Sposalizio di Maria Vergine e santi (Rosso Fiorentino)
Rosso Fiorentino, Sposalizio di Maria Vergine e santi (1523), olio su tavola | |
Pala Ginori | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Firenze |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Basilica di San Lorenzo, Cappella di Maria e San Giuseppe |
Uso liturgico | quotidiano |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Maria Vergine e san Giuseppe si sposano in presenza del Sommo sacerdote |
Datazione | 1523 |
Ambito culturale | |
Autore |
Rosso Fiorentino (Giovanni Battista di Jacopo) detto Rosso Fiorentino |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 325 cm; l. 259 cm |
Iscrizioni | Rubeus Florentino; 1523 |
Note | |
opera firmata e datata | |
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Lo Sposalizio di Maria Vergine e santi è una pala d'altare, eseguita nel 1523, ad olio su tavola da Giovanni Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino (1495 - 1540), ubicata nella Cappella di Maria e San Giuseppe della Basilica di San Lorenzo di Firenze.
Descrizione
Soggetto
La scena si svolge su gradini del Tempio di Gerusalemme, dove compaiono:
- a destra, San Giuseppe colto nell'atto di infilare l'anello nunziale al dito anulare di Maria e con in mano la verga fiorita, la quale indica che lui è il prescelto per divenire il padre terreno di Gesù Cristo. Allontanandosi dalla tradizione iconografica, san Giuseppe è rappresentato come un uomo giovane, anziché anziano e quindi incapace di intaccare la verginità di Maria. Una tale scelta rivoluzionaria, secondo la gran parte degli studiosi, si spiega con la volontà dell'artista di rappresentare simbolicamente la renovatio ecclesiae promossa da papa Leone X e portata avanti da Clemente VII.
- a sinistra, Maria Vergine, accoglie la volontà divina con un atteggiamento dolce e remissivo.
- al centro, Sommo sacerdote, che indossa i paramenti pontificali, è colto nell'atto di unire le mani dei due sposi, officiando la funzione.
Inoltre, lungo i lati della scalinata si trovano varie figure di santi che assistono alla scena (alcune d'identificazione incerta), fra cui si distinguono:
- Due putti che si abbracciano.
- Monaco domenicano che indica la scena, forse san Vincenzo Ferrer, il cui volto sarebbe il ritratto del committente.
- Donna anziana, probabilmente sant'Anna.
- Donna giovane, identificabile con sant'Apollonia, che tiene in mano un il libro e qualcosa di metallico, forse una chiave.
Note stilistiche, iconologiche ed iconografiche
- Sguardi e gesti delle figure secondarie indirizzano l'osservatore in profondità, verso la scena centrale, secondo uno schema che supera ormai la tradizionale forma piramidale trasformandola in qualcosa di più complesso, in spazi saldati entro due semicerchi opposti.
- L'insieme dei colori è vivace e cangiante, tipica degli sperimentatori manieristi, e col suo oscurarsi in profondità aiuta a far percepire la spazialità.
Iscrizioni
Nel dipinto figurano due iscrizioni, dove si leggono la firma dell'autore e la datazione dell'opera:
- nel libro che la santa (in primo piano, a destra) tiene aperto, nel punto dove essa segna con il dito pollice:
« | Rubeus Florentino » |
- incisa sul gradino sotto il sommo sacerdote:
« | 1523 » |
Notizie storico-critiche
L'opera venne commissionata da Carlo Ginori, uomo politico fiorentino, per la Cappella di Maria e San Giuseppe nella Basilica di San Lorenzo, appartenuta precedentemente ai Masi ed acquistata dalla sua famiglia nel 1520.
L'opera aveva un particolare significato devozionale, poiché davanti ad essa le giovani spose venivano a far benedire gli anelli nuziali; probabilmente grazie a questo uso non venne mai spostata dalla sua collocazione originale.
A Parigi, nel Cabinet des Dessins del Museo del Louvre è conservato un disegno che gli studiosi ritengono una copia da attribuire forse ad Antonio Circignani.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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