Trittico dell'Annunciazione (Rogier van der Weyden)
Rogier van der Weyden, Trittico dell'Annunciazione (part. Scomparto centrale), 1434 ca., olio su tavola | |
Trittico dell'Annunciazione | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Île-de-France |
Dipartimento | Parigi |
Comune | |
Diocesi | Parigi |
Ubicazione specifica | Museo del Louvre |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Chieri (Torino) |
Luogo di provenienza | Chiesa di San Domenico |
Oggetto | trittico |
Soggetto | Annunciazione; Committente in preghiera; Visitazione |
Datazione | 1434 ca. |
Ambito culturale | ambito fiammingo |
Autore |
Rogier van der Weyden (Rogier de la Pasture) |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 89 cm; l. 164 cm |
|
Il Trittico dell'Annunciazione è un dipinto, eseguito nel 1434 circa, ad olio su tavola, dal pittore fiammingo Rogier de la Pasture, detto Rogier van der Weyden (1399 ca. - 1464), proveniente dalla Chiesa di San Domenico di Chieri (Torino) e composto di tre scomparti conservati rispettivamente a:
- Museo del Louvre di Parigi (scomparto centrale);
- Galleria Sabauda di Torino (scomparti laterali).
Descrizione
Il trittico è composto di tre scomparti.
Scomparto centrale
Nello scomparto centrale è raffigurata l'Annunciazione che si svolge all'interno di una stanza da letto, dove compaiono:
- Maria Vergine, seria nel volto, si gira con gesto regale, sorpresa, mentre sta leggendo un libro (le Sacre Scritture), appoggiato su un inginocchiatoio coperto da un drappo di prezioso damasco. La Madonna è vestita con un corposo abito da camera blu notte, di tessuto pesante, ricadente con un elegante gioco di pieghe, con i capelli sciolti sulle spalle.
- San Gabriele arcangelo, con indosso un prezioso mantello, ha appena toccato il pavimento, le ali turchine sono ancora aperte e le ginocchia sono piegate nel gesto dell'inchino. Ai suoi piedi un piccolo vaso di ceramica con tre gigli bianchi, da cui è caduto qualche petalo
La scena si svolge all'interno di un ambiente domestico borghese descritto dal pittore con grande attenzione al dettaglio, dove si osservano in particolare:
- le finestre affacciate sulle colline con le loro solide imposte di legno borchiato;
- la cassapanca di legno massiccio, finemente intarsiato con i cuscini di velluto rosso cremisi;
- la morbidezza serica del copriletto e della cortina appesa al baldacchino sospeso, con un gioco di funicelle, alla travatura del soffitto;
- il camino spento con il portacandele fissato al bordo di pietra e la mensola sulla quale sono appoggiate due melagrane e una bottiglia di vetro piena d'acqua;
- il comodino su cui è posato il lavamani di bronzo dorato e la brocca;
- il lampadario di bronzo con una sola candela, nell'attesa di essere accesa.
Scomparti laterali
Gli scomparti laterali hanno caratteristiche simili a quello centrale, ma sono ambientati in un luminoso paesaggio, dove gli elementi più lontani sfumano all'orizzonte, secondo le regole della prospettiva; in essi sono presenti:
- a sinistra, Committente, inginocchiato, in preghiera.
- a destra, Visitazione rappresentata in un paesaggio, dove sullo sfondo si nota una ricca casa; in primo piano le due cugine, Maria Vergine e santa Elisabetta, si abbracciano reciprocamente con un gesto che sottolinea il loro stato di gravidanza.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- Le figure si ergono monumentali e ben collocate nello spazio, le linee hanno un andamento sinuoso, mutuato dal suo maestro Robert Campin (1378 ca. - 1444).
- Il pittore, con la tecnica delle velature ad olio, poté usare una luce limpida e brillante, che svela dettagli con estrema precisione, quali ad esempio il lustro degli oggetti metallici come il lampadario, la brocca col bacile, il medaglione appeso sul letto. I dettagli in ogni caso sono disposti in modo da non interferire con la scena principale.
- La linea dell'orizzonte, come tipico nelle opere della pittura fiamminga, è rialzata e crea un effetto di sensazione avvolgente nello spettatore, come se fosse risucchiato nella scena.
Notizie storico-critiche
Il trittico venne commissionato, intorno al 1434, da un membro della famiglia Villa, banchieri piemontesi stabilitisi nelle Fiandre, per la Chiesa di San Domenico a Chieri, vicino a Torino.
Nel 1799, il dipinto venne trasferito da Torino al Museo del Louvre di Parigi.
Bibliografia | |
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