Tentazioni di Gesù Cristo (Juan de Flandes)

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USA Washington NatGalArt JuanDeFlandes TentazioniCristo 1500ca.jpg

Juan de Flandes, Tentazioni di Gesù Cristo (1500 ca.), olio su tavola
Tentazioni di Gesù Cristo
Opera d'arte
Stato bandiera Stati Uniti
Stato federale District of Columbia
Regione ecclesiastica [[|]]
Comune Washington
Diocesi Washington
Ubicazione specifica National Gallery of Art
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Toro
Luogo di provenienza Castello, cappella privata della regina Isabella di Castiglia
Oggetto dipinto
Soggetto Gesù Cristo tentato per tre volte dal diavolo
Datazione 1500 ca.
Ambito culturale
Autore Juan de Flandes
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 21 cm; l. 15,5 cm
Virgolette aperte.png
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

Virgolette chiuse.png

Le Tentazioni di Gesù Cristo è un dipinto, eseguito nel 1500 circa, ad olio su tavola, dal pittore fiammingo, ma spagnolo d'adozione, Juan de Flandes (1450 ca. - 1519), probabilmente parte della pala d'altare della cappella privata della regina Isabella di Castiglia nel Castello di Toro ed ora conservato presso la National Gallery of Art di Washington (Stati Uniti d'America).

Descrizione

Nel dipinto sono descritte contemporaneamente con sapienza narrativa tutte le tre tentazioni alle quali, secondo i Vangeli, fu sottoposto Gesù da parte del diavolo:

  • al centro, mostra il diavolo, travestito da frate, che offre a Gesù affamato un sasso, invitandolo a trasformarlo con un miracolo in pane. Nella scena compaiono:
    • diavolo in una mano sorregge un grosso sasso, mentre con l’altra stringe la corona del rosario che pende dalla cintura. Il volto è umano, ma si comprende che è il diavolo per la barba a punta, le corna, che ha sulla testa, e i piedi da mostro. Il pittore, vestendo satana da religioso, vuole sottolineare come la sua proposta possa essere accattivante e fa passare il Male come se fosse il Bene.
    • Gesù Cristo, seduto su una pietra, ha la mano destra alzata in segno di rifiuto deciso e lo sguardo intenso ed autorevole.
  • a destra, Gesù condotto dal diavolo sulla sommità del Tempio di Gerusalemme; qui satana lo sfida a lanciarsi nel vuoto senza subire conseguenze con l’aiuto dei suoi angeli.
  • a sinistra, in alto, Gesù portato dal demonio sulla vetta di una montagna, il quale gli offre il dominio sul mondo intero in cambio di un gesto di sottomissione.

Le scene non sono raffigurate nel deserto come descritto nei Vangeli, ma in un paesaggio verde e rigoglioso, in un'atmosfera molto delicata e limpida, ma realizzata con una ridotta varietà cromatica, che ricorda quella delle scene dipinte sui codici miniati.

Notizie storico-critiche

Il dipinto fu eseguito da Juan de Flandes nel 1500 circa ed è probabilmente parte della pala con le Storie della vita di Gesù Cristo e di Maria Vergine, realizzato per la cappella privata della regina Isabella di Castiglia (1451 - 1504) nel Castello di Toro (Spagna).

Dopo la morte della regina, l’opera venne smontata ed in un inventario, datato 25 febbraio 1505, veniamo a sapere che gli scomparti erano sistemati in un armadio del castello. Successivamente gli scomparti vennero venduti all’asta, la maggior parte dei quali fu acquistata da Diego Flores per conto della governatrice dei Paesi bassi, Margherita d'Asburgo (14801530), che li custodiva nel suo palazzo di Malinas (Belgio), dove nel 1520 - 1521 furono visti dal pittore tedesco Albrecht Dürer (14711528), che ne dette una dettagliata descrizione.

Alla sua morte, nel 1530, la raccolta passò al nipote Carlo V d'Asburgo (15001558), il quale nel 1556 la riportò in Spagna; infatti, appare nell'inventario delle collezioni reali redatto nel 1600, dopo la morte di Filippo II di Spagna (15271598).

La pala era composto da quarantasei scomparti, ma di cui oggi ne rimangono solamente ventisette, dispersi in vari musei del mondo - quindici dei quali sono conservati nel Palazzo Reale di Madrid - di dimensioni molto ridotte circa 20-25 cm x 15-17 cm; questo è tipico delle produzioni fiamminghe, che comunque stupiscono per la loro tecnica miniaturistica. Tra essi, insieme al presente dipinto, si ricordano:

L'opera, dopo alcuni passaggi in varie collezioni, nel 1967 è stata acquistata dalla National Gallery of Art di Washington.

Bibliografia
  • Chiyo Ishikawa, The Retablo de Isabel la Catolica by Juan de Flandes and Michel Sittow, Editore Brepols, Turnhout 2004 ISBN 2503509584
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, p. 181 ISBN 9788843582594
Voci correlate
Collegamenti esterni