Viaggi di san Paolo

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Primo viaggio (At 13,1 - 14,28)

Durata: dalla primavera dell’anno 46 allo scadere del 48. Percorso: oltre 2.000 km. Tappe: Antiochia di Siria - Seleucia - Salamina - Pafo - Attalia - Perge - Antiochia di Pisidia - Iconio - Listra - Derbe - Listra - Iconio - Antiochia di Pisidia - Perge - Attalia - Seleucia - Antiochia di Siria

Antiochia di Siria - Seleucia: km 25 : navigabili lungo il fiume Oronte.

Antiochia (Antakiye), primo luogo d'operazione organizzata per Paolo "E per tutto un anno (At 11,26)" - da metà del 42: fu il «quartiere generale» di tutte e tre le spedizioni che portarono il vangelo «sino all'estremità della terra» (At 1,8), cioè Roma, secondo la mente semitica (Salmi di Salomone 8,16). La città è a 80 m sul mare, ai piedi del monte Silpio (habib en nedjar, 440 m) e della catena del Casio (djebel aqra, 1.770 m) geologicamente unita al massiccio della vicina Cipro. La circondava un non vasto giardino di verde, irrigato dall'Oronte, a soli 9 km sud, sono i famosi boschetti e le «raffinate miserie» di Dafne, del tempio d'Apollo.

"Mandati dallo spirito Paolo, Barnaba e Giovanni marco scesero a Seleucia» (At 13,4 ), lo sbocco marittimo, a circa 10 km da Antiochia. il porto di grande importanza militare e commerciale, benché sovente ostruito dai depositi che vi lasciava l'Oronte.

Tito provvederà addirittura a canalizzare il fiume, per regolarne lo sbocco e dominarlo.

I resti dell'antico porto sono a qualche distanza dall'odierna foce.

Seleucia - Salamina: Km 230 circa di non difficile navigazione: le correnti marine lungo la costa siriaca erano generalmente deboli, variavano quindi secondo l'influsso dei venti dominanti, specie per quello di sudovest (massimo 18, minimo 11 ore di mare).

Salamina - Pafo: Km 190. l'isola di Cipro: km2 9.280 (3a del Mediterraneo); lunghezza massima est-ovest: km 225; distante km 100 dalla costa siriaca, 64 da quella di Cilicia. Due catene montuose, costiere, prolungantisi geologicamente nell'Amano e Casio di Siria, racchiudono la vasta pianura centrale detta Messaria. Da Salamina (nella baia di Famagosta, poco a nord dell'omonima città), allora d'estrema importanza, ove fu predicato ai giudei (vi erano numerosi e con più «sinagoghe», i tre «attraversarono tutta l'isola sino a Pafo» (At 13,6), capoluogo e sede del proconsole. Seguirono ("e predicarono per", così dal greco) la strada meridionale che, come oggi, collegava i vari centri costieri di Citium (o Kiti, poco a sud-ovest dell'odierna Larnaca) e Amathus (a 10 km e dell'odierna Limassol, l'antica Neapoli o Lémeso, col famosissimo tempio e culto d'Apollo vicino a Curium, poco oltre verso Pafo). L'antica Pafo è l'odierna Kouklia, a 14 km da Ktima o Nuova Pafo. Notissimo il tempio e culto di Afrodite (la dea nata proprio qui!).

Pafo - Attalia: Km 270 circa di facile navigazione, sfruttando la corrente marina proveniente da Alessandria d'Egitto (At 27,6). Lo sviluppo di Attalia avverrà dalla fine del I sec. d.c. allora non era che il porto di Perge.

Attalia - Perge: km 20. potevano essere navigabili lungo il sinuoso corso del Cistro che univa i due centri. Perge fu importantissima sin dall'epoca ellenistica, abbellita poi ed arricchita nell'epoca romana. eloquenti i resti archeologici presso l'odierna Aksu.

Perge - Antiochia di Pisidia: km 160 le cui difficoltà scoraggiarono il giovane Marco che «batté in ritirata (così il greco) e ritornò a Gerusalemme» (At 13,13). La strada scendeva dapprima nei burroni del fiume Cistro; poi s'inerpicava sempre più, sino a superare i 1.000 m sul mare. Paesaggio brullo e desolato: monti nevosi, boscaglie e lande solitarie. Si raggiungeva così l'altipiano della Pisidia, costeggiando nell'ultimo tratto il lago Egridir. In tutto si dové camminare per 12/15 giorni; estremamente duri furono i primi 7/8. L'odierna Yalvac è un modesto abitato nei pressi di quello che fu uno dei punti militari e dei nodi commerciali più rilevanti sulla famosa «via regia», arteria che attraversava in tutta la sua lunghezza l'odierna Turchia. Notevole il lungo discorso di At 13,16-41: non è che un canovaccio di come lì e altrove era presentato il vangelo ai discendenti d'Abramo ed eredi delle promesse (cfr. anche Pietro in At 2). L'attività missionaria durò vari mesi e il granello di senapa crebbe: "la parola del Signore si diffondeva in tutta la regione" (At 13,49). Quanto a Paolo, lo associò alle «sofferenze del Cristo»: ostilità dei giudei, persecuzione, "espulsione" (At 13,50). Identica gloria lo coronerà sovente nelle diuturne imprese apostoliche.

Antiochia di Pisidia - Iconio: km 130 verso e per la «via regia». L'altipiano saliva oltre i 1.100 m, Iconio era a 1.150 m sul mare. a 4/5 km sud-ovest dalla cittadina (konya, importante nodo stradale) ci si inoltrava per una via secondaria.

Iconio - Listra: km 38. i molti prodigi operati a Iconio e gli strepitosi successi (At 14,1ss) non impedirono le violenze giudaiche (At 14,5). Paolo si diresse verso le falde del kara dagh, seguendo la brusca piega verso sud-sud-ovest della «via regia» sino a Listra, "rifugio di pace" (probabilmente katin serai); qui si ha il prodigio del paralitico (At 14,8ss) e il conseguente discorso apologetico ai pagani (At 14,15ss); qui ancora l'apostolo ebbe a sperimentare la durezza delle pietre d'asia (At 14,19).

Listra - Derbe: km 55. la fuga prese la direzione sud-est, probabilmente seguendo la «via regia». Derbe è oggi scomparsa: corrisponde forse all'odierna Geudelissin (preziosi ritrovamenti di pietre miliari), a 5 km ovest-nord-ovest di Zosta o Losta.

Derbe - Listra - Iconio - Antiochia di Pisidia - Perge - Attalia. Il ritorno fu secondo la strada già percorsa all'andata. Premeva organizzare stabilmente quelle giovani comunità. Ovunque «fortificavano gli animi dei discepoli esortandoli a perseverare nella fede, perché, dicevano, è necessario che noi entriamo nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni. in ogni comunità, con l'imporre le mani, dopo aver pregato e digiunato, costituirono loro dei presbiteri; poi li affidarono al Signore nel quale avevano creduto"(At 14,22). Alla fine della sua «corsa», a pochi mesi dalla «corona», così S.Paolo riassumerà quegli anni e quella missione: "patimenti quali soffrii ad Antiochia, Iconio e Listra» (2Tm 3,113, 11).

Attalia - Seleucia - Antiochia di Siria: km 550 circa di mare + 25.si era probabilmente allo scadere del 48: in tutto erano stati coperti oltre 2.000 km.

Secondo viaggio: At 15,36 - 18,22a

Da fine primavera del 50 al marzo/aprile del 53: km 5.000 circa.

Tappe: Antiochia di Siria - Derbe - Listra - Iconio - Antiochia di Pisidia - Triade - Samotracia - neapoli - Filippi - Anfiboli - Apollonia - Tessalonica - Berea - Atene - Corinto - Cencre - Efeso - Cesarea - Gerusalemme - Antiochia di Siria

Antiochia di Siria - Derbe: km 500 circa. Fu la «prova del fuoco» della resistenza fisica di Paolo «scalatore». A circa 47 km dalla partenza si trovano le Porte Siriache (passo di Beylan) cioè l'unica via diretta per passare dalla Siria nella Cilicia (At 15,41) Ancora oggi sono visibili dei resti dell'antica strada nei pressi del villaggio di Beylan, ricercata zona climatica. Il bivio per le «Porte di Cilicia» è a circa 190 km dalla partenza ed una diramazione a destra portava a Tarso (a 10/15 km) (non è improbabile una sosta). "Egli si mise ad attraversare la Siria e la Cilicia rafforzandovi le chiese» (At 15,41). Le «Porte di Cilicia» furono il punto più arduo e malagevole di tutti i viaggi apostolici: la catena del Tauro (Bulgar Dagh), affrontata dalla parte più ripida. Oggi il valico è a 1.427 m (punta massima del massiccio: 3.560 m), allora la difficoltà e il pericolo erano maggiori e obbligatori per tutti (conquistatori, pellegrini, commercianti, ecc.). L'orrida strettoia si presentava a 1.167 m d'altezza (in corrispondenza dell'odierno villaggio Bozanti, turco Kolec Bogazi, a 780 m sul mare, a 83 km da Tarso); una porta la serrava regolarmente ogni notte, un picchetto armato la vigilava; ...bande di ladroni vi spadroneggiavano. Dopo questa «scalata» (il passo non era valicabile prima di giugno a causa delle nevi secondo quanto ci riferisce Cicerone, Ad atticum V, 21,14) rimanevano poco più di 220 km prima d'incontrare i credenti di Derbe: la via però era più comoda e il passaggio meno orrido.

Derbe - Listra - Iconio - Antiochia di Pisidia: Vedi quanto detto per il 1 viaggio. a Listra fu reclutato il «diletto figlio Timoteo» (2Tm 1,2). Scopo e esito di questa prima fase: Paolo e Sila «andavano comunicando i decreti sanciti dagli apostoli e presbiteri di Gerusalemme con la raccomandazione di osservarli. Così dunque le comunità venivano rafforzate nella fede e di giorno in giorno crescevano di numero» (At 16,4).

Antiochia di Pisidia - Troade: km 700 circa. L'intenzione era di seguire la «via Regia» a ovest, predicando nei vari e popolosi centri asiatici, probabilmente raggiungere Efeso. Ma un primo intervento dello Spirito (At 16,6), qualche km fuori d'Antiochia, pose il veto. Presero allora la via del nord, "attraversarono la Frigia e il territorio della Galazia" (At 16,6). Quando furono «nelle vicinanze della Misia volevano entrare in Bitinia», ma un altro intervento dello Spirito (At 16,7) li fece proseguire in direzione o «lungo i confini della Misia», finché «scesero a Troade» (At 16,8), cioè a sud della piccola punta di Tusfalik Burnu, accanto a Eski Stambul, precisamente l'antico porto Alexandria Troas, a circa 40 km dall'antica Troia.

Troade - Samotracia - Neapoli: km 230 circa di mare. La partenza, come l'arrivo, è sotto il segno del divino: "passa in Macedonia. soccorrici" (At 16,9). Ci vollero due giorni: si ebbe uno scalo all'isola di Samotracia (At 16,11) a mezza via. A Neapoli ( odierna Kavalla, è su un promontorio, col mare ai due lati) si era convogliata la flotta di Bruto nella battaglia di Filippi (42 a.c.).

Neapoli - Filippi: km 14/15. la via, all'inizio in forte salita, è una diramazione della famosa via Egnazia.

Filippi - Anfipoli: km 50 sempre lungo l'Egnazia. la via era assai comoda, lastricata sino a Durazzo.

Anfipoli - Apollonia: km 45 parimenti per l'Egnazia: quanto mai pittoreschi i tratti costieri.

Apollonia - Tessalonica: km 55 di strada piuttosto diretta, tolta la modesta deviazione imposta dal monte Kisso. L'importanza politica e commerciale di Tessalonica spiega a sufficienza il soggiorno e l'attività dell'apostolo. La partenza avrà il carattere di fuga (At 17,10).

Tessalonica - Berea: km 75 di cui il primo tratto seguiva l’Egnazia, poi (mentre questa proseguiva per Pella, Edessa, Eraclea, Ega, Durazzo) una deviazione a sinistra proveniente da Berea (odierna Vérroia), "cittadina fuori mano" secondo Cicerone, In pisonem 36,89. Vi era stato anche Pompeo nell'inverno 49/48 a.c., sulla sinistra del fiume Aliakmon, a 180 m sul mare, ai piedi, a levante , della catena del Vermion (1.873 m).

Berea - Atene: km 550 circa di terra-mare. Le montagne di Tessalia rendevano insicura e difficile la via dell'interno. Da Tessalonica, al contrario, partiva una buona strada che, dopo aver seguito a varia distanza la costa sino a un poco a sud di Dion, passava per Larisa, Farsalo, Lamia, Eraclea, Cheronea, Tebe, Eleusi. Qui il tronco di sud-sud-ovest portava a Corinto (tutta la via seguita nella terza spedizione), quello di sud-est ad Atene. Da Berea Paolo partì «in direzione della costa», vale a dire probabilmente girò a est allacciandosi alla sopraddetta arteria, la seguì sino a Dion e si imbarcò (il porto era a pochi km e dalla città) diretto ad Atene. Aveva percorso a piedi una ottantina di km. dal Pireo ove sbarcò, la via per Atene era diretta e breve. la superbia dei monumenti si sarebbe dimostrata misera cosa paragonata a quella degli animi.

Atene - Corinto: km 85 via terra (si sarebbe anche potuto scendere al Pireo, imbarcarsi e prendere terra a Cencre: 80 km circa). a 11 km Dafne (santuario d'Afrodite), poi a Eleusi bivio per Mégara a sud-sud-ovest e per Tebe a nord-ovest. A Mégara (40 km) altro bivio: il tronco superiore descriveva un mezzo arco, era meno suggestivo, meno frequentato ma più breve dell'altro tronco che piegava un poco a sud (corrisponde più o meno all'odierna via), toccava la costa a più riprese (ma non Cencre) e congiungeva parimenti a Corinto (a 6 km a sud-ovest dalla odierna). Il Signore si era eletto «un grande popolo in questa città» (At 18,10): Paolo vi lavorerà ininterrottamente e proficuamente per ben 18 mesi (durante i quali fu in carica Gallione: dal l° aprile al 1° agosto del 52).

Corinto - Cencre - Efeso: km 500 circa di terra-mare. Cencre (Kenkhréai) era il porto di Corinto, a circa 6 km di distanza, sul golfo d'Egina. La navigazione si svolse in un dedalo di isole e isolotti, col continuo mutare di venti e correnti e con la difficoltà del fondo marino, prima di entrare nel sicurissimo porto di Efeso, punto nevralgico per il dominio di Roma in quelle regioni e per il suo approvvigionamento di merci le più varie e sofisticate.

Efeso - Cesarea: km 1.500 circa di mare. Grande periplo marino che, costeggiando sino ad avere superato Rodi, raggiunse direttamente Cesarea lasciando a sinistra e lontana l'isola di Cipro. La navigazione in mare aperto e la rotta per Cesarea potrebbero insinuare la datazione a piena estate, quando cioè la mancanza di venti impediva di puntare diretti su Seleucia: ma sono elementi troppo deboli e vaghi; altri sono contrari. Cesarea (Torre di Stratone anticamente, oggi Kessarie) era il miglior porto costiero in quel tratto di terra, grazie ai grandi lavori di Erode il Grande nel 13 a.c.

Cesarea - Gerusalemme: km 120. varie erano le strade possibili; ma è assai probabile che, seguendo la più comoda, Paolo sia passato per Antipatride (la stessa via che ripercorrerà da prigioniero con scorta militare, nel trasferimento dall'Antonia a Cesarea).

Gerusalemme - Antiochia di Siria: km 650 che dovettero essere sulla «Via maris»: è impossibile dire però ove si sia congiunto ad essa scendendo da Gerusalemme.

Terzo viaggio (At 18, 23b - 21, 19)

da metà del 53 al maggio del 58 quasi 6.000 km.

Tappe: Antiochia di Siria - Antiochia di Pisidia - Efeso - Triade - Filippi - Tessalonica - Asso - Mileto - Patara - Tiro - Tolemaide - Cesarea - Gerusalemme

da Antiochia di Siria sino ad Antiochia di Pisidia: «Percorse successivamente la regione dei Galati e la Frigia rafforzando tutti i discepoli» (At 18,23b):. E’ quindi assai probabile che si sia seguito lo stesso difficile percorso del secondo viaggio. in tal caso si sono percorsi circa 720 km. varie tuttavia le congetture, talora assai ingegnose, degli autori.

Antiochia di Pisidia - Efeso: km 500. Fu la strada già vietata durante il viaggio precedente (At 16,6).

La grande «via regia», in direzione est-ovest, che congiungeva le città di Apollonia, Apamea, Laodicea, Tralli, Magnesia con Efeso. Le deviazioni erano molte; i centri commerciali cospicui; la rete stradale fittissima. Dire «le regioni superiori» equivaleva a "regioni interne" o «retroterra» (come le «inferiori» erano le «litoranee»).

La promessa di At 18,21 si manteneva: l'attività fu lunga (due anni e mezzo) e assai proficua: «tutti gli abitanti dell'Asia ascoltarono la parola del Signore» (At 19,10): le numerose e fiorenti comunità di cui si ha notizia nei documenti apostolici e subapostolici attestano che non si tratta di iperbole.

Efeso - Troade: km 400. Nodo stradale quanto mai pittoresco, seguiva in pratica la frastagliatissima costa, toccandone tuttavia i principali centri: di qui i molti tornanti. a parte le numerose deviazioni si può stabilire il seguente percorso: Efeso, Lebedo, Teo, Smirne, Cime, Grinio, Elea, Atarnea Attea, Carene, Adramittio, Antandro, Asso, Larisa, Troade.

Troade - Filippi - Tessalonica - Corinto: km 960 circa. tutta la Grecia questa volta fu attraversata via terra come nel 2 viaggio. Così pure al ritorno, nel marzo-aprile del 58, dopo il fallito progetto di far vela direttamente da Cencre per Gerusalemme.

Troade - Asso: km 42 lungo la strada già percorsa nel tratto Efeso –Troade.

Asso - Mileto: km 400 circa di mare. Varie furono le soste: Mitilene a Lesbo, Chio nell'isola omonima, Samo pure nell'isola dello stesso nome (in corrispondenza dell'odierna Tigani), a Mileto (aveva ben 4 porti!) avvenne l'accorato addio di Paolo ai diletti «presbiteri» di Efeso, una delle pagine più commoventi vergate dalla penna del testimonio Luca (At 20,18-38).

Mileto - Patara: km 300 circa di mare. Le fermate furono a Cos, nell'isola omonima e a Rodi. Di là si giunse a Patara (At 21,1) poco a ovest della punta meridionale della Licia (allora importante centro; oggi è scomparsa!).

Patara - Tiro: km 650 circa di mare: Il vento era assai favorevole (si era tra Pasqua e Pentecoste) e la navigazione dovette essere facile. Sempre commovente la lettura della scena svoltasi sulla spiaggia di Tiro (Sour) dopo i 7 giorni di permanenza presso la comunità del luogo (At 21,4ss).

Tiro - Tolemaide: km 46 circa di mare. Un solo giorno di sosta nella «colonia Claudia Felix Ptolemais» di allora, l'odierna Akko.

Tolemaide - Cesarea: km 55 circa di mare. Passando al largo dell'ampia insenatura di Haifa offerta dal Carmelo. Fu a Cesarea che Paolo, in casa di Filippo, pronunciò il suo supremo fiat: «perché piangete e spezzate così il mio cuore? io sono pronto non solo a farmi legare ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore" (At 21,13).

Cesarea - Gerusalemme: km 120: vedi fine secondo viaggio. si era poco prima della Pentecoste del 58 (At 20,16).

Quarto viaggio: nelle catene di Cristo: (At 21, 27- 28, 31)

dal maggio del 58 al marzo dei 61 km 3.500 circa.

Tappe: Gerusalemme - Antipatride - Cesarea - Sidone - Mira di Licia - Buoniporti di Creta - Malta - Siracusa - Reggio - Pozzuoli - Foro Appio - Tre Taverne - Roma

Gerusalemme - Antipatride - Cesarea: km 120. La via seguita fino ad Antipatride, a 60 km, nella piana di Saron è l'antica Afek della [[Lista di Tutmosi III]], oggi Ras el Ain, a 4 km a nord-ovest di Rosh ha'ein fu probabilmente quella di Gofna. Da Antipatride si proseguì verso nord con la «via maris», la regina delle vie commerciali e carovaniere antiche. A 4 km dall'arrivo si deviava a sinistra. A Cesarea Paolo fu «custodito nel pretorio di Erode» (At 23,35), cioè il palazzo reale divenuto, secondo l'usanza, pretorio romano. Due anni vi rimase in catene (At 24,27), finché, di fronte all'imminente sopruso, usò del suo diritto di cittadino romano: «mi appello a Cesare». «a Cesare ti sei appellato», rispose il governatore Festo, « e avanti a Cesare andrai» (At 25,11ss).

Cesarea - Sidone: km 140 circa di mare. Accompagnato da Luca e «Aristarco (un macedone di Tessalonica)», «con alcuni altri prigionieri», scortato dal «centurione Giulio della coorte Augusta» (una delle coorti sebastene) e suoi soldati, «su una nave di Adramittio» (Edremit, nel golfo omonimo, di fronte all'isola di Lesbo). Paolo salpò da Cesarea (At 27,1s): si era nella prima metà di settembre dell'anno 60 (da At 27,9). Con breve e facile arco marittimo in una giornata si entrò nel porto di Sidone (Saida). Qui avvenne il commiato dalla ingrata terra di Palestina e dai cari fratelli.

Sidone - Mira di Licia: km 750 circa di mare. «A causa dei venti contrari» (At 27,4) si dové deviare dalla rotta normale. Spirava dunque il vento di nord-ovest, lo stesso che alla fine del III itinerario aveva favorito il tratto Patara - Tiro. Per evitare l'ostacolo, questa volta si puntò diritti al nord, aggirando Cipro da Levante: vale a dire ci si tenne «sotto», termine tecnico per indicare lo sfruttamento di un riparo. Di conseguenza «si attraversò il mare lungo la Cilicia e la Panfilia» (At 27,5: «per 15 giorni» precisa con glossa dotta la recensione occidentale), finché non si scese a Mira di Licia (Dembré), il porto principale della zona e città sovente capoluogo di provincia. Qui avvenne il trasbordo: "una nave di Alessandria", probabilmente governativa, "che veniva in Italia" (At 27,6).

Mira di Licia - Buoniporti di Creta: km 600 circa di mare. Il primo tratto costeggiò la parte meridionale della Turchia: nonostante il riparo delle coste, la navigazione fu assai lenta e durò parecchi giorni. Il vento ostacolò maggiormente quando si fu in mare aperto: di fronte a Cnido si dové volgere al sud per sfruttare il riparo offerto dai monti di Creta ("sotto Creta": At 27,7). L'àncora fu gettata nella piccola baia ovale di Buoniporti (ancora oggi Kalilymenes) rivolta a sud ovest e parzialmente protetta da un paio d'isolotti all'imbocco. Da rilevare l'annotazione cronologica di At 27,9: «era già passato anche il digiuno» cioè il giorno dell'espiazione (ebr. kippur): nel 60 cadde il 24 ottobre.

Buoniporti di Creta - Malta: km 960 linea aria, poiché è impossibile poter seguire la rotta della nave sballottata dalla furia delle onde.

Nonostante l'avvertimento di Paolo (At 27,10), si era deciso di «giungere a Fenice per svernarvi» (At 27,12: porto non lontano, sulla costa meridionale, a ovest, ma non bene identificato finora). Sino a capo Lisses (Lìtino) si poté costeggiare, grazie al riparo dato dalle alte coste rocciose di Creta e la spinta del vento di sud.

Ma usciti dal riparo, prima d'entrare nell'odierna baia di Messara, il vento s'abbatté da nord-est in direzione sud-ovest, venendo dal lontano Ida (2.457 m sul mare) con la violenza del tifone (At 27,14) e «la nave fu trascinata via non potendo contrastare al vento» (At 27,15). Qui ebbe inizio il drammatico episodio narrato da Luca in (At {{passo biblico|At|27,15-44)}), conclusosi sulla costa nord orientale dell'isola di Malta (assai probabile l'odierna baia di s. Paolo) con il salvataggio completo delle persone ( 276 ) se non dello scafo e del carico.

Si ricorderà la norma data dal tecnico militare Flavio Vegezio Renato: «dall'11 di novembre al 10 marzo i mari sono chiusi» (Epitoma rei militaris 4,39). Sicura invece era reputata la navigazione dal 26 maggio al 14 settembre Per Paolo era questo il 4° naufragio (2Cor 11,25).

Malta - Siracusa: km 160 circa di mare. E’'assai probabile che la partenza fosse leggermente anticipata sulle date prescritte dai tecnici: il tratto di mare era breve e la navigazione al primo vento del sud sarebbe stata rapida e sicura.

Siracusa - Reggio: km 115 circa di mare, sempre costeggiando.

Reggio - Pozzuoli: km 340 circa di mare. qui sarebbe terminata la navigazione: col vento favorevole ci vollero 2 giorni (At 28,13).

Pozzuoli - Foro Appio: km 155. Dopo una settimana di permanenza presso i cristiani di Pozzuoli, Paolo proseguì alla volta di Roma.

Se l'Appia fu raggiunta a Capua egli prese la strada che uscendo subito a nord di Pozzuoli descriveva un leggero arco dal 6° km all'8° in direzione nord-nord-est, puntando con linea retta su Capua e lasciando Atella (a mezza via) a circa 7 km sulla destra.

Più probabile sembra, tuttavia, l'innesto poco sotto Sinuessa: la via era comoda ugualmente e più breve. In questo caso si raggiunse Cuma e si attraversò Liternum per la via che verrà sistemata più tardi da Domiziano (81-96 d.c.) che le darà il nome (al sud, con i tronchi della Popilia, raggiungeva la punta calabra e si riimmetteva nell'Appia a Taranto dopo aver proseguito sempre lungo le coste; al nord la via costiera ripartiva da Terracina con la diramazione chiamata poi Severiana che si andava a congiungere all'Aurelia ad est di Alsium).

Raggiunta Sinuessa, per l'Appia si toccò Minturno, Formia, Fondi, Terracina. Era qui che la grande via consolare, dopo essersi inerpicata e discesa dal monte, diveniva quasi impraticabile a causa dell'acqua delle paludi. Un canale che la costeggiava ovviava all'inconveniente e il passeggero veniva sbarcato direttamente al foro di Appio, al 43° miglio da Roma (= 64 km) che è oggi, probabilmente, Borgo Faiti). Così ci racconta Orazio in Satire I, 5 che verso il 44 a.c. passò per queste paludi e così dovette presumibilmente fare anche il nostro Paolo. Precisamente qui stava ad attendere l'apostolo una prima delegazione della chiesa romana: «ed egli si rincuorò» (At 28,15).

Foro Appio - Tre Taverne: km 15. L'ubicazione di Tre Taverne non è concorde. L'Itinerario di Antonino e la tavola di Peutinger la stabiliscono al 33° miglio da Roma (= 49 km). Cicerone, Ad Attìcum 2, 12, vuole che sia alla congiunzione sull'Appia della via proveniente da Anzio. Non doveva in ogni modo rimanere molto discosto dall'odierna Cisterna.

La Tavola di Peutinger è una striscia itineraria di m 6,80 x 33/35 cm, ora conservata a Vienna, copia medievale del sec. XII/XIII di una carta del mondo redatta nell'età imperiale romana, forse già prima del 200 d.C.

Tre Taverne - Roma: km 49.

Si passò poco distante da Velletri; poi per Ariccia e Boville. Infine s'entrò in Roma probabilmente per la Porta Capena (se non ci si diresse subito al "Castrum praetorium"). Là Paolo doveva rimanere ancora due anni, sotto custodia militare. Ma «la parola di Dio non s'imprigiona» (2Tm 2,9): egli «predicava il regno di Dio e insegnava sul Signore Gesù Cristo con tutta libertà» (At 28,30).

Altri luoghi di viaggi dall'epistolario paolino

"Affrettati a venire da me a Nicopoli" (Tt 3,12). E’ una delle scarse notizie isolate forniteci dalle pastorali e che inducono a supporre un'ulteriore missione di Paolo in oriente dopo la sua prima prigionia romana (marzo 61 – primavera 63) e probabile viaggio in Spagna (Rm 15,24.28).

E’ impossibile tuttavia ricostruire l'itinerario e la successione degli avvenimenti.

Fu a Efeso (con Timoteo: 1Tm 1,3), in Macedonia (ibid.), a Creta (con Tito: Tt 1,5), Troade, Mileto, Corinto (2Tm 4,13.20). Probabilmente anche a Colossi (Flm 22) e Filippi (Fl 2,24).

La Nicopoli qui nominata ("città della vittoria") deve identificarsi con Actia Nicopolis nell'Epiro (accanto alle sue rovine sorge ora Preveza), fondata nel 31 a.c. da Augusto in ricordo della vittoria su Antonio e Cleopatra, nel punto più stretto dell'istmo che divide il golfo d'Ambracio dal mare Jonio.