Summa Theologiae
La Summa Theologiae è la più famosa delle opere di Tommaso d'Aquino. Fu scritta negli anni 1265–1274, negli ultimi anni di vita dell'autore. La terza e ultima parte rimase incompiuta.
È il trattato più famoso della teologia medioevale, e la sua influenza sulla filosofia e sulla teologia posteriore, soprattutto ma non solo nel cattolicesimo, è incalcolabile.
Concepita come un manuale per lo studio della teologia più che come opera apologetica di polemica contro i non cattolici, nella struttura dei suoi articoli è una esemplificazione tipica dello stile intellettuale della scolastica. Deriva da un'opera anteriore, la Summa contra gentiles, che era di contenuto più apologetico.
Tommaso la scrive tenendo presenti le fonti propriamente religiose, cioè la Bibbia e i dogmi della chiesa cattolica, ma anche le opere di alcuni autori dell'antichità: Aristotele è l'autorità massima in campo filosofico, e Agostino di Ippona in campo teologico. Sono citati frequentemente anche Pietro Lombardo, teologo e autore del manuale usato all'epoca, gli scritti dello Pseudo-Dionigi l'Areopagita (secolo V d. C.), Avicenna e Mosè Maimonide, studioso giudeo non molto anteriore a Tommaso, del quale egli ammirava l'applicazione del metodo investigativo. Già questi pochi nomi di fonti costituiscono un esempio dell'apertura metodologica di Tommaso (si tratta di autori cristiani, pagani, musulmani, ebrei...), il quale consigliava di considerare ciò che venica detto, senza pregiudizi su chi l'avesse detto.
Struttura dell'opera
Scritta in latino, la Summa è costituita da questioni organizzate tematicamente e formulate in modo problematico. Ogni questione può esere risolta in un solo "articolo", ossia in un unico problema, oppure e più frequentemente in più articoli. Da qui nasce l'espressione tuttora corrente: "articolare una questione", con tutte le sue varianti.
Lo schema di ogni articolo è il seguente: si enunciano anzitutto gli argomenti od osservazioni che sono contro la tesi proposta (videtur quod, "sembra che"), poi uno o, rare volte, più argomenti a favore (sed contra, "ma al contrario"); poi, nel corpo principale, si sviluppa la risposta magistrale alla questione (respondeo, "rispondo"), e infine si contestano, se necessario, una ad una le obiezioni iniziali ed a volte lo stesso sed contra. Insomma, la Summa rispecchia nella sua struttura uno dei metodi tipici dell'insegnamento medioevale, che è quello della disputa (disputatio).
L'opera è divisa in tre parti, la seconda delle quali si suddivide in due sezioni, in maniera che lo schema risultante è il seguente:
- I: Prima parte (Prima pars), 119 quaestiones
- I-II: Prima sezione della seconda parte (Prima secundae), 114 quaestiones
- il fine ultimo dell'uomo
- l'atto umano
- Le passioni
- gli abiti
- le virtù
- il peccato
- la legge antica e la nuova
- la grazia e il merito
- II-II: Seconda sezione della seconda parte (Secunda secundae), 189 quaestiones
- le virtù teologali: fede, speranza, carità.
- le virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza
- i carismi
- gli stati di vita
- III: Terza parte (Tertia pars), 90 quaestiones; incompiuta
- Cristo: incarnazione, vita, passione e risurrezione
- i sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza
- Supplemento alla Terza parte (Supplementum tertiae), 99 quaestiones; completata dai discepoli in base a scritti giovanili
- Appendice al Supplemento alla Terza parte (Appendix ad Supplementum tertiae partis), 2 quaestiones
- il Purgatorio
- il peccato originale
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