzione del suo ordine, che in quel periodo stava rivedendo il Regolamento generale.
Nel 1854 rischiò di essere arrestato, fu salvato dalla devozione dei suoi fedeli. Poco a poco le sue forze si affievolirono per l'avanzare di una anemia cerebrale e ai fedeli e missionari che gli chiedevano di mettersi in salvo rispondeva. "Il Buon Pastore dona la vita per le sue pecore". Quando Saigon venne occupata dai francesi e la persecuzione crebbe nella regione, volle che il suo provicario Herrengt abbandonasse la missione per salvare la vita.
Nel 1861 informato di una perquisizione nella sua parrocchia si trasferì a Go-boi, ma poco tempo dopo fu scoperto e arrestato. Venne condotto a Binh-dinh con altri fedeli e rinchiuso nella stalla degli elefanti da guerra, dove si ammalò quasi subito gravemente. Morì il 14 novembre 1861. Mentre spirava giunse l'ordine del re Tu-duc di decapitarlo, per aver commesso il crimine di predicare la propria fede.
Venne seppellito in una fossa comune. Nel 1862 il re Tu-duc ordinò che i corpi dei cattolici uccisi fossero gettati in mare. Il corpo del vescovo fu esumato e trovato ancora intatto. Fu gettato nel fiume e il corpo, nonostante le ricerche dei fedeli, non venne più ritrovato.
Note | |
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